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(22 Giugno 2010) Enzo Apicella
Israele dichiara di voler "alleggerire" il blocco. Rimane comunque vietato dare ai Palestinesi di Gaza metalli, fertilizzanti, cemento...

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(Palestina occupata)

Le elezioni per il presidente in Palestina

(7 Dicembre 2004)

Le elezioni presidenziali sono fissate per il 9 gennaio 2005.

Come dichiarato da un membro della Commissione Elettorale Centrale, il 1 Dicembre, é stato l'ultimo giorno utile per raccogliere le candidature.

Se precedentemente era stato annunciato che il 4 sarebbe stata resa pubblica la lista preliminare dei candidati, invece già ieri 2 Dicembre la Commissione in una conferenza stampa ha presentato ufficialmente i dati raccolti e la lista preliminare, in totale 10 candidati, che si presenta come segue: (l'ordine dei nomi appare in base alla data di registrazione):

- Mustafà Barghouti, candidato dell'Iniziativa Nazionale Palestinese, che ha reso pubblica la sua candidatura il 29 novembre in una conferenza stampa a Gerusalemme Est.

- Abdul Sattar Qasem Khaliliyye, candidato indipendente

- Mahmoud Rida Abbas Abbas "Abu Mazen", che ha annunciato ufficialmente il primo dicembre in una conferenza stampa tenutasi al Quartier Generale Centrale di Fatah a Ramallah, la sua candidatura, come unico candidato di Fatah.

- Bassam Ahmad Omar al-Salhi, candidato del People's Party

- Mohammed Sa'dah Mahmoud Sa'dah (Taysir Khaled), candidato del Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina

- Abdul Kareem Kamel Shubeir, candidato indipendente

- Hasan Abdul Fattah Abdul Halim Khreisheh, candidato indipendente

- Marwan Haseeb Hussein al-Barghouthi, che con sorpresa dei membri di Fatah ha deciso l'altro ieri di presentare la sua candidatura come indipendente alle elezioni presidenziali. La moglie di Marwan, Fadwa, ha consegnato tutta la documentazione necessaria alla sua registrazione, ed ha dichiarato: "Mio marito, avendo valutato la situazione politica e le sfide con cui il popolo Palestinese é chiamato a confrontarsi, dopo una profonda riflessione e dopo aver ricevuto centinaia di lettere e richieste ha deciso di candidarsi, facendo appello a tutte i gruppi politici ed ai candidati stessi affinché partecipino a questa corsa alla presidenza con onestà ed integrità, tenendosi lontani da accuse e violenze, per riflettere l'immagine civile e democratica del popolo Palestinese.
- Abdul Halim Hasan Abdul Razeq al-Ashqar, candidato indipendente
- Hussein Hasan Barakeh, candidato independente

Il candidato Abdul Halim Hasan Abdul Razeq al-Ashqar é agli arresti domiciliari negli Stati Uniti, dove vive dal 1989 per motivi di studio e poi di lavoro (era un professore alla Washington University).

L'unica candidata donna, la giornalista Majedah al-Batsh, che aveva ottenuto le 5000 firme necessarie per presentarsi, non é arrivata in tempo a consegnare la sua candidatura alla Commissione Elettorale Centrale a causa dei checkpoints che l'hanno trattenuta a lungo, ed é quindi fuori gara.

Hamas e la Jihad Islamica hanno dichiarato che non partecipaeranno alle elezioni per il Presidente, non presentando alcun candidato.

Dal 4 al 6 di Dicembre sarà possibile consegnare eventuali petizioni contro questa lista preliminare, con la conseguente pubblicazione delle liste corrette. Il 9 sarà l'ultimo giorno per appellarsi alla Commissione Centrale per le Elezioni, che per cinque giorni dalla consegna delle petizioni le valuterà massimo fino al 13 di Dicembre.

Il 14 dicembre sarà ufficializzata la lista dei candidati, e fino al 15 ci sarà tempo per le eventuali rinunce.

La campagna elettorale, che si aprirà ufficialmente il 27 Dicembre, si concluderà l'8 Gennaio alle 7 di mattina, 24 ore prima del voto.

