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(31 Gennaio 2011)
anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com
foto womensviewsonnews
Roma 31 gennaio 2011 (foto da womensviewsonnews) - Dopo 22 anni trascorsi nel Regno Unito, Rachid Gannouchi ha trovato più di 1000 persone ad attenderlo domenica all’aeroporto internazionale di Tunisi, dopo che l’attuale governo ad interim gli ha permesso di rientrare.
Il sessantanovenne leader del partito islamico al-Nahda che il presidente tunisino Ben Ali, da poco cacciato dal popolo, ha reso illegale, definendolo “un gruppo terrorista”, potrebbe – secondo gli analisti politici – riguadagnare forza politica e voti. Seppure né lui né il suo partito abbiano giocato un ruolo fondamentale nella rivolta tunisina. E ai suoi contestatori che lo accolgono al grido di “No Islamismo, no teocrazia, no Sharia”, a chi lo presenta come un 'Khomeini' di rientro a Tunisi, promette che non parteciperà alle elezioni presidenziali, insiste sul fatto di essere un leader democratico (cosa che ha ribadito più volte nei suoi comizi a Londra) ma che se ci saranno elezioni libere e democratiche, il suo partito vi prenderà parte. Afferma di credere nel pluralismo politico e nell’uguaglianza di genere e che la paura nei confronti di el-Nahda è dettata dall’ignoranza.
Ufficialmente Rachid Gannouchi è ancora soggetto ad una sentenza di carcere a vita imposta in sua assenza dal governo Ben Ali, per aver complottato contro lo Stato, e molti si chiedono come mai sia potuto rientrare - a differenza di altri - nonostante il governo di transizione non abbia ancora approvato un’amnistia per tutti i prigionieri politici; mentre la stampa, internazionale e araba, ha dato spazio ieri al suo rientro, visto come il simbolo più potente dei cambiamenti avvenuti in Tunisia. Nel 1989, al- Nahda fu secondo – nei risultati delle elezioni – solo al partito di Ben Ali e molti esperti di Islam politico definiscono le idee odierne dello schieramento come tra le più moderate tra i gruppi islamici. Ma c’è chi lo definisce un opportunista, soprattutto chi non ha dimenticato che negli anni Settanta era lo stesso Gannouchi a condannare l'affermarsi delle idee laiche e secolari in Tunisia e dell’uguaglianza di genere. C’è chi non dimentica che negli anni di esilio ha portato avanti una strategia di alleanze, per rovesciare i soprusi del regime di Ben Ali, che lo hanno condotto ad essere contestato anche all’interno del suo movimento per aver fatto troppe concessioni “democratiche”.
Non dimenticano le sue posizioni nemmeno i gruppi e le organizzazioni di donne che -preoccupate dal fatto che il rientro di Gannouchi possa favorire un ritorno a posizioni arretrate per i diritti delle donne finora conquistati – sono scese in piazza e per le strade di Tunisi sabato. Attrici, accademiche, attiviste preoccupate del ruolo che le forze islamiste potranno assumere in questa fase delicata di formazione del nuovo governo, che andrebbe prima costruito, affermano, su basi laiche e democratiche. Nena News
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