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Disseto idrogeo logico

Disseto idrogeo logico

(5 Novembre 2011) Enzo Apicella
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(Il saccheggio del territorio)

Padova: No alla orbitale

(24 Settembre 2004)

In un territorio, come quello della nostra provincia, già ampiamente sfruttato da insediamenti produttivi opere stradali e cementificazioni, si avviano nuove e pesantemente invasive “grandi opere” .

Avremo conseguentemente, lo sviluppo di nuove e “importanti” urbanizzazioni , la creazione di nuovi centri commerciali e di altre zone industriali. Il prezzo che pagheremo sarà quello di un aumento dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua, la cementificazione di altre aree in un territorio già fortemente compromesso.

Centinaia di milioni di Euro, saranno spesi in opere che avranno come diretta conseguenza quella di devastarlo ulteriormente, fuori da qualsiasi logica di sostenibilità ambientale, incrementando ulteriormente il traffico delle merci e delle persone su gomma i cui effetti inquinanti e le gravi conseguenze sulla salute di tutti sono ampiamente conosciute.

E’ lo sviluppo in sede locale della logica con cui questo governo in sede nazionale, invece di porre mano a politiche di risanamento degli assetti idrogeologici gravemente compromessi, a piani alternativi a un sistema dei trasporti centrato sull’uso delle auto e dei camion, investe cifre impressionanti per incentivarlo ulteriormente.

Dobbiamo rompere questa logica, rovesciarla, imporre altre politiche, salvaguardare il territorio e l’ambiente dove viviamo, dobbiamo farlo per noi e per le generazioni future.

I dati noti e stranoti a tutti, sulle gravi conseguenze dell’inquinamento atmosferico, sugli effetti disastrosi e difficilmente recuperabili di un dissennato utilizzo dei derivati del petrolio, i costi sociali che già paghiamo e che in futuro saranno ancora più salati ci parlano della necessità di un altro modello di produzione e di consumo , socialmente e ambientalmente sostenibile.

Non si tratta solo di considerare il costo in malattie e vite umane, non si tratta solo dei costi economici derivanti dall’utilizzo di questo sistema di trasporto, che vale la stessa cifra che viene spesa per la sanità ( il 4% del PIL), si tratta di confrontarsi con processi generali come la desertificazione e il surriscaldamento dell’atmosfera che già oggi hanno effetti devastanti per l’intero pianeta.

Imporre qui ed ora lo sviluppo dell’utilizzo delle fonti di energia rinnovabili, imporre l’utilizzo di altri vettori per il trasporto di merci (dalla rotaia, alle navi) , sviluppare il trasporto pubblico e collettivo in alternativa all’uso delle auto con i necessari investimenti e con il coraggio di fare scelte radicali deve essere la nostra politica.

La radicalità delle contraddizioni che segnano il presente e che ci parlano di pesanti minacce per il prossimo futuro chiedono qui ed ora scelte conseguenti ed efficaci . Ci chiedono soprattutto di impedire che si continui con le vecchie politiche, di impedire che si incentivi ulteriormente il massacro del territorio l’inquinamento dell’aria e dell’ambiente, che si realizzino per l’interesse di chi trae profitto da questo modello di produzione e consumo e dalle ulteriori cementificazioni danni irreversibili per la grande maggioranza dei cittadini/e.

Per queste ragioni avanziamo in primo luogo il nostro no secco alla costruzioni di nuove grandi arterie nel nostro territorio. Un no secco e irrevocabile a cui farà seguito in tutte le sedi possibile una nostra intransigente opposizione. Chiamiamo le istituzioni locali a mobiltarsi a difesa degli interessi dei cittadini che rappresentano e invitiamo i comitati che già in alcune realtà sono sorti a difesa del loro territorio a continuare la loro iniziativa a radicalizzare la lotta, come a Scanzano, come ad Acerra, avendo consapevolezza della posta in gioco, ponendosi come obbiettivo il blocco stesso dei lavori.

Invitiamo a discutere, al confronto, le associzioni ambientaliste, i comitati che su diversi terreni si sono mobilitati, a ragionare collettivamente, per avviare una riflessione generale sui temi della produzione e del consumo delle merci e su alcune proposte concrete, immediate, per avviare qui ed ora politiche e progetti che indichino una alternativa, che avviino un percorso virtuoso capace di rovesciare le attuali tendenze, che facciano vivere la proposta di un nuovo paradigma.

Proponiamo un progetto di sviluppo di tutte le fonti di energia rinnovabili con forti investimenti anche nella ricerca finanziati dalla regione. I mezzi economici e le risorse umane che nei disegni della regione e di chi la governa dovrebbero essere destinati al sostegno di una competitività sistemica finalizzata alla riproduzione degli attuali assetti produttivi e di potere vanno indirizzati nella direzione dello sviluppo di quelle produzioni e di quei consumi che concorrono a un disegno strategico di sostenibilità sociale ed ambientale.

