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Siria: ancora scontri con morti e feriti

La cancellazione della legge di emergenza approvata dal presidente Bashar Assad non ha avuto effetti. E' stato un altro venerdi’ di sangue con almeno 60 vittime ma il numero potrebbe essere molto piu' alto

(23 Aprile 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

Siria: ancora scontri con morti e feriti

foto: www.nena-news.com

DI MARTINA IANNIZZOTTO

Damasco, 22 aprile 2011, Nena News - Migliaia di partecipanti sono scesi in strada oggi a Daraa, Bania, Homs, Hama, Deir Al Zoor, Ain al Arab, Qameishi, Aleppo, in numerosi villaggi e nei sobborghi di Damasco (Duma, Harasta, Mohamaya, Darraya). Le forze di sicurezza hanno disperso le proteste con lacrimogeni, cannoni ad acqua ed in alcune situazioni hanno aperto il fuoco. Le agenzie internazionali parlano di vittime a Duma (sobborgo di Damasco), a Izraa (villaggio vicino Daraa), a Mohamadiya (altro sobborgo di Damasco), a Barzeh (sobborgo di Damasco), ad Homs. Secondo gli attivisti il numero delle vittime, fissato stasera ad almeno 60, e’ destinato a crescere. Inoltre molti feriti non si recano presso gli ospedali per le medicazioni per paura di essere identificati ed arrestati dalle forze di sicurezza.

Da parte sua il sito dell’agenzia ufficiale SANA non riporta vittime, afferma che la popolazione non ha seguito i consigli del Ministro dell’Interno che aveva chiesto di non partecipare a manifestazioni e che le forze dell’ordine sono dovute intervenire con lacrimogeni e cannoni ad acqua per disperdere le proteste al fine di proteggere i cittadini e la proprieta’ privata. Le notizie giungono ancora da filmati di manifestanti e testimoni oculari.

Ieri, con la firma del presidente Bashar al Assad, e’ stata ufficialmente adottata la legge che cancella lo stato d’emergenza. Allo stesso tempo e’ stato approvata la norma che regolamenta le manifestazioni pacifiche, per cui e’ necessario ottenere un’autorizzazione dal Ministero dell’interno 5 giorni prima, specificare il luogo, l’oggetto ed anche gli slogans delle manifestazioni.

La tensione in previsione della giornata di oggi era salita da giorni. Teatro principale delle proteste (20 vittime) e’ dalla scorsa settimana Homs, terza citta’ della Siria, importante centro industriale, dove lunedi’ si era tenuto un sit-in nella centrale piazza dell’orologio che i manifestanti avevano rinominato “Tahrir square” in omaggio alla piazza della rivoluzione egiziana, piantando delle tende, disperso dalle forze dell’ordine.

Da lunedi’ sera l’esercito circonda Homs e da ieri carri armati sono appostati nel centro della citta’. L’esercito e’ presente anche a Banias e Daraa, le altre due citta’ teatro delle proteste.

Anche a Damasco ieri era aumentata visibilmente la presenza di forze di sicurezza. Nei dintorni della capitale, nei sobborghi dove nelle scorse settimane si sono registrati disordini come Duma, Harasta, Barzeh, la polizia hanno allestito posti di blocco.

Oggi il centro di Damasco era letteralmente deserto, con gran parte della popolazione chiusa in casa. Nelle vie adiacenti a piazza degli Abbasseen, grande rotonda vicina al centro, dove lo scorso venerdi’ le forze di sicurezza hanno disperso un corteo proveniente dai sobborghi di Damasco, si vedevano appostati ad ogni angolo bande di uomini in borghese con manganelli, bastoni elettrici e qualche fucile.

Damasco, con oltre quattro milioni di abitanti su una popolazione di 22 milioni di siriani, non ha visto scendere in piazza numeri significativi. Sono nei sobborghi della capitale, come Darayya e Mohamaya, si sono registrate proteste. Secondo un giovane, Munir: "molti degli abitanti di Damasco sono commercianti, parteggiano per lo status quo per non rovinare gli affari. Nel corso della storia Damasco non e’ mai stata conquistata e distrutta, ne’ dagli ommaiadi, ne’ dagli ottomani. Scenderanno in piazza quando sara’ chiaro chi sara’ il vincitore".

Con il passare delle settimane, gli slogan dei manifestanti si stanno trasformando da richieste di liberta’ e riforme alla domanda di un cambiamento di regime. Il fronte delle proteste appare variegato, molto legato al contesto delle varie localita’, ma con il tempo cresce la capacita’ organizzativa ed il numero dei partecipanti. Le concessioni del governo, anche se significative, non sembrano piu’ in grado di soddisfare quella domanda di cambiamento radicale che sta emergendo, anche se a tratti confusamente.

Nena News

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