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Per i tre operai della Fiat

Per i tre operai della Fiat

(25 Agosto 2010) Enzo Apicella
Melfi. La Fiat licenzia tre operai, il giudice del lavoro li reintegra, la Fiat li invita a rimanere a casa!

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(Licenziamenti politici)

Asti: un operaio militante Cobas, licenziato il 23 luglio 2003 con una ignobile montatura, ha avuto finalmente giustizia

Il tribunale dichiara la illegittimita' del licenziamento e condanna la Trust Plastron al reintegro

(12 Dicembre 2004)

E' passato un anno e mezzo, mese dopo mese di grosse difficoltà e tanta amarezza per il lavoratore licenziato e la sua famiglia, per il gruppo di operai che nel maggio 2003 hanno fondato il Cobas ad Asti, e per tutte le lavoratrici ed i lavoratori dei Cobas che da Torino, dalla Regione, da tutta Italia hanno condiviso e sostenuto il loro percorso.

Il lavoratore era da tempo oggetto di sistematiche persecuzioni e anche - nel maggio 2001 - di un licenziamento che la Trust aveva poi dovuto rimangiarsi. Ma il 23 luglio del 2003 l'azienda, prendendo a pretesto una banalissima discussione tra lui e un collega di lavoro, la trasforma a suo uso e consumo in un atto di "minacce" e "grave insubordinazione a superiori" e lo licenzia senza preavviso.

La Trust pensava in questo modo di aver raggiunto due obiettivi: buttare fuori una volta per tutte un lavoratore scomodo e combattivo e dare un segnale a tutti gli operai che non avessero voluto rassegnarsi ai continui e crescenti diktat aziendali.

In quel periodo infatti iniziava un attacco pesante da parte della direzione aziendale alle condizioni di lavoro in fabbrica, una palese manovra di soppiantare i lavoratori di vecchia anzianità, ancora tutelati nel salario e nei diritti, con mano d'opera a salario sottocosto e ricattabile, che infatti ha visto lavoro extracomunitario senza libretti e perfino clandestino, (ne hanno ampiamente parlato le cronache dei giornali) con una disgregazione della produzione in cooperative interne e vede oggi un apprendistato sfruttato su anomali turni notturni. Il risultato finale è la sfacciata richiesta della messa in mobilità per 55 lavoratori.

Ecco i veri motivi del licenziamento del lavoratore Cobas

Abbiamo chiesto e lottato per la verità, niente altro che la verità.

RINGRAZIAMO coloro che in tutto questo sono stati tempo solidali, gli iscritti al Cobas Trust che non si sono fatti intimorire, i Cobas che da tutta Italia hanno fatto sentire la loro concreta e fraterna vicinanza

Continueremo a portare avanti la battaglia per la tutela e la dignità del lavoro contro l’arroganza e la subalternità; per difendere non solo i nostri diritti e il nostro salario, ma anche una dimensione di vita civile dentro e fuori la fabbrica.

Esecutivo Regionale Piemonte
COBAS - CONFEDERAZIONE COBAS
cobas@cobastorino.org

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