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Firenze: il lavoratore passa un brutto momento, la Coop Sociale lo sospende

(3 Febbraio 2004)

L.N., è un lavoratore in servizio con mansioni di assistenza presso la Rsa Le Civette situata presso S.Salvi a Firenze, socio lavoratore della Coop Sociale Quadrifoglio di Pinerolo, LA PIU’ GROSSA COOPERATIVA SOCIALE A LIVELLO NAZIONALE CON APPALTI ANCHE NELL’AREA LIVORNESE.

Il Giorno 27 Gennaio durante il lavoro veniva colpito da una crisi di esaurimento nervoso.

Una situazione che può presentarsi ad ognuno di noi, costretti a vivere con 800 euro al mese, in continua carenza di personale, dovendo farsi carico delle situazioni non solo personali ma anche degli ospiti a cui prestiamo assistenza. Una situazione personale aggravata sicuramente da un clima pesante che si respira all’interno della RSA in particolare per la mancata volontà da parte della Cooperativa di rispondere alle richieste dei lavoratori.

Il lavoratore, a causa del suo stato di salute, si allontanava dalla residenza. Recatosi dal medico gli veniva diagnosticato un forte stato depressivo, per il quale veniva redatto certificato medico. Facciamo notare che il suddetto lavoratore non ha creato situazioni di pericolo ne a lui ne agli altri operatori o ospiti.

Niente di sconvolgente per un settore dove il cosiddetto “BURN OUT” è fenomeno sempre più ricorrente.

Ma la cosa grave è che il giorno 29 Gennaio il lavoratore riceveva una “CONTESTAZIONE DISCIPLINARE CON SOSPENSIONE CAUTELATIVA”.

Come può una cooperativa sociale da una parte contenere nella propria ragione sociale “l’inserimento di soggetti svantaggiati”, “la solidarietà tra i soci”, porsi sul mercato come soggetto attivo nello sviluppo di migliori relazioni sociali e per il recupero di soggetti svantaggiati, dall’altra sospendere erogando una sanzione disciplinare ad un lavoratore solo perchè passa un brutto momento della sua vita, e addirittura procedere alla sua sospensione cautelare quando già il lavoratore è in malattia, e quindi non presente nel posto di lavoro?

Per noi questo è il comportamento che ci dimostra quanto dietro le belle parole si nasconda in realtà un meccanismo di sfruttamento che porta a disfarsi di un lavoratore quando questo è stato succhiato fino all’osso.

Se questo è l’atteggiamento verso un lavoratore in difficolta’ sarebbe meglio che forse non si occupassero neanche dei cosiddetti utenti.

La nostra organizzazione ribadendo il totale sostegno al lavoratore e l’augurio di superare al piu’ presto questo difficile momento, non ha intenzione di limitarsi ad azioni legali ma provvederà nel giorno di sabato 31 gennaio alle ore 11.00 A recapitare attraverso i suoi delegati “la nostra contestazione disciplinare alla cooperativa”.

Questo perche’ i lavoratori sono stufi di subire ogni giorni provvedimenti per le minime cose, subire pressioni psicologiche e intimidazioni senza rispondere.

Questa volta sara’ la cooperativa che dovrà rispondere ai lavoratori per il suo comportamento

RdB Cub Privato

Commenti (3)

lavoratore in burn out

a me pare impossibile che l'abbandono del posto di lavoro in una RSA (non certo un supermercato) non abbia creato disagi.... smettiamola di tutelare a QUALSIASI COSTO i dipendenti, anche passando sopra doveri imprescindibili quali l'assistenza a persone disabili ! Non credo che la situazione di burn out fosse così grave da non permettere al dipendente di dare un preavviso, anche solo di qualche ora al coordinatore perchè lo sostituisse....
il lavoro è fatto anche di DOVERI non solo di DIRITTI

(9 Maggio 2006)

Rosanna Palmas

rosannapal@libero.it

bur-out

I burn out sono sempre più frequenti in cooperativa. Io ho lavorato anche 11 ore in un nido come educatrice e se non fai come ti dicono dalla coop. ne paghi le conseguenze! I diritti non ci sono nelle coop. sociali, solo DOVERI!

(23 Luglio 2006)

Simona

toscanabella2000@yahoo.it

Nella COSTITUZIONE è sancito il DIRITTO alla Salute, al Lavoro, all'Istruzione, alla Casa, ecc...ecc.
e invece?????

Credo che la Guardia di Finanza dovrebbe intervenire nelle RSA per arrivare a capo della matassa. Le RSA devono essere gratuite per tutti.
Troppo spesso gli anziani sono lasciati in balia di loro stessi. Bisogna anche salvaguardare gli operatori nei loro doveri e nei loro diritti.
Penso che in generale, ci vorebbe più meritocrazia e meno speculazione, in tutti i campi.

(7 Luglio 2007)

Lorenzo

xfelixkay@tiscalinet.it

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