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No alla guerra Nato

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(9 Aprile 2011) Enzo Apicella
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Le gravissime menzogne di guerra degli alleati locali della Nato. Mentre Tripoli sprofonda

(29 Agosto 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

Le gravissime menzogne di guerra degli alleati locali della Nato. Mentre Tripoli sprofonda

foto: www.radiocittaperta.it

Di menzogne, fondanti e accessorie, per demonizzare l’avversario e nobilitare l’intervento Nato, la guerra in Libia è costellata. Come ha scritto Lucio Caracciolo, stavolta si è assistito più del solito al collasso dell'informazione. Questo si aggiunge alle notizie tragiche che arrivano da Tripoli anche rispetto a vendette su chi era visto come “gheddafiano” (anche un anziani capi tribali portato via da un'auto, e gli studenti che aiutavano gratuitamente per il lavoro di traduzione con i giornalisti). Nemmeno alcuni ragazzi del Niger rispondono più...spero siano partiti con la nave dell'Oim...E non ci sono notizie dagli sfollati dall'Est... Ecco le due ultime menzogne.

1. “I lealisti Gheddafi hanno tagliato acqua e luce a Tripoli”

Il presidente del Consiglio nazionale di transizione (Cnt), ovvero di una fazione degli alleati libici della Nato, Mustafà Abdel Jalil, lancia l'allarme umanitario per la tragedia che è diventata Tripoli e sostiene fra l'altro che manca l'acqua a Tripoli perché "i lealisti l'hanno tagliata". Il Cnt mente in dagli inizi del conflitto, quando sostenne che i "miliziani di Gheddafi" avevano fatto diecimila morti e 50mila feriti fra i manifestanti inermi; poi era venuto fuori che si trattava di enorme menzogna, e una ricerca successiva di Amnesty stimava in poco più di duecento i morti delle due parti nei primi scontri (prebombe Nato). L'attuale menzogna di Abdel Jalil è una grande vergogna. In realtà la colpa è della Nato e del Cnt. a) come spiega Al Jazeera che è andata ai centri di pompaggio apposta per smentire l'accusa, i depositi sono vuoti perché la mancanza di elettricità rende impossibile il pompaggio dal Grande fiume (e anche nei palazzi alti occorrono pompe (ricordo che a Baghdad durante l'attacco Usa mancava la luce dalla fine di .marzo 2003 e ben preswto il Palestine che non aveva un generatore enorme non potè più garantire l'acqua ai piani alti; i giornalisti venivano a farsi la doccia nel piccolo hotel dei paciisti, AL Fanar, pochi piani serviti da un generatore). A Tripoli questa mancanza di elettricità in forma meno accentuata c'era anche prima, quando in città regnava la calma a parte e bombe NAto. Anche agli inizi di agosto.

E in Libia, con buona pace di Abdel Jalil, di chi è la colpa per i black out elettrici causa di mancanza di acqua (vba bene se la pressione è bassa...)? Di un combinato disposto fra A) effetto dei bombardamenti Nato su infrastrutture anche civili B) rottura degli approvvigionamenti petroliferi (le centrali sono termoelettriche)
casusa l'embargo navale e i combattimenti in aree strategiche; c)sabotaggti di oleodotti e gasdotti dalle montagne Nfusa, a opera dei "ribelli".

2. “Una psicologa di Bengasi denuncia: Gheddafi e i figli stupravano le amazzoni”

L'inviato di Repubblica a Bengasi Pietro Dal Re (che mesi fa in un suo articolo ha attribuito alle parole del povero monsignor Martinelli un significato opposto a quello che avevano, un atto gravissimo anche se monsignore ha lasciato correwre o forse non ne è venuto a conoscenza) adesso in questo articolo
http://www.repubblica.it/esteri/2011/08/28/news/stupri_libia_amazzoni-20980520/
alla ricerca del sensazionalismo - ancora più immorale in un paese martoriato dalla guerra - o forse trascinato dal suo evidente amore per i "ribelli", prende una cantonata meritevole di essere citata nei corsi di giornalismo. Insomma cinque guardie del corpo ("amazzoni") di Gheddafi avrebbero detto alla dottoressa Siham Sergewa di Bengasi di essere state più volte stuprate (ancora??) da Gheddafi e anche dai suoi figli. La Sergewa è una "nota psicologa infantile (...) alla quale le ex body guard del Raìs hanno raccontato di essere state abusate non soltanto da lui e anche dai suoi figli". Ma il signor Dal Re non ha letto già mesi fa che questa tipa è stata screditata dall'inviato dell'Onu Bassiouni e da Amnesty International? La tipa era stata la fonte dell'accusa urbi et orbi ai soldati libici (governativi) di usare lo stupro come arma di guerra. Cosa aveva fattO? Aveva detto e il mondo le aveva creduto, di aver spedito per posta alle donne dell'Est libico, settimane dopo gli scontri di febbraio, 70.000 questionari a donne libiche, ottenendo indietro ben 60.000 questionari compilati in tre settimane! E di queste, 259 donne avevano confermato di essere state violentate da soldati "di Gheddafi".

Come si può leggere in questo articolo fra molti
http://www.nytimes.com/2011/06/20/world/africa/20rape.html?_r=1&pagewanted=all, diversi esperti avevano guardato con scetticismo a queste affermazioni (possibile che in un contesto di guerra in Libia si riesca ad avere 60.000 risposte per posta???). Poi il discredito ufficiale: quando Diana Eltahawy, di Amnesty International, le ha chiesto di poter incontrare alcune donne, la psicologa ha detto di aver perso i contatti.http://www.libyafeb17.com/2011/06/amnesty-questions-claim-that-gaddafi-ordered-rape-as-weapon-of-war/

Cherif Bassiouni inviato dell'Onu ha sostenuto di non aver alcuna prova di stupri, ha parlato di isteria di massa e quanto alla dottoressa Sergewa, ha spiegato che quando le è stata chiesta copia dei 60.000 questionari, non li ha mai inoltrati.

La Sergewa mente. Del resto pare che della "notizia" oltre a Dal Re abbia parlato solo un giornale maltese (intervistabdo la Sergewa) e shabablibya, organo degli alleati locali della Nato. Alla sera del 28 agosto, gli altri media tacevano. Conoscendo i recenti explopit della donna.,

Possibile che una persona che si suppone sia pagata come giornalista _ Pietro Dal Re - non sia a conoscenza di queste vicende?

28 agosto 2011

Marinella Correggia
Radio Città Aperta - Roma

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