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Bentornata età della pietra

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(27 Gennaio 2011) Enzo Apicella
Dopo l'Algeria e la Tunisia, anche l'Egitto in rivolta

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Egitto: da piazza tahrir alle elezioni

Il Consiglio militare supremo ha sciolto il Parlamento e sospeso la Costituzione. Ha anche annunciato elezioni tra sei mesi. Il post-Mubarak procede ma non mancano i timori. Stamani la polizia militare ha intimato ai gruppi di dimostranti in Piazza Tahrir di tornare a casa, pena l'arresto.

(14 Febbraio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

Egitto: da piazza tahrir alle elezioni

Civili egiziani accanto ad un blindato in Piazza Tahrir al Cairo - foto timesunion.com

Il Cairo, 14 febbraio 2011, Nena News (nella foto dal sito timesunion.com, civili egiziani accanto ad un blindato in Piazza Tahrir al Cairo) - Con una «dichiarazione costituzionale in nove punti, il Consiglio militare che venerdì ha preso il controllo dell’Egitto, ha deciso ieri lo scioglimento del Parlamento e la sospensione della Costituzione. Le Forze armate gestiranno il paese fino allo svolgimento delle elezioni legislative e presidenziali e la nuova Costituzione verrà sottoposta a referendum popolare. I militari decideranno anche il ruolo di Omar Suleiman, l'ex capo dell'intelligence, nominato vice presidente dal rais-faraone Mubarak nel tentativo di placare la rabbia popolare.

Ecco il testo della dichiarazione, che è stata letta da un'annunciatrice della tv e non dal portavoce militare che aveva letto i comunicati precedenti: "Il Consiglio Supremo delle Forze Armate ha deciso di: 1) Sospendere la Costituzione; 2) Gestire provvisoriamente il Paese per 6 mesi o fino alla fine delle elezioni legislative e presidenziali; 3) Il presidente del Consiglio Supremo (maresciallo Hussein Tantawi, ndr) assumerà la rappresentanza del paese all'interno e all'estero; 4) Sciogliere l'Assemblea del Popolo ed il Consiglio Consultivo; 5) Il Consiglio Supremo ha l'autorità di pubblicare leggi per decreto; 6) Formare una commissione per le modifiche di alcuni articoli della Costituzione e per fissare le regole del referendum che dovrà approvarle; 7) Il primo ministro Ahmed Shafiq assume la direzione del Consiglio dei Ministri fino alla formazione di un nuovo gabinetto; Garantire lo svolgimento di elezioni legislative e presidenziali; 9) L'Egitto si impegna a mettere in applicazione i Trattati e gli accordi regionali e internazionali.

E’ la «vittoria della rivoluzione egiziana», hanno commentato i leader delle opposizioni e a Piazza Tahrir al Cairo è terminato il presidio dei manifestanti che per 18 giorni, con raduni oceanici, hanno tenuto sotto pressione Mubarak fino a costringerlo a storiche dimissioni. Ieri decine di migliaiai di egiziani si sono recati sulla piazza simbolo della rivolta per festeggiare e continuare a sfilare in nome del nuovo Egitto. Per il momento l’atteggiamento dei militari suscita un certo ottimismo riguardo lo sviluppo della transizione verso la democrazia. Ma non mancano le inquietudini legate al fatto che il paese rimarrà per almeno sei mesi totalmente nelle mani del Consiglio supremo delle Forze Armate. Mohamed El Baradei, l'ex-diplomatico dell'Onu divenuto nei mesi scorsi uno dei principali oppositori di Mubarak e del regime, ha esortato i militari a coinvolgere subito in maniera massiccia i civili nel processo di transizione. «Abbiamo bisogno di una consistente partecipazione dei civili», ha detto El Baradei alla Cnn: «non può essere l'esercito a guidare le danze». Questa mattina i militari hanno dato un'ora di tempo per lasciare piazza Tahrir, pena l'arresto, ai gruppi di manifestanti che ancora occupano la piazza simbolo della rivolta. I dimostranti, in buona parte giovani, che sono stati allontanati dalla polizia militare.

Molti dubbi riguardano anche la politica economica del governo – che rimarrà provvisoriamente in carica – alla luce delle dichiarazioni rese dal nuovo ministro delle finanze Samir Radwan che ha assicurato che la “linea economica non cambierà». Non è molto rassicurante per quel 40% di egiziani che vivono in povertà, con a disposizione appena 2 dollari al giorno.

In queste ore si calcolano anche i danni subiti al Cairo dal patrimonio archeologico del paese. Ieri è stato confermato che otto reperti, tra cui una statua in legno dorato del faraone Tutankhamon, sono stati trafugati dai saccheggiatori (con ogni probabilità agenti della baltagiyya, la polizia politica) che il 28 gennaio fecero irruzione nel Museo Egizio, su piazza Tahrir durante la più violenta ed sanguinosa operazione repressiva lanciata dalle forze di sicurezza contro i dimostranti. Ma in Egitto cercheranno anche i tesori nascosti di un altro faraone, Hosni Mubarak, che in 30 anni al potere avrebbe ammassato una fortuna di molti miliardi di dollari (tra 40 e 70 secondo alcune fonti, tra i 2 e i 3 secondo il New York Times). Il premier Ahmed Shafiq ha annunciato che lo Stato cercherà di recuperare tutto ciò che stato sottratto illecitamente al popolo egiziano, in evidente riferimento alle fortune accumulate da Mubarak, dai suoi familiari e da vari esponenti del passato regime. All’ex premier Ahmed Nazif e a vari ministri del passato governo, la magistratura egiziana ha vietato di lasciare il paese.

Nena News

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