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Per i tre operai della Fiat

Per i tre operai della Fiat

(25 Agosto 2010) Enzo Apicella
Melfi. La Fiat licenzia tre operai, il giudice del lavoro li reintegra, la Fiat li invita a rimanere a casa!

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Melfi. La Fiat non Fa rientrare a lavoro i tre operai

(25 Febbraio 2012)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.dirittidistorti.it

Melfi. La Fiat non Fa rientrare a lavoro i tre operai

foto: www.dirittidistorti.it

La Fiat, dopo la pronuncia della Corte d'Appello che reintegra i tre operai di Melfi, si ripete con le stesse modalità e lo stesso telegramma del 2010: La Fiat «non intende avvalersi delle prestazioni lavorative» dei tre operai di Melfi reintegrati, così il telegramma della vergogna.

Una azienda, una delle più grandi, non intende adeguarsi alle decisioni della Corte d'Appello di potenza. Così Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte e Marco Pignatelli non potranno rientrare a lavoro. E proprio in questo caso si comprende anche il valore e il significato dell'articolo 18, che nel caso di licenziamenti senza giustificato motivo, prevede il reintegro sul posto di lavoro, riconoscendo dignità al lavoro e al lavoratore.

I legali dei tre lavoratori annunciano battaglia per far rispettare la sentenza, mentre la Fiom si rivolge al Presidente Napolitano. «La Fiat cerca ancora atteggiamenti discriminatori nei confronti dei lavoratori, ma noi faremo di tutto per riportare al lavoro i tre operai dello stabilimento di Melfi (Potenza), anche appellandoci direttamente al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano». Lo ha fatto sapere il segretario lucano della Fiom, Emanuele De Nicola, in riferimento ai telegrammi con cui la Fiat ha comunicato ai tre operai di Melfi che «non intende avvalersi delle loro prestazioni lavorative».

Per il segretario confederale Cgil, Vincenzo Scudiere, «la Fiat non si smentisce mai. Non rispettare le sentenze è, ancora una volta, un esempio del suo cattivo rapporto con il Paese e con la Magistratura».

24-2-12

Alessandra Valentini
DirittiDistorti

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