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Il Messaggio di Bush sullo Stato dell’Unione

Miliardi per la Guerra Infinita e l’Impero - Tagli al Sistema Sanitario, al Sistema Scolastico e alla Previdenza Sociale

(8 Febbraio 2005)

Il Messaggio di George W. Bush sullo Stato dell’Unione, mascherato da chiacchiericcio su “libertà” e “democrazia”, è stato una sottolineatura di una brutale agenda di una guerra senza fine, di un Impero globale, e della distruzione di quel che rimane dei servizi sociali di base.

La guerra contro il popolo dei lavoratori

Bush ha affermato, “Primo, noi dobbiamo essere buoni amministratori di questa economia, e rimettere in movimento le grandi istituzioni sulle quali fanno assegnamento milