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Grecia: la troika pretende altri tagli ai salari. Scioperi ovunque

(5 Febbraio 2013)

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I rappresentanti di FMI, UE e BCE premono sul governo Samaras affinché elimini gli aumenti salariali automatici concessi in base agli anni di servizio dei lavoratori. Sciopero a oltranza dei marittimi e degli agricoltori, fermi anche i giornalisti.


La Troika, composta dai rappresentanti dei cosiddetti creditori internazionali della Grecia (Ue, Bce e Fmi), sta esercitando forti pressioni sul governo di Atene affinché abolisca gli scatti automatici di stipendio che i lavoratori percepiscono in base al numero degli anni di servizio. Il governo ha in programma nei prossimi giorni di cominciare l'esame della questione del salario minimo che dal mese scorso è stato già ridotto a 586,08 euro (!) dopo le forti insistenze della stessa Troika. Secondo le indiscrezioni pubblicate da alcuni quotidiani, ora i rappresentanti della troika pretendono che dalla nuova legislazione vengano esclusi gli aumenti automatici dello stipendio. In base alla legge sul lavoro ancora in vigore, i lavoratori che percepiscono il salario minimo devono infatti ricevere un aumento mensile di 58,61 euro ogni tre anni.
Le continue pretese di UE e FMI non fanno che gettare benzina sul fuoco della protesta sociale.

Gli agricoltori greci restano sul piede di guerra in attesa delle decisioni del governo circa le loro richieste che riguardano, fra l'altro, la diminuzione del prezzo del gasolio per i loro trattori e dell'Iva per i prodotti agricoli, mentre continuano a rafforzare con la loro presenza i blocchi stradali approntati da giorni in diversi punti del Paese. Negli ultimi giorni alcuni blocchi stradali sono stati rinforzati sino ad interrompere per alcune ore la circolazione dei veicoli sull'autostrada Egnatia nella Grecia Settentrionale. Per ora, avvertono le organizzazioni degli agricoltori, i blocchi stradali sono poco più che simbolici ma potrebbero diventare permanenti se il governo non darà risposte concrete alle richieste dei lavoratori della terra.

Intanto si è concluso questa mattina alle 6.00 lo sciopero di 24 ore di tutti i dipendenti dei mezzi d'informazione pubblici greci, convocato in segno di protesta contro la politica del governo nel settore dell'informazione. "I lavoratori dei mezzi d'informazione pubblici – si legge in un comunicato diffuso dall'organo sindacale del settore (Poesy) – rivendicano la firma dell'accordo collettivo di lavoro ed il rinnovo del contratto di lavoro dei 74 giornalisti della televisione pubblica (Ert) che scadono nei prossimi giorni e la revoca del licenziamento di otto giornalisti della stazione radio comunale FM 9,84". "Inoltre, conclude il documento, i lavoratori chiedono l'indipendenza dell'informazione dei mezzi d'informazione pubblici".

Continua invece un ulteriore sciopero di 48 ore dei collegamenti da e per le isole greche a causa di uno sciopero convocato dai lavoratori del settore. Le isole della Grecia resteranno irraggiungibili dal continente fino alle 6.00 di domani per effetto della nuova protesta – la terza consecutiva dal 31 gennaio – proclamata dalla Federazione Nazionale Lavoratori Marittimi (Pno). "La Direzione del Pno – si legge in un comunicato della centrale sindacale - nella riunione odierna ha constatato il successo dello sciopero del settore, che continua per il quarto giorno consecutivo, con i lavoratori marittimi che lottano per la loro sopravvivenza professionale contro il disegno di legge del ministero della Marina che distrugge il settore". Alcuni giornali, come Kathimerini, sostengono che il premier Antonis Samaras stia pensando seriamente a precettare i marittimi così come ha già fatto con i dipendenti della metropolitana di Atene, rimasti in sciopero 8 giorni prima dell’intervento della polizia.

Marco Santopadre - Contropiano

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