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Egitto, quale riconciliazione?

(5 Agosto 2013)

Incontro segreto tra il capo delle forze armate Al-Sisi e i partiti islamisti. Ma intanto si apre il processo contro la guida suprema dei Fratelli Musulmani.

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Immagine di repertorio: il generale Al-Sisi che giura di fronte al presidente Morsi

dalla redazione

Roma, 5 agosto 2013, Nena News - Agli scontri di piazza si affianca la diplomazia ufficiosa. Per arginare le violenze e le proteste che da oltre un mese stanno sfiancando un Egitto mai pacificato, il capo dell'esercito e ministro della Difesa Al-Sisi tenta la carta degli islamisti.

Domenica notte il generale Abdel Fattah Al-Sisi ha incontrato alcuni leader islamisti egiziani "per sottolineare le opportunità di una soluzione pacifica alla crisi", ha detto il portavoce dell'esercito Ahmed Aly, senza specificare con cui Al-Sisi abbia parlato. Secondo quanto dichiarato dal religioso Hassan, alla riunione avrebbero preso parte El Barr della Fratellanza; Ayman Abd El-Ghany, leader del partito Giustizia e Libertà e Safwat Abd El-Ghany, leader del partito salafita Costruzione e Sviluppo.

Durante il meeting, Al-Sisi avrebbe dichiarato che l'unica base di partenza è il rifiuto della violenza da parte di tutte le fazioni in campo e l'accettazione della road map verso un nuovo governo e un nuovo presidente.

Non è certo il primo tentativo di coinvolgere i partiti islamisti egiziani e i Fratelli Musulmani a prendere parte alla transizione politica in corso, offerte ufficiali finora rifiutate dal movimento islamista che ritiene il golpe illegittimo e chiede che il presidente Morsi torni al suo posto. E dopo le proposte del presidente ad interim Mansour e quelle della rappresentante UE Ashton, a far irritare la Fratellanza è stato l'ultimo intervento del segretario di Stato americano Kerry, che ha definito il golpe legittimo e l'intervento dei militari necessario a riportare la democrazia.

Così, la visita del vice di Kerry, William Burns, al partito della Fratellanza, Giustizia e Libertà, si è concluso con un nulla di fatto: gli islamisti hanno ripetuto di non voler modificare la loro attuale posizione. "Confermiamo di voler procedere con qualsiasi soluzione politica fondata sulla legittimità costituzionale e sul rigetto del golpe", si legge nel comunicato emesso dal partito.

Intanto, a infiammare ulteriormente una situazione già calda arriva la notizia di un processo per incitamento all'omicidio che si aprirà il prossimo 25 agosto contro sei leader della Fratellanza. Ieri la corte di appello del Cairo ha stabilito la data della prima udienza che vede tra gli imputati la guida suprema dei Fratelli Musulmani, Mohamed Badie, e il suo vice, Khairat El-Shater. I sei sono accusati di aver incitato alle violenze negli scontri del primo luglio scorso, di fronte alla sede della Fratellanza al Cairo, scontri che hanno portato alla morte di almeno otto persone.

Una decisione che segue a quella della scorsa settimana contro l'ex presidente Morsi, arrestato per 15 giorni per essere interrogato in merito all'evasione dal carcere nel 2011. Secondo la magistratura, Morsi avrebbe non solo chiesto l'aiuto di Hamas, ma sarebbe stato coinvolto nella morte e il rapimento di alcuni funzionari di polizia. Spionaggio, omicidio e rapimento, queste le accuse mosse contro l'ex presidente.

Difficile giungere ad una riconciliazione se il clima non cambia.

Nena News

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