">
Posizione: Home > Archivio notizie > Stato e istituzioni (Visualizza la Mappa del sito )
(11 Dicembre 2004)
Assemblea Dibattito
Martedì 14 Dicembre ore 16.30
Sala Di Liegro Palazzo Valentini Via IV Novembre 119/a
I fatti sono noti: la Procura della Repubblica di Roma ha chiuso per dieci giorni i siti lavorivariabili,it e redlab.it dedicati dalle RdB al lavoro precario, rei di aver pubblicato volantini dei Lavoratori e lavoratrici della Casa dei Diritti Sociali in lotta ritenuti diffamatori dal Presidente della stessa Associazione.
La magistratura non si è limitata a disporre la rimozione o il sequestro dell'articolo ritenuto“diffamatorio” come richiesto dallo stesso querelante ma, in un eccesso di zelo, decide il sequestro dell’intero sito, senza comunicare nulla alla redazione ed al sindacato stesso.
Si è colpita pesantemente la libertà di informazione e, in questo caso, anche le libertà e diritti previsti per una associazione sindacale mettendo il bavaglio a tutte le notizie, i documenti, le informazioni utili che riguardano il variegato settore dei lavori precari, flessibili e del lavoro nero che ha visto nella giornata del 6 novembre uno dei punti più altri di rappresentazione.
E’ stato un provvedimento di sequestro che ha pochissimi precedenti, e che giustamente ha suscitato dure proteste anche nel mondo dell’informazione.
Ma c’è un altro aspetto della vicenda ancora più pesante: la lotta che vede contrapposti il titolare dell'Associazione (e la cooperativa sociale legata a questa) e i lavoratori della cooperativa, 30 su 70 rischiano il licenziamento, alcuni sono da mesi a zero ore altri non ricevono da 4 mesi gli stipendi.
La “Casa dei Diritti Sociali” si occupa di sostegno ai migranti e ai senza fissa dimora per conto del Comune di Roma, e a dispetto del nome, appena gli operatori si sono organizzati sindacalmente son subito cominciati i problemi: il diritto di protestare per i propri diritti contrattuali e sindacali, per il tipo di servizi offerti dalla coop, per le condizioni delle strutture, per il cibo e per l’igiene, non ha trovato cittadinanza.
Giulio Ernesto Russo è un esponente di quella sinistra del no profit, inserita nel movimento e nelle istituzioni, che non si preoccupa molto della coerenza delle proprie azioni ma molto della propria rispettabilità: noi riteniamo che vi sia la necessità di andare in fondo alla questione pubblicamente e politicamente, chiamando in causa anche il Comune di Roma, che in quanto committente avrebbe il dovere di vigilare per far rispettare la Delibera 135/2000 che prevede la rimozione degli appalti là dove non vengano rispettati i contratti collettivi di lavoro, mentre di fatto si limita a oparazioni di immagine continuando con esternalizzazioni e privatizzazioni che si tramutano in precariato per i lavoratori e in lauti guadagni per gli appaltanti.
Altro che no profit!
E’ ora di squarciare il velo ipocrita che ammanta di ideali operazioni che con il volontariato e l’impegno sociale non hanno nulla a che fare!
E’ ora di pretendere il rispetto dei diritti dei lavoratori e degli utenti!
Roma, 7.12.04
RdBCUB Cooperative Sociali
5757