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Elezioni in Iraq, solo il 50% alle urne

(22 Aprile 2013)

Cala l'affluenza. Due ong riportano irregolarità ai seggi, ma l'ONU definisce il voto "ben organizzato e credibile". Nove morti in diversi attacchi.

eliraq

dalla redazione

Roma, 22 aprile 2013, Nena News - È in corso lo spoglio dei voti delle elezioni locali tenutesi ieri in dodici province dell'Iraq. Il primo dato, quello sull'affluenza, è misero: solo la metà degli aventi diritto al voto si è presentato alle urne, contro il 62% delle elezioni nazionali del 2010. Segno di disaffezione verso le istituzioni di un Paese corrotto e incapace di avviare la ricostruzione.

La giornata elettorale si è svolta senza eccessive violenze, seppure si siano registrate almeno nove vittime uccise da attacchi di mortaio sparati vicino a dei seggi elettorali. A garantire uno standard minimo di sicurezza sono state le forze di polizia irachene, che hanno chiuso le strade delle principali città per evitare ulteriori attentati terroristici dopo quelli che hanno insanguinato il Paese nelle ultime settimane.

Non mancano le accuse di brogli, lanciate da alcune organizzazioni non governative irachene. Due ong, Shams e Tamoz, hanno riportato almeno 300 irregolarità, registrate dai settemila osservatori indipendenti: in alcuni casi membri delle forze di sicurezza avrebbero partecipato attivamente a specifiche campagne elettorali, anche suggerendo agli elettori a chi dare il proprio voto. In altri seggi, i dipendenti della commissione elettorale non sono stati in grado di identificare alcuni votanti, attribuendo loro identità diverse e permettendo di votare al posto di altri cittadini.

In ogni caso, riportano le ong, si sarebbe trattato di episodi isolati. Il rappresentante dell'ONU, Martin Kobler, ha definito le procedure di voto ben organizzate e pacifiche, quindi credibili.

I risultati definitivi, disponibili tra qualche giorno, diranno quale destino politico è previsto per l'Iraq: i candidati alle provinciali fanno parte delle principali fazioni politiche e vittorie e sconfitte daranno il polso della situazione. Da una parte il premier sciita Maliki e la coalizione State of Law, alla disperata ricerca di consenso in vista delle elezioni nazionali del prossimo anno; dall'altra le opposizioni sunnite, alla caccia di un rafforzamento politico necessario a svolgere un ruolo più attivo ai vertici. I vincitori della tornata elettorale di ieri potranno radicare il controllo a livello locale, garantendosi consensi alle prossime elezioni.

Nena News

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