Una idea di sviluppo economico che abbia come cifra del progresso della nostra società i parametri sociali ed ambientali che misurano la qualità della vita di tutte e di tutti.

Forse in questa regione le performance che possono interessarci potrebbero essere quelle dei pannelli solari prodotti e installati o delle aree messe a verde piuttosto che quelle dei pinguini prodotti che fanno ricchi solo i padroni della DE LONGHI.

Forse nelle Università invece di dare corso alla ricerca per creare nuovi organismi geneticamente modificati, sarebbe più interessante sviluppare la ricerca e l’innovazione per rendere la nostra agricoltura e tutto il settore lo strumento per riqualificare l’ambiente e il territorio fuori e contro i processi omologanti e distruttivi di un agroalimentare dominato dalle filiere delle multinazionali e dai loro interessi. E’ una riflessione che potrebbe essere interessante per le prossime elezioni regionali, magari più interessante di altre che in questo periodo animano il dibattito tra le forze politiche.

Proponiamo di trasferire gli investimenti in nuove arterie nella leva per un nuovo piano regionale dei trasporti che si ponga come obbiettivo quello di spostare quote crescenti della mobilità dei cittadini sui mezzi pubblici.

I costi sociali e ambientali dell’attuale sistema di mobilità rendono credibile, anche sul piano della spesa, l’investimento su una rete di trasporti pubblici che da subito sia competitiva con l’uso dei mezzi individuali.

In prospettiva si potrebbe pensare anche ad una tassa di scopo, regionale e comunale, che permetta la costruzione di un sistema di mobilità gratuito per chi usa il mezzo pubblico, magari partendo da alcune realtà per rendere subito visibili e percepibili gli effetti di questa scelta.

Percepibili per gli effetti concreti sulla riduzione del traffico delle auto e sull’intasamento delle strade e per le tasche di molti che vedono una parte importante del loro reddito falciato dai costi crescenti nell’utilizzo, molte volte senza alternativa, dei mezzi individuali di trasporto.

Per porre con forza queste questioni per dire un primo forte no alla Orbitale Lunedì 27 ore 18 presidio alla Provincia in piazza Antenore.
In un territorio, come quello della nostra provincia, già ampiamente sfruttato da insediamenti produttivi opere stradali e cementificazioni, si avviano nuove e pesantemente invasive “grandi opere” .

Avremo conseguentemente, lo sviluppo di nuove e “importanti” urbanizzazioni , la creazione di nuovi centri commerciali e di altre zone industriali. Il prezzo che pagheremo sarà quello di un aumento dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua, la cementificazione di altre aree in un territorio già fortemente compromesso.

Centinaia di milioni di Euro, saranno spesi in opere che avranno come diretta conseguenza quella di devastarlo ulteriormente, fuori da qualsiasi logica di sostenibilità ambientale, incrementando ulteriormente il traffico delle merci e delle persone su gomma i cui effetti inquinanti e le gravi conseguenze sulla salute di tutti sono ampiamente conosciute.

E’ lo sviluppo in sede locale della logica con cui questo governo in sede nazionale, invece di porre mano a politiche di risanamento degli assetti idrogeologici gravemente compromessi, a piani alternativi a un sistema dei trasporti centrato sull’uso delle auto e dei camion, investe cifre impressionanti per incentivarlo ulteriormente.

Dobbiamo rompere questa logica, rovesciarla, imporre altre politiche, salvaguardare il territorio e l’ambiente dove viviamo, dobbiamo farlo per noi e per le generazioni future.

I dati noti e stranoti a tutti, sulle gravi conseguenze dell’inquinamento atmosferico, sugli effetti disastrosi e difficilmente recuperabili di un dissennato utilizzo dei derivati del petrolio, i costi sociali che già paghiamo e che in futuro saranno ancora più salati ci parlano della necessità di un altro modello di produzione e di consumo , socialmente e ambientalmente sostenibile.

Non si tratta solo di considerare il costo in malattie e vite umane, non si tratta solo dei costi economici derivanti dall’utilizzo di questo sistema di trasporto, che vale la stessa cifra che viene spesa per la sanità ( il 4% del PIL), si tratta di confrontarsi con processi generali come la desertificazione e il surriscaldamento dell’atmosfera che già oggi hanno effetti devastanti per l’intero pianeta.

