Imperialismo e guerra :: Siamo tutti palestinesi

Raffaele Ciriello, commemorato a Ramallah. Chi lo ha ricordato in Italia?

(15 Marzo 2003)

13 marzo 2002, durante l'assedio della Cisgiordania che avrebbe portato al massacro di Nablus e Jenin di aprile, veniva assassinato a Ramallah il fotografo italiano freelance Raffaele Ciriello. La triste circostanza della morte del fotografo Ciriello ci fece capire, ancora una volta, l'importanza del gioco delle parti nelle guerre sporche. Ciriello fu colpito da "fuoco amico", come asseri' infelicemente il sottosegratario italiano agli esteri, Antonione, di FI. Come se l'Italia fosse ufficiosamente in guerra contro il popolo palestinese. Il fatto di essere stato colpito da "fuoco amico" non diede a Ciriello i diritti accordati da morti, ad altri giornalisti caduti sul campo: niente richiesta di investigazioni, niente segretari e sottosegretari che esigevano l'arresto degli assassinii, niente commemorazioni televisive dei cantori di regime.
Persino i notiziari, dopo appena 24 ore, cominciarono a dribblare con fastidio qualsiasi riferimento all'esecuzione. Raffaele Ciriello, ucciso a sangue freddo come un cane da un militare israeliano in una strada di Ramallah, condivide, da morto, il destino dei palestinesi.

E da palestinesi noi lo ricordiamo: alzando la nostra voce contro i politici senza etica e contro i cantori di regime, denunciamo ancora una volta le pressioni e le violenze subite nei Territori palestinesi occupati dalla stampa "neutra", quella non inserita nel libro paga di Israele. E Raffaele Ciriello, ancorche' non palestinese, diventa per noi un altro simbolo dei diritti negati in Palestina.

Radio Città Aperta - Roma