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(16 Maggio 2012) Enzo Apicella
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Il pareggio di bilancio non deve entrare nella Costituzione!

(4 Dicembre 2011)

Il capitalismo selvaggio sta assestando i propri colpi attraverso l’alibi della crisi e dell’urgenza delle manovre da varare e come ciclicamente succede, ci troviamo allo scontro classe-capitale. I nostri ceti di riferimento si trovano nuovamente a dover pagare il conto di una situazione basata sulla mancata redistribuzione della ricchezza, sul profitto di pochi a danno della collettività e del futuro dei giovani.

La società civile è informata quotidianamente, attraverso un’infinità di notizie in cui predomina l’ideologia propria delle banche e della finanza; il bombardamento è tale da far passare come normali, misure istituzionali, il cui risultato sarà la devastazione dello stato sociale, il cosiddetto welfare; il Capitale, attraverso i suoi organi di comunicazione di massa, impone un sistematico “lavaggio del cervello” per convincerci che la sua è la via maestra per uscire dalla crisi e l’unico modo per rimanere aggrappati all'Europa dei “grandi”.

La decisione del governo di modificare la Costituzione e imporre il pareggio di bilancio, è inconcepibile. È un vincolo che nessuno pratica nella propria quotidianità. Il capitalismo punta ad usare le risorse degli Stati, per assicurare la stabilità della rendita alle banche. È diventato prioritario stabilizzare la finanza anziché finanziare la scuola, la sanità, la ricerca … I “mercati”, i veri controllori di questo piano, sono pronti a castigare chi non è allineato sulle loro posizioni. Intere nazioni, dall’ America Latina alla Russia sono state razziate e distrutte in passato, da un simile meccanismo , e adesso tocca a noi.
Che fine faranno i principi costituzionali di equità sociale e solidarietà presenti nella prima parte della nostra Costituzione? Il debito italiano non deriva da un aumento della spesa sociale, ma è ingigantito dall’ irrilevante tassazione sulle rendite finanziarie, sui grossi patrimoni; il debito si alimenta a causa della timida lotta all’evasione fiscale. Il debito c’è perché sono sempre stati garantiti gli speculatori, gli affaristi, i padronati, i banchieri.

È pertanto prioritario difendere la democrazia e resistere all’attacco alla Costituzione.

Alberto D'Andrea Marina Alfier Pdci-FdS Veneto Orientale

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