Stato e istituzioni :: L'oppio dei popoli

Sfruttamento e truffe, in nome di Dio

(23 Agosto 2012)

Vasily-Boiko-Veliky nel suo ufficio

Il processo Pussy Riot avrà anche cementato l’alleanza Stato-Chiesa in Russia, ma non ha certo migliorato molto l’immagine di una certa parte della gerarchia ortodossa. Che continua ad essere al centro di polemiche sul suo rapporto con la mondanità e il denaro. L’ultimo scandalo non riguarda direttamente un prete ma un uomo molto vicino al patriarcato, al punto da presentarsi come un quasi-monaco: tal Vasily Boiko-Veliky, “imprenditore religioso”, animatore di un movimento politico chiamato “Per la Santa Russia” nonché titolare di una grande azienda agroalimentare con seimila dipendenti. Boiko sarebbe, secondo le notizie fatte filtrare dalla procura, il capo di una rete di personaggi di malaffare che negli ultimi anni sono riusciti a sottrarre agli agricoltori della regione di Mosca la bellezza di 3600 ettari di buona terra per un valore di circa 10 milioni di dollari, attraverso una società di intermediazione finanziaria. Non è chiaro se la terra tolta con raggiri ai contadini sia stata incorporata nell’azienda di Boiko, la Russkoye Moloko (“latte russo”) che si estende su circa 37.000 ettari, usati per allevamenti di bovini da latte e coltivazioni a foraggio.

L’imprenditore, che si proclama fedele ortodosso, è sotto inchiesta da anni per vicende del genere, e ha anche già passato del tempo dietro le sbarre, venendo poi sempre rimesso in libertà. Il suo nome è assurto agli onori della cronaca internazionale due anni fa, nell’agosto 2010, quando pubblicò un nuovo regolamento aziendale che prevedeva il licenziamento in tronco per i dipendenti che non si fossero uniformati diligentemente alle prescrizioni della Chiesa ortodossa, in particolare in materia di matrimonio e di aborto. Ai dipendenti (maschi o femmine) conviventi in un regime di coppia senza essere regolarmente sposate in chiesa (il normale matrimonio civile non conta, diceva il regolamento) veniva dato un mese di tempo per regolarizzare la loro posizione, pena il licenziamento, previsto poi immediato e senza appello per le dipendenti che avessero osato abortire.

I prodotti dell’azienda “religiosa” di Boiko-Veliky sono di gran lunga i più costosi presenti sul mercato russo, e vendono bene comunque in virtù della loro pretesa di essere totalmente naturali, biologici, ecc. – caratteristiche molto apprezzate dai consumatori di classe medio-alta, da sempre preoccupati del generale avvelenamento della Russia. Ma non risulta che altrettanto alti siano i salari dei suoi dipendenti. Dmitrij Medvedev, quando era ancora presidente, si fece fotografare insieme a Putin mentre assaggiavano i prodotti di “Russkoye Moloko”: un bello spot, di cui forse ora potrebbero (o comunque dovrebbero) pentirsi.

22 agosto 2012

Astrit Dakli - ilmanifesto.it