Miftah, la Palestinian Initiative for the Promotion of Global Dialogue and Democracy, fondata tra gli altri da Hanan Ashrawi, ha definito le prossime elezioni in Palestina un evento politico di rilevanza mondiale, in primo luogo per il salto qualitativo che implicherebbero nel rilancio dei negoziati di pace, di fatto bloccati; inoltre molti palestinesi sono convinti ed entusiasti all'idea che queste elezioni saranno seguite da altre, per portare nuove voci nel Consiglio Legislativo Palestinese, in carica dal 1996, e considerato da molti da rinnovare. Effettivamente il 28 Novembre Abu Mazen aveva annunciato che le elezioni per il Consiglio Legislativo Palestinese si faranno nel Maggio 2005, mentre l'Assemblea Generale di Fatah, si solgerà nell'Agosto 2005.

Continua Miftah, sottolineando l'importanza che tutti i Palestinesi, appartenenti a diversi gruppi sociali, politici, territoriali e demografici della società partecipino a queste elezioni e facciano contare e sentire il loro voto, nella convinzione che esso dovrà dipendere dall'agenda politica ed economica di ciascun candidato, piuttosto che dall'adesione ad un particolare gruppo o fazione. E' inoltre basilare che il candidato che prevarrà tenga presente che nell'ottica di una riapertura dei negoziati con Israele, le istanze fondamentali per i Palestinesi sono il ritiro delle truppe di occupazione e lo smantellamento degli insediamenti, con il riconoscimento dei confini del '67, il rispetto delle Risoluzioni ONU 242 e 338, il riconoscimento de Gerusalemme Est come capitale di uno Stato Palestinese indipendente.

Per quanto riguarda noi, credo che sia importante la presenza di osservatori non solo istituzionali ma della società civile. In questo senso va la delegazione che organizzeremo come Action for Peace; personalmente saro' nella delegazione del Parlamento Europeo che sarà presente con 30 parlamentari, tra l'altro a partire dal 6 sarà presente sul territorio palestinese il team dell'Unione Europea, con a capo Michel Rochard, ex ministro francese. Sicuramente il monitoraggio delle elezioni sarà' utile soprattutto per dare legittimità internazionale alle elezione e garantire uno svolgimento delle elezioni fluido e senza incidenti, facendo pressione sul governo israeliano affinché non si verifichino casi di ingerenza dell'esercito durante il processo elettorale, che non avvengano ancora cose come la chiusura dei centri di registrazione avvenuta qualche tempo fa a Gerusalemme Est ed a Betlemme. Prioritario é che si autorizzi la libera circolazione dei candidati: per esempio a Mustafa Barghouti é stato impediro di andare a Gaza. Credo sia fondamentale in questa fase fare pressioni sulle autorità israeliane affinché prendano tutte le misure necessarie per permettere ai palestinesi di eleggere i loro nuovi rappresentanti, nell'ottica di elezioni libere, giuste e democratiche. Questo significa che i palestinesi della Cisgiordania, di Gaza e di Gerusalemme Est per partecipare fisicamente al processo elettorale, non devono avere alcuna restrizione di movimento e che l'esercito israeliano si ritiri dai territori palestinesi. Ma soprattutto che non vi siano ogni giorno come sta avvenendo ancora oggi incursioni nei villaggi con arresti, uccisioni mirate e non, e demolizioni di case.

Da parte palestinese mi auguro che si continui il dopo Arafat con la maturità mostrata finora e non si accendano lotte intestine. Se infatti da un lato la candidatura di Marwan Barghouti come indipendente, avendo Fatah scelto Abu Mazen come unico candidato, non é ancora stata ampiamente spiegata, anche se ci sono diverse interpretazioni, visto che in un precedente incontro in carcere con Qadura Fares aveva espresso il suo pieno sostegno ad Abu Mazen; dall'altro questa sua candidatura apre anche nuovi problemi, dal momento che Marwan si presenta come indipendente, e nuovi scenari, come il fatto la candidatura di Mustafa Barghouti con la presenza di Marwan perde necessariamente di rilevanza.
Tra l'altro bisogna notare notare che le stesse Brigate di Al Aqsa a Nablus e Jenin hanno dichiarato di auspicare alla unità di Fatah, ed in nome di questo, pur riconoscendo il valore politico di Marwan Barghouti, daranno il loro appoggio ad Abu Mazen, e chiederanno a Marwan di ritirare la sua candidatura.

Vedremo più avanti come valutare tutto questo. Intanto bisogna fare in modo che si intensifichino le pressioni sul governo israeliano affinché rilasci Barghouti. Sta a noi lanciare la campagna per la sua liberazione.

Luisa Morgantini

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