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(25 Ottobre 2011)
anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it
foto: www.radiocittaperta.it
25-10-2011 --- In gioco non ci sono solo pensioni ma i diritti dei lavoratori e i beni comuni. Domani in piazza ovunque sia possibile. Il Comitato 1 ottobre “Noi il debito non lo paghiamo” invita a mobilitarsi.
“No al taglio delle pensioni, no ai licenziamenti ancor più facili, alla flessibilità selvaggia, alle privatizzazioni. No all'ultimatum della Commissione Europea contro le conquiste sociali delle lavoratrici e dei lavoratori italiani. Domani, mercoledì 26, organizziamo proteste a Roma e in tutto il paese. Il comitato 1° ottobre, l'appello "Noi il debito non lo paghiamo, dobbiamo fermarli" si mobilita in difesa delle pensioni, dei diritti, della democrazia, contro il governo e contro i diktat e gli ultimatum dell'Unione europea. I nostri diritti valgono di più dei profitti delle banche.
“Bisogna di nuovo scendere in piazza e avere chiaro che tutti i movimenti di lotta, dai lavoratori ai cittadini indignati, agli studenti, ai movimenti ambientali, hanno oggi due avversari. Da un lato il governo in carica, dall'altro il governo unico delle banche e della finanza che ha commissariato il governo Berlusconi e che vuole imporre le sue decisioni al nostro paese. Non c'è alcuna unità nazionale accettabile per tagliare le pensioni e i diritti dei lavoratori" afferma Giorgio Cremaschi in una nota diffusa ieri "Bisogna mettere in discussione la schiavitù del debito e chiarire che nessuno può pagare oggi i tassi di usura del debito pubblico per salvare le banche” . Dal canto suo la Usb annuncia che le azioni di lotta contro i diktat della Bce non sono affatto concluse "Dopo lo sciopero del 6 settembre e la manifestazione del 15 ottobre USB continua le mobilitazioni contro il pagamento del debito e per non far ricadere ulteriormente la crisi sulle fasce della popolazione che già subiscono pesantemente questa situazione: il tempo di altre azioni di lotta sindacale è ormai arrivato” "Cari Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, ridete pure di Berlusconi e fate di lui ciò che volete, ma noi non vogliamo continuare a far ridere i vostri banchieri" conclude in un comunicato l'Usb.
Al contrario, dal Pd giungono aperture pericolose in materia di pensioni: "E' immaginabile alzare l'eta effettiva con meccanismo di uscita flessibili tra i 62 e i 70 anni con meccanismi di incentivi e di disincentivi". Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha illustrato così la proposta del Pd sulla riforma del sistema previdenziale. Però "attenzione", aggiunge Bersani, "bisogna fare un pacchetto di riforme" e "non è credibile che chi non ha fatto nulla fin qui domattina faccia queste cose". Per Nicolosi della Cgil invece “se il disegno di Berlusconi è costringere milioni di cittadini a passare direttamente dal lavoro alla tomba, l'urlo di ribellione diventa assolutamente necessario". Non si registrano però al momento dichiarazioni analoghe nella direzione della Cgil.
Federico Rucco (Contropiano)
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