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Comunicato della Rete ferrovieri in lotta

(12 Gennaio 2005)

Questo comunicato vuole denunciare, all'indomani del gravissimo incidente di Crevalcore nel quale hanno perso la vita 5 colleghi e parecchi viaggiatori, che il processo di privatizzazione e di progressiva e sempre più incontrollata dismissione di interi settori della ex azienda pubblica per eccellenza, le ex Ferrovie dello Stato, è in pieno svolgimento.

Dopo la divisionalizzazione della struttura in svariate società (Trenitalia, Rfi, Grandi Stazioni.), dopo i servizi dati in appalto, dopo i cospicui tagli di personale, dopo il peggioramento delle condizioni di lavoro nei settori legati al cosiddetto core business (per usare un linguaggio che ai nostri dirigenti piace tanto), personale di bordo e di macchina, ecco l'esternalizzazione vera e propria.

- Si comincia dalle biglietterie, ormai difficili da trovare se non nelle stazioni principali, e il tentativo sempre più diffuso di cedere il servizio esclusivamente alle agenzie di viaggio.

- Poi si prosegue con i dirigenti movimento (gli ex capi stazione), sempre meno persone che si ritrovano di fronte a computer sempre più grandi (il nuovo progetto di automazione delle linee prevede un unico centro di controllo telecomandato atto a presidiare un tratto che va da Sestri Levante a Roma!!! E le stazioni sono ormai dei deserti).

- Quindi si procede a riorganizzare il settore dell'assistenza a terra, con una costante de-professionalizzazione del personale, costretto a svolgere servizi al limite del mobbing.

- Gli uffici informazioni costretti a lavorare quasi affidandosi al caso, senza corsi di aggiornamento professionale da anni e impossibilitati a garantire un servizio decente ai viaggiatori (mancate coincidenze, ecc.).

- La situazione in cui vivono poi gli addetti del personale viaggiante e del personale di macchina è sotto gli occhi di tutti, orari di lavoro disumani, con la giornata lavorativa tornata a 10 ore e lavoratori costretti a dibattersi con materiali sempre più obsoleti e precari.

- E' di questi giorni poi la notizia che il servizio di informazioni telefoniche (il tanto pubblicizzato 892021), numero nazionale a pagamento al quale rispondevano vari dipendenti fs presso centri dislocati in quasi tutte le principali città italiane (servizio originariamente gratuito e ora a pagamento, oltre 50 centesimi al minuto!), è ora stato affidato ad una società esterna.

Le telefonate hanno subìto un calo consistente da alcuni mesi a questa parte fino a che il numero degli addetti è stato progressivamente ridotto. Tutto ciò non è dipeso unicamente dall'utilizzo di strumenti tecnologici quali internet o il risponditore automatico, come alcuni dirigenti vorrebbero far credere, ma il flusso di telefonate (in realtà consistente) viene deviato su un call center privato, con sede a Roma, zona San Lorenzo, presso il quale lavorano dipendenti non fs.

Con quale stipendio, con quale contratto e a quali condizioni è da appurare.


Si creano posti di lavoro precari e si perdono posti di lavoro a tempo indeterminato.

Certo è che Trenitalia, con disponibilità di strutture (locali conformi), computer adattati specificamente per lo svolgimento di questo servizio, personale ferroviario formato e professionalizzato decide di affidare tale servizio all'esterno, senza che sia resa nota la destinazione degli strumenti di lavoro e soprattutto del personale.

Questa azienda continua a spostare flussi di denaro pubblici verso strutture private, peggiorando i servizi per gli utenti (spesso le informazioni fornite dal risponditore automatico non sono esatte o poco corrispondenti alle richieste) e dichiarando di avere personale in esubero quando le mansioni da ricoprire vengono affidate a lavoratori in affitto, o part-time, o a tempo determinato.

Tutto ciò avviene in nome di un ridimensionamento che oltre al contenimento quasi ossessivo dei costi mira in realtà ad eliminare un'intera categoria di lavoratori, i ferrovieri.

Ciò che rimarrà, se questo processo andrà avanti, sarà solo un'immagine senza sostanza, rotaie senza treni, treni senza viaggiatori, viaggiatori senza ferrovia.

Genova, 11 gennaio 2005

Rete Ferrovierinlotta

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