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(21 Dicembre 2011) Enzo Apicella

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Manovra. I soliti accordi

(7 Dicembre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.dirittidistorti.it

Di Stefano Giusti - “La manovra è stata fatta giusto in tempo per evitare la catastrofe". Le parole sono del Presidente della Repubblica, la musica è del Presidente del Consiglio, sicuramente ricco di stile e di buona e compiacente stampa ma, in quanto a contenuti, molto legato alle solite sinfonie, quelle suonate da tutti i governi succedutisi, che hanno messo le mani in tasca sempre e solo a pochi sicuri contribuenti: i lavoratori, meglio se dipendenti, a reddito medio basso. Vorremmo capire a chi e dove è stata evitata la catastrofe, perché dal nostro punto di vista sembra appena cominciata. La manovra da 20 miliardi di Euro è composta per 17,9 da tasse, tasse non certo sul patrimonio, ma in gran parte sul reddito di chi già stenta ad arrivare a fine mese.

Il blocco delle indicizzazioni della pensione toccherà il 70% dei sussidi erogati e non riguarderà solo le pensioni sotto i mille euro, come se chi vive con una pensione di 1200 euro per esempio si possa permettere lussi da nababbo. I rincari della benzina sono già partiti, a settembre l’Iva toccherà il 23% facendo inevitabilmente salire i prezzi. Come crede che faranno, signori Ministri e signor Presidente, i pensionati ad arrivare a fine mese? E i lavoratori “working poor”, quelli che pur lavorando percepiscono paghe misere, come potranno sostenere quest’ondata di rincari? E le tasche di chi andrà a colpire l’IMU, ennesima gabella partorita dalla fervida fantasia dei nostri politici che giocano con gli acronimi e tassano la casa come fosse un bene di lusso e non un diritto. Gli interventi a favore del lavoro? Nessuno come al solito. Si allunga l’età pensionabile, in un epoca in cui i primi a essere licenziati sono proprio i lavoratori in età matura che si ritroveranno sempre di più senza un lavoro e con ancora tanti, troppi anni di distanza dalla pensione. Si parla di vaghi “incentivi” alle imprese che assumono donne e giovani, rinfocolando la guerra tra poveri e soprattutto allontanando sempre e con forza, l’idea di un reddito di sostegno esteso a tutti i disoccupati. La lotta all’evasione è fatta a parole ma nei fatti si va sempre verso un’altra direzione. Si tassano i capitali rientrati con lo scudo di un altro 1,5% che aggiungendosi al precedente 5% porta la “terribile” punizione al 6,5%. Ridicolo. Ci spieghino perché nel resto d’Europa la tassazione sui capitali scudati è stata mediamente del 20% mentre qui da noi si è quasi premiato chi ha portato soldi all’estero. Perché non è stata fatta una vera e propria patrimoniale sulle grandi ricchezze? In questi giorni la Banca d’Italia ha presentato il “Bollettino sulla ricchezza delle famiglie” e il quadro che ne esce non è certo incoraggiante: il 10% delle famiglie possiede il 45% della ricchezza, mentre c’è un 50% delle famiglie che in totale arriva a mettere insieme il 10% della ricchezza totale. Insomma un paese spaccato in due tra chi conduce una vita agiata e chi fatica a mettere insieme pranzo e cena. E allora perché non è stata introdotta una tassa sulle transazioni finanziarie, per colpire chi specula e si arricchisce non producendo lavoro ma solo facendo girare il denaro? Non capiamo proprio da quale catastrofe ci siamo salvati, a meno che per qualcuno la catastrofe sia quella di vivere in un paese normale, dove l’evasione fiscale e la corruzione siano realmente combattute e dove il lavoro e il reddito tornino ad essere un diritto di tutti e non solo dei furbi e delle caste, quelle sì sempre fuori da ogni crisi.

Stefano Giusti - Sociologo, Operatore di Placement e Orientamento per l’Università Roma Tre. Presidente dell’Ass.ne Atdal Over 40, che si occupa della disoccupazione in età matura

7-12-12

DirittiDistorti

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