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La Gelmini ha ragione

La Gelmini ha ragione

(26 Novembre 2010) Enzo Apicella
Manifestazioni studentesche contro la "riforma" Gelmini in tutte le città.

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(Flessibili, precari, esternalizzati)

Alto tasso di sfruttamento nei centri commerciali

(14 Dicembre 2011)

Riportiamo la lettera scritta da un lavoratore di una cooperativa che opera per conto di un grande supermercato , la testimonianza ci fa conoscere una realtà basata sullo sfruttamento selvaggio della forza lavoro. Cose di ordinaria amministrazione nel commercio alle quali, almeno noi, non intendiamo piegarci .
Per questa ragione stiamo organizzando presidi davanti ai principali centri commerciali della provincia di Pisa in difesa dei lavoratori e delle lavoratrici.


Cittadino\a leggi con attenzione e scopri cosa si cela dietro alle scintilanti luci natalizie dei centri commerciali

Lavoro per una Cooperativa di carico-scarico merci ai magazzini centrali di una grande catena di supermercati, orari e ritmi massacranti, zero diritti
Disponibilità totale, orari imposti la sera per la mattina, ... o la mattina per il giorno stesso (o la notte).
La "produttività", misurata in numero di “colli” prelevati e caricati, è controllata e se non raggiungi obiettivi giornalieri minimi ti riprendono chiedendo spiegazioni e se non ubbidisci arrivano i rapporti, le multe .... Ti inducono così a mantenere ritmi di lavoro sempre al limite della sopportabilità , se poi ti infortuni è scontato che tu dica di esserti fatto male altrove.
La paga, formalmente oraria, è praticamente a cottimo, in base a quanta merce riesci a caricare sui bancali in un turno di lavoro di 6 ore.
La timbratura di entrata deve avvenire 10 minuti prima di inizio turno, quella di uscita nei 10 minuti successivi, il tempo per cambiarsi e indossare la divisa non viene conteggiato nell'orario di lavoro, anzi la divisa te la devi lavare e stirare da te. Non c'è né mensa né si ha diritto a buoni pasto: i turni sono infatti formalmente di 6 ore, non prevedono quindi la pausa pranzo. Di fatto però, quando c'è molto lavoro, si fanno anche doppi turni (12 ore consecutive) e mangiare diventa un optional. Non esistono locali mensa, non esiste il diritto al buono pasto,e se dallo scaffale prendi anche un merendino con la data di consumazione in scadenza sei licenziato!

La forma contrattuale è quella di “socio lavoratore” di cooperativa, ma ci sono anche gli interinali, i lavoratori a progetto, i part time a 15 ore. A discrezione del capo turno, se c'è lavoro ti fermi ore in più (senza neanche chiedere, te lo dicono e basta), se non c'è lavoro vai a casa prima (perdendo così delle ore di paga).
In questo tipo di lavoro il ricambio degli operai della cooperativa è altissimo: i lavoratori, spesso e volentieri migranti, rimangono in media qualche mese, poi scappano o vengono “indotti” a lasciare...ma per loro la questione principale è quella legata al permesso di soggiorno, che diventa quasi un'arma di ricatto implicita per far accettare qualsiasi condizione. Questa è la condizione di chi opera all'interno delle piattaforme che sono le strutture adibite la rifornimento dei vari supermercati (ogni catena ha una sua piattaforma che di solito organizza la distribuzione su due regioni), piattaforme dove non operano solo dipendenti del gruppo (o del marchio) ma cooperative in appalto e lavoratori interinali

La SICUREZZA è pari a ZERO, pura formalità: ci sono bancali vecchi e mezzi rotti sospesi a 7 metri di altezza, che i carrellisti caricano col muletto ad una velocità impressionante col rischio di farli cadere su altri lavoratori. Dove non c'è il muletto ti contano quanti pezzi porti a posto e se scendi sotto la media sono dolori. Tutto ciò comporta elevato rischio di incidenti e infortuni.La stessa denuncia di infortuni sul lavoro ha comportato per alcune lavoratrici l'inizio di un calvario tra richiami orali e scritti, rapporti disciplinari anche per semplici ritardi di un un minuto, giorni di sospensione e una pressione psicologica che ha determinato stati di ansia, depressione e paure

Quanto vi abbiamo appena descritto accade ogni giorno nei centri commerciali italiani, sono i lavoratori invisibili, spesso immigrati per i quali lo sfruttamento selvaggio equivale al permesso di soggiorno. lavoratori e lavoratrici con una paga da fame a 6,99 euro lordi all'ora.
E per gli italiani c'è sempre quache cartella esattoriale di Equitalia pronta a succhiarti il sangue !

Rompiamo la gabbia dello sfruttamento nel commercio! lavoro, diritti, dignità, condizioni di vita degne di questo nome

Lavoratori e lavoratrici del Cobas lavoro privato di Pisa

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