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I migliori dell’Italia siamo noi. I precari rispondono a Brunetta con un presidio al Ministero

(16 Giugno 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.dirittidistorti.it

“I migliori dell’Italia siamo noi”, è questo lo slogan con cui i precari del comitato Il nostro tempo è adesso, la vita non aspetta saranno oggi alle 18 davanti al Ministero della Funzione Pubblica in risposta agli ennesimi insulti di Renato Brunetta. Già perche il ministro, dopo gli attacchi ai dipendenti pubblici, ai “fannulloni”, ora se la prende anche con i precari, come se loro di problemi non ne avessero già abbastanza.

E così giovani e meno giovani, alla disperata ricerca di un lavoro, di uno straccio di contratto, di un futuro che non sia più precario, invece di ricevere da parte del Governo risposte, la garanzia di un impegno concreto per risanare il mercato del lavoro, tutele e diritti, invece di tutto ciò ricevono solo insulti da uno dei ministri più avvezzi a certe uscite. Infatti durante una trasmissione televisiva Brunetta con grande naturalezza ha affermato "Ogni tanto c'è una madre che si lamenta con me perché suo figlio non trova lavoro, le dico: Bene, allora domani mattina alle 5 vada ai mercati generali a scaricare le cassette”.
Una battuta degna del presidente del Consiglio, che a suo tempo aveva consigliato a una precaria di sposare suo figlio. Di certo Berlusconi sarà orgoglioso delle uscite del suo ministro che, non contento ha replicato il giorno dopo. A Roma, in un convegno inserito nella Giornata Nazionale dell’Innovazione, e dal titolo “Giovani innovatori” il ministro è stato contestato da un gruppo della Rete precari della pubblica amministrazione che hanno srotolato sul palco uno striscione con scritto “Si scrive innovazione, si legge precarietà”. A quel punto il ministro, invece di rispondere alle domande che i precari cercavano di porgli e di aprire un dialogo con i contestatori, ormai esasperati da una precarietà che è diventata la norma, ha abbandonato il convegno attaccando così i precari: “Siete l’Italia peggiore!”.
Parole imbarazzanti, soprattutto in bocca a un ministro, tanto che i precari non ci stanno e rispondono: “l'Italia peggiore è fatta da chi insulta questo Paese. Chi non se ne va, chi studia, chi lavora, chi lotta per i proprio diritti rappresenta l'Italia migliore. Un'Italia che vuole rispetto”. Quel rispetto negato ai circa 240mila precari della pubblica amministrazione e ai 200mila della scuola, secondo i dati diffusi dalla Cgil.
Anche fra le forze di centro-sinistra lo sdegno per le parole di Brunetta è stato tanto, per Nichi Vendola “il comportamento e le parole usate dal ministro Brunetta sono inaccettabili, di fronte alla situazione dei precari, di fronte ad un tema che costituisce un'autentica tragedia sociale. È inaccettabile perché non si può liquidare con volgarità un problema che interroga la coscienza civile e democratica del nostro Paese”.
L’appuntamento per l’Italia migliore è quindi alle 18,00 davanti al Ministero della Funzione Pubblica, per dire che il lavoro è un diritto, che il rispetto è un diritto, che risolvere il problema della precarietà è, per il Governo, un dovere.

16-06-2011

Valentina Valentini
DirittiDistorti

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