Imporre qui ed ora lo sviluppo dell’utilizzo delle fonti di energia rinnovabili, imporre l’utilizzo di altri vettori per il trasporto di merci (dalla rotaia, alle navi) , sviluppare il trasporto pubblico e collettivo in alternativa all’uso delle auto con i necessari investimenti e con il coraggio di fare scelte radicali deve essere la nostra politica.

La radicalità delle contraddizioni che segnano il presente e che ci parlano di pesanti minacce per il prossimo futuro chiedono qui ed ora scelte conseguenti ed efficaci . Ci chiedono soprattutto di impedire che si continui con le vecchie politiche, di impedire che si incentivi ulteriormente il massacro del territorio l’inquinamento dell’aria e dell’ambiente, che si realizzino per l’interesse di chi trae profitto da questo modello di produzione e consumo e dalle ulteriori cementificazioni danni irreversibili per la grande maggioranza dei cittadini/e.

Per queste ragioni avanziamo in primo luogo il nostro no secco alla costruzioni di nuove grandi arterie nel nostro territorio. Un no secco e irrevocabile a cui farà seguito in tutte le sedi possibile una nostra intransigente opposizione. Chiamiamo le istituzioni locali a mobiltarsi a difesa degli interessi dei cittadini che rappresentano e invitiamo i comitati che già in alcune realtà sono sorti a difesa del loro territorio a continuare la loro iniziativa a radicalizzare la lotta, come a Scanzano, come ad Acerra, avendo consapevolezza della posta in gioco, ponendosi come obbiettivo il blocco stesso dei lavori.

Invitiamo a discutere, al confronto, le associzioni ambientaliste, i comitati che su diversi terreni si sono mobilitati, a ragionare collettivamente, per avviare una riflessione generale sui temi della produzione e del consumo delle merci e su alcune proposte concrete, immediate, per avviare qui ed ora politiche e progetti che indichino una alternativa, che avviino un percorso virtuoso capace di rovesciare le attuali tendenze, che facciano vivere la proposta di un nuovo paradigma.

Proponiamo un progetto di sviluppo di tutte le fonti di energia rinnovabili con forti investimenti anche nella ricerca finanziati dalla regione. I mezzi economici e le risorse umane che nei disegni della regione e di chi la governa dovrebbero essere destinati al sostegno di una competitività sistemica finalizzata alla riproduzione degli attuali assetti produttivi e di potere vanno indirizzati nella direzione dello sviluppo di quelle produzioni e di quei consumi che concorrono a un disegno strategico di sostenibilità sociale ed ambientale.

Una idea di sviluppo economico che abbia come cifra del progresso della nostra società i parametri sociali ed ambientali che misurano la qualità della vita di tutte e di tutti.

Forse in questa regione le performance che possono interessarci potrebbero essere quelle dei pannelli solari prodotti e installati o delle aree messe a verde piuttosto che quelle dei pinguini prodotti che fanno ricchi solo i padroni della DE LONGHI.

Forse nelle Università invece di dare corso alla ricerca per creare nuovi organismi geneticamente modificati, sarebbe più interessante sviluppare la ricerca e l’innovazione per rendere la nostra agricoltura e tutto il settore lo strumento per riqualificare l’ambiente e il territorio fuori e contro i processi omologanti e distruttivi di un agroalimentare dominato dalle filiere delle multinazionali e dai loro interessi. E’ una riflessione che potrebbe essere interessante per le prossime elezioni regionali, magari più interessante di altre che in questo periodo animano il dibattito tra le forze politiche.

Proponiamo di trasferire gli investimenti in nuove arterie nella leva per un nuovo piano regionale dei trasporti che si ponga come obbiettivo quello di spostare quote crescenti della mobilità dei cittadini sui mezzi pubblici.

I costi sociali e ambientali dell’attuale sistema di mobilità rendono credibile, anche sul piano della spesa, l’investimento su una rete di trasporti pubblici che da subito sia competitiva con l’uso dei mezzi individuali.

In prospettiva si potrebbe pensare anche ad una tassa di scopo, regionale e comunale, che permetta la costruzione di un sistema di mobilità gratuito per chi usa il mezzo pubblico, magari partendo da alcune realtà per rendere subito visibili e percepibili gli effetti di questa scelta.

Percepibili per gli effetti concreti sulla riduzione del traffico delle auto e sull’intasamento delle strade e per le tasche di molti che vedono una parte importante del loro reddito falciato dai costi crescenti nell’utilizzo, molte volte senza alternativa, dei mezzi individuali di trasporto.

Per porre con forza queste questioni per dire un primo forte no alla Orbitale Lunedì 27 ore 18 presidio alla Provincia in piazza Antenore.

Partito della rifondazione comunista federazione di Padova.
SEGRETERIA PROVINCIALE

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