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Stefano Gugliotta

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(11 Maggio 2010) Enzo Apicella
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'No alla norme ammazza-blog'. Giovedì di nuovo in piazza

(27 Settembre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

'No alla norme ammazza-blog'. Giovedì di nuovo in piazza

foto: www.radiocittaperta.it

27-09-2011/14:31 --- Il governo torna alla carica sul ddl intercettazioni, fortemente voluto dal premier Silvio Berlusconi, e il Comitato per la liberta? e il diritto all'informazione, alla cultura e allo spettacolo torna a manifestare giovedì 29 settembre in piazza del Pantheon.

Questa volta a protestare contro le iniziative del governo di "imbavagliare l'informazione con la legge sulle intercettazioni" parteciperanno anche blogger e internauti per scongiurare le norme cosiddette "ammazza blog".

Una disposizione per cui, letteralmente, ogni gestore di "sito informatico" ha l'obbligo di rettificare ogni contenuto pubblicato sulla base di una semplice richiesta di soggetti che si ritengano lesi dal contenuto in questione.

In particolare il comma 29 dell'art. 3 del ddl intercettazioni su cui l'esecutivo sembra pronto con molta fretta a porre la fiducia prevede infatti, nella dicitura originale, che "per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro 48 ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono". La mancata rettifica nei termini comporterebbe per il blogger una sanzione pecuniaria sino a 12 mila euro. Una vera e propria misura restrittiva che metterebbe in ginocchio la libertà di espressione sulla Rete, e anche le finanze di chi rifiutasse di rettificare, senza possibilità di opposizione, ciò che ha ritenuto di pubblicare. Senza contare l'accostamento di blog individuali a testate registrate, in un calderone di differenze sostanziali tra contenuti personali, opinioni ed editoria vera e propria. Ai fini della pubblicazione della rettifica, non importa se il ricorso sia fondato: è sufficiente la richiesta perché il blog, sito, giornale online o quale che sia il soggetto "pubblicante" sia obbligato a rettificare.

Praticamente al di là delle diffamazioni e degli insulti, ogni contenuto sul web diventerebbe potenzialmente censurabile, con l'invio di una semplice mail. Il governo prova ancora una volta a mettere il bavaglio al web sembra infatti che questa norma si riferisca non solo a qualunque blog, sito o portale ma addirittura alle pagine presenti sui social network. Il web non ci sta e si ribella.

Tatiana Fabbrizio, Radio Città Aperta

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