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Nuove manifestazioni e scontri a Tunisi, non si ferma la protesta

(24 Gennaio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

Nuove manifestazioni e scontri a Tunisi, non si ferma la protesta

foto: www.radiocittaperta.it

24-01-2011/14:30 --- Si è aperta oggi una settimana cruciale per la sopravvivenza del governo di transizione tunisino: lungi dall'affievolirsi, la mobilitazione contro la presenza nell'esecutivo di diversi uomini legati al regime di Ben Ali si va accentuando. Anche questa mattina a Tunisi ci sono stati scontri davanti agli uffici del premier Mohammed Ghannouchi, iniziati quando la polizia ha cercato di far uscire alcuni funzionari dalla sede del governo: violenta la reazione degli agenti quando decine di persone, che avevano passato la notte all'addiaccio nonostante il coprifuoco, si sono precipitate verso i funzionari. Ieri in migliaia hanno manifestato contro l’autoriforma del regime in diverse città e a Tunisi hanno sfilato i manifestanti giunti a piedi dalle zone rurali del paese, dove è nata la cosiddetta "rivoluzione dei gelsomini", alla guida di una "Carovana della liberazione", con la ferma intenzione di ripartire solo dopo aver ottenuto la capitolazione del governo. La manifestazione è coincisa con l’ultimo dei tre giorni di lutto nazionale per le vittime della repressione, 78 secondo il bilancio ufficiale, oltre un centinaio secondo l’Onu. Altre "carovane", sempre provenienti dalla provincia, dovrebbero riunirsi alla prima nei prossimi giorni con nuove proteste contro il governo ad interim.
La giornata di oggi è significativa anche perché avrebbero dovuto riaprire le scuole chiuse dal 10 di gennaio. Ma il sindacato degli insegnati ha lanciato un appello per uno "sciopero a tempo indeterminato", fino alla caduta del governo. L’Ugtt, la principale centrale sindacale tunisina, non riconosce infatti la legittimità dell’esecutivo creatosi dopo la caduta del presidente Ben Ali e aveva già annunciato di rifiutare le tre poltrone ministeriali che le erano state assegnate.
Si trovano intanto da ieri agli arresti domiciliari tre stretti collaboratori dell’ex presidente Ben Ali. I destinatari del provvedimento sono l’ex ministro degli Esteri Abdallah, il più volte ministro e consigliere presidenziale Abdelaziz Ben Dhia, l’attuale presidente della Camera dei consiglieri e già ministro Abdallah Kallel. In manette sono finiti anche il proprietario dell’emittente ‘Hannibal Tv’, Larbi Nasra e il figlio. I due sono accusati di “alto tradimento” e “complotto contro la sicurezza dello Stato” secondo notizie riferite da Radio Jawhara. Nasra ha rapporti di parentela con Leila Trabelsi, moglie di Ben Ali, ed è accusato di aver utilizzato il suo canale televisivo per diffondere false informazioni.
E’ delle ultime ore intanto la notizia di un nuovo suicidio, un ventiseienne disoccupato si é ucciso a Gabes. Il giovane tunisino si é arrampicato su un traliccio dell'alta tensione, aggrappandosi ai cavi e rimanendo folgorato all'istante.

Mila Pernice, Radio Città Aperta

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