">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

... e nemmeno Suleiman

... e nemmeno Suleiman

(11 Febbraio 2011) Enzp Apicella
Mubarak lascia il potere al vice presidente Omar Suleiman. La piazza contesta lanciando le scarpe in segno di protesta.

Tutte le vignette di Enzp Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

APPUNTAMENTI
(Capitale e lavoro)

SITI WEB
(Capitale e lavoro)

Tunisia: donne e sindacati, tra 'rivoluzione' e futuro

Il sindacato tunisino UGTT ha ricoperto un ruolo fondamentale nel corso della rivoluzione dei gelsomini. Bérénice Michard ha intervistato per Nena News, Emna Aoudi, sindacalista dell’UGTT e membro del’Ufficio Nazionale della Commissione delle Donne.

(18 Marzo 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

Tunisia: donne e sindacati, tra 'rivoluzione' e futuro

foto: www.nena-news.com

Tunisi, 17 Marzo 2011, Nena News - Emna Aouadi ricopre alte responsabilità nella UGTT, l’Unione Generale del Lavoratori Tunisini, il più grande sindacato tunisino : è membro dell’Ufficio nazionale della Commissione delle Donne e Segretario di un sindacato di base dell’insegnamento nelle scuole primarie. Bérénice Michard, l’ha incontrata a Tunisi, alla Conferenza Nazionale delle Donne per l’Uguaglianza e la Cittadinanza, organizzata il 13 marzo dalle principale associazioni femministe tunisine.

DI BERENICE MICHARD*

Quale ruolo ha giocato l’UGTT nella ‘rivoluzione’ tunisina ?

L’UGTT ha sostenuto e accolto la rivolta attraverso i suoi attivisti, le associazioni regionali e settoriali. La maggior parte dei manifestanti tra il 17 dicembre e il 14 gennaio si sono diretti verso la sede dell’UGTT, perché non vi erano altre strutture dove fosse permesso andare: i partiti politici, le associazioni, le organizzazioni sociali erano tutte circondate; l’UGTT è stato il rifugio per giovani, sindacalisti, militanti, disoccupati…E’ dalle sedi dell’UGTT che é partita la gran parte dei cortei e manifestazioni. Il 13 gennaio abbiamo lanciato lo sciopero generale a Sfax, Jendouba, Kerouane, Gabbès... e il 14 gennaio a Tunisi. Poi ci siamo radunati davanti al ministero degli Interni fino a sera, fino alla caduta di Ben Ali.

Da molto tempo l’UGTT è a fianco della società civile nelle manifestazioni e nelle comunicazioni, in particolare con la Lega Tunisina dei Diritti dell’Uomo. Durante le proteste del bacino minerario di Gafsa-Redeyef nel 2008, abbiamo organizzato dei comitati di sostegno ai prigionieri e alle loro famiglie ed è grazie alle nostre pressioni che sono stati liberati nel 2009.

Quale é il ruolo della Commissione della Donna lavoratrice all’interno di UGTT ?

La sua funzione è di tipo consultivo, e non è indipendente. All’interno del sindacato le donne sono presenti, anche nei posti di responsabilità delle sezioni regionali e settoriali, ma nessuna donna è nell’esecutivo nazionale, composto da 13 uomini! Le donne sono più numerose nei settori tessile, turistico, nell’elettronica, nell’insegnamento, quello sanitario e delle pulizie…Mentre nel settore privato, soprattutto nei subappalti, la sindacalizzazione è molto più difficile, a causa della precarietà e della paura di essere licenziate. Il nostro ruolo è di migliorare le condizioni delle donne nel lavoro, attraverso l’informazione, la formazione, azioni di sostegno alle lavoratrici in lotta e la realizzazione di ricerche sulla loro realtà.

Quale ruolo gioca la Commissione Donne de l’UGTT nel movimento femminista ?

Siamoin contatto con la società civile per uno scambio di idee e esperienze, con lo scopo di compiere azioni per le lavoratrici. Abbiamo festeggiato l’8 Marzo con le associazioni e realizzato attività nel corso di diversi giorni: una tavola rotonda sulla partecipazione femminile nella rivoluzione, con una mostra e il 12 marzo abbiamo organizzato una marcia sul viale Bourghiba e alla fine un concerto. I nostri slogan sono stati “uguaglianza e parità”, per alcune anche la laicità, ma non tutte hanno lo stesso approccio: bisogna capire che all’interno di UGTT coesistono diverse correnti di pensiero, perché l’UGTT per lungo tempo è stato un “rifugio” per gli attivisti perseguitati, quindi parliamo di un mosaico vario di opinioni, senza però gli islamici.

Come considerate di contribuire a questo periodo di transizione?

L’UGTT ha già una grande esperienza di democrazia alle spalle. Abbiamo dato spazio a tutte le opinioni e i movimenti – tranne quello islamico – abbiamo un’esperienza nelle elezioni, in qualità di osservatori, nella costituzione di liste e nell’organizzazione di campagne. Si tratta di una vera pratica democratica e siamo certamente coloro con più esperienza nel settore delle elezioni, cosa che è una scommessa in vista delle elezioni del 24 luglio. L’UGTT è un’organizzazione conosciuta in tutte le regioni, con una legittimazione perché ha partecipato all’indipendenza dei paese in tutti i periodi più recenti.

L’UGTT ha sempre giocato e continuerà a giocare un ruolo in due sensi : sia sociale che nazionale. Un « fardello nazionale » che il sindacato esercita in tempo di crisi, come nell’ultimo periodo : la pressioni dell’UGTT hanno fatto cadere i due governi Ghannouchi e portato alla dissoluzione di un governo illegittimo. E’ possibile che siano attivisti dell’UGTT a formare delle liste indipendenti, se i partiti politici non riusciranno ad accordarsi e a rafforzarsi prima delle elezioni.

Come donna sindacalista, come vedi il futuro ?

Sono molto preoccupata per i diritti delle donne, perchè esiste la minaccia di un ritorno dell’RCD (Rassemblement Constitutionnel Démocratique) e degli islamisti, ma in contesto che non è il loro. Un contesto di modernità, di uguaglianza tra i sessi, di protezione del Codice dello Statuto personale. Ma come donna lavoratrice, credo nella modernità, quella difesa da Tahar Haddad[1]. Le elezioni del 24 luglio rappresentano una grande sfida. Faccio appello a tutte le persone democratiche e ai giovani che hanno sventolato e chiesto a gran voce libertà, uguaglianza, dignità e democrazia, a difendere la rivoluzione, a recarsi alle urne scegliendo coloro che rappresentano un progetto di società tunisina moderna, aperta, democratica, in linea con il suo patrimonio storico: una modernità che ingloba la laicità, il comunismo…faccio appello alle donne perché siano vigili, perché non si fidino di chi vuole riportarle indietro e riportare la donna al focolare.

Infine come sindacalista, faccio appello agli uomini e alle donne ad attivarsi e lavorare duro per la difesa e la messa in pratica degli slogan rivoluzionari. Occorre avere un contatto diretto con la gente, discutere, negoziare alleanze sulla base di un minimo comune democratico, con coloro che rispettano i diritti umani e l’uguaglianza tra donne e uomini, che hanno preso parte alla rivoluzione gli uni affianco alle altre. Le donne hanno il diritto di godere dei frutti di questa rivoluzione.

Quale é il messaggio che vuoi inviare all’Europa ?

Vorrei dire a coloro i quali sono stati sordi fino ad oggi che devono adesso stare affianco del popolo tunisino. Non abbiamo paura degli islamisti, non agiteremo questo spettro : possiamo discutere, confrontarci, forse convincerli. Il popolo che ha sconfitto Ben Ali il 14 gennaio e detto no alla dittatura è capace di fare lo stesso con ogni altra dittatura…Soprattutto le donne tunisine sono pronte, a difendere le loro conquiste per migliorarle, come hanno fatto in questa rivoluzione. Abbiamo un appuntamento con la Storia ! Nena News

*Bérénice Michard,Politologa, ex-coordinatrice area Maghreb per l’ONG spagnola ACSUR Las Segovias.

Traduzione dall'articolo in originale francese di Barbara Antonelli.

[1] Tahar Haddad (1899-1935), giornalista e sindacalista tunisino. Famoso per gli scritti in favore dei diritti dei lavoratori e dell’emancipazione della donna. Ha pubblicato in particolare « I lavoratori tunisini e la nascita del movimento sindacale » nel 1927 e « La nostra donna nella sharia e la società » nel 1930..

Nena News

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «Il Mondo Arabo in fiamme»

Ultime notizie dell'autore «Nena News»

4108