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(16 Gennaio 2011) Enzo Apicella

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Siria: sanzioni usa contro fratello assad

L’Amministrazione Usa che non ha varato una singola misura contro la repressione in Bahrein, si prepara ad approvare sanzioni contro vari esponenti del Baath, primo fra tutti Maher Assad, fratello del presidente siriano. Il testo del documento firmato da 102 intellettuali contro la repressione. Uccisi altri 6 dimostranti a Daraa, 453 in totale.

(28 Aprile 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

Siria: sanzioni usa contro fratello assad

foto: www.nena-news.com

Roma, 27 aprile 2011, Nena News – C’è Maher Assad, fratello minore del presidente Bashar Assad, in testa all’elenco dei dirigenti politici e militari siriani contro i quali gli Stati Uniti intendono imporre sanzioni economiche. Maher Assad è il capo delle guardie presidenziali e secondo alcune fonti sarebbe dietro la repressione nei confronti dei manifestanti che da metà marzo protestano contro il regime. Lo afferma la televisione satellitare saudita al Arabiya. L’Amministrazione Obama ha anche proclamato chiusa la politica del “coinvolgimento” della Siria che avrebbe portato avanti negli ultimi due anni nei confronti di Bashar Assad. Washington che non ha condannato in alcun modo la repressione con decine di morti attuata da re Hamad del Bahrein contro i suoi sudditi che chiedevano democrazia e diritti, ora scende in campo con decisione per colpire Bashar Assad con il quale, peraltro, ha collaborato per anni nella cosiddetta «lotta al terrorismo», come ha riconosciuto ieri pubblicamente il generale Michael Hayden, capo della Cia dal 2006 al 2009, sotto la presidenza Bush.

Intanto sale a 453 morti il bilancio dei civili uccisi in Siria dall'inizio delle proteste lo scorso 18 marzo. La maggior parte dei civili sono stati colpiti a Daraa (oltre 30 morti solo da lunedì) nel sud, ma anche a Duma (Damasco), Homs nel centro e nelle tre città costiere di Latakia, Jabla e Banias. Altri sei siriani sono stati uccisi la scorsa notte a Daraa, città epicentro delle proteste iniziali, mentre blogger locali riferiscono di ammutinamenti nell’esercito.

Intanto si è chiuso ieri il forum di 40 oppositori siriani che si sono riuniti a Istanbul e formato in buona parte da esponenti della Fratellanza islamica. Nena News invece vi propone la traduzione (di Roberta Pasini) della Dichiarazione firmata l’altro giorno da 102 intellettuali siriani, schierati con le riforme e contro la repressione delle proteste.

“Noi, scrittori e giornalisti siriani, inviamo questa dichiarazione di protesta al regime siriano che agisce con pratiche repressive contro i manifestanti. Esprimendo le condoglianze per tutti i martiri del sollevamento siriano contro il regime, affermiamo il diritto di manifestare di tutti coloro che innalzano slogan di unità nazionale, che rivendicano la libertà e che richiedono l'istanza più importante, ovvero l'attuazione di un dialogo nazionale, comprendente tutte le fazioni del popolo siriano, affinchè si realizzi la richiesta di cambiamento pacifico in Siria.

Con questa dichiarazione noi condanniamo le pratiche dei media siriani di disinformazione, menzogna e occultamento della verità. Ci appelliamo ai giornalisti e ai mass media onesti all'interno dei mezzi di informazione istituzionali siriani affinchè interrompano il loro lavoro ufficiale e si ritirino dall'Unione dei giornalisti in segno di protesta contro un'organizzazione fallimentare e poliziesca, per salvaguardare l'onore della professione che richiede di stare dalla parte del popolo, di mostrare i fatti così come sono e non di essere complici nell'inganno. Condanniamo il silenzio dei tanti intellettuali siriani che non hanno rotto la barriera della paura. Chiediamo loro di prendere una posizione chiara sulle pratiche repressive del regime siriano, in quanto parte dell'eroico popolo siriano e in quanto élite che dovrebbe per prima dire la verità e non restare in ultima fila, rimanendo fuori dalla storia e dal suo corso”. Nena News

Nena News

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