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Mistero su intenzioni Assad. Damasco nega richiesta asilo in America latina

(7 Dicembre 2012)

Al presidente siriano sarebbe stato offerto asilo politico in America Latina. Damasco smentisce. La caduta di Assad potrebbe moltiplicare i settarismi interni.

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di Emma Mancini

Roma, 7 dicembre 2012, Nena News - Bashar al-Assad sarebbe in procinto di fuggire all'estero. Questa la rivelazione fatta dal quotidiano israeliano Ha'aretz e subito ripresa dall'amministrazione statunitense. Damasco smentisce: il presidente resta al suo posto.

Ieri funzionari americani hanno fatto sapere di numerose offerte di asilo politico da parte di Stati arabi e non al presidente siriano Assad, alle prese da oltre 20 mesi con una guerra civile che sta mettendo in serio pericolo sia la tenuta del regime, che la stabilità di uno dei Paesi leader della regione. Secondo il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Mark Toner, le offerte di asilo sarebbero giunte anche dall'America Latina: "Sappiamo che alcuni Paesi, sia nella regione che altrove, hanno offerto di ospitare Assad e la sua famiglia. Non abbiamo prove di inviti ufficiali o proposte concrete".

Le voci di un presunto asilo politico sono cominciate dopo il recente viaggio a Cuba del vice ministro degli Esteri, Fayssal Mekdad. Mekdad, dopo Cuba, è volato in Venezuela, Nicaragua e Ecuador. Secondo Ha'aretz, il vice ministro avrebbe consegnato ai governi sudamericani una lettera personale nella quale Assad chiede asilo politico per sé e la propria famiglia, nel caso di una fuga obbligata da Damasco.

A fornire una sponda alla famiglia presidenziale, anche la Tunisia: il presidente tunisino avrebbe offerto ad Assad asilo politico lo scorso marzo. Ma secondo vari analisti politici, la meta ideale sarebbe l'Iran: "Il presidente Assad potrebbe godere dell'appoggio di molti Paesi del mondo - ha spiegato Andrew Tabler - La domanda vera è quanto a lungo potrebbe sopravvivere là, quanto a lungo vivrebbe in sicurezza prima di essere catturato. Teheran è molto più sicura".

Damasco smentisce: il presidente non è in procinto di fuggire, ma resterà in Siria per difendere popolo e poltrona: "Non sono un pupazzo - avrebbe detto Bashar - Sono siriano, sono nato in Siria. Devo vivere in Siria e morirci". Anche Ghassan Abbas, ambasciatore siriano in Venezuela, ha negato le voci che darebbero Abbas vicino a chiedere asilo all'estero.

Annunci che giungono in giorni caotici e tesi: Damasco, la capitale e roccaforte del regime siriano, appare sotto assedio. Gli attacchi e le azioni militari dei gruppi armati di opposizione si stanno drammaticamente intensificando. L'avvicinamento dei ribelli alle stanze del potere, secondo molti osservatori, sarebbe il segno di un imminente crollo del governo siriano.

Ma non sono pochi quelli che ritengono che un'eventuale fuga del presidente non farebbe che peggiorare la situazione, stretta tra una maggioranza sunnita di opposizione e una minoranza alawita sciita di governo. Con la caduta di Bashar al-Assad e senza una transizione politica controllata, una Siria senza presidente potrebbe diventare teatro di vendette e settarismi più sanguinosi di quelli attuali.

Nena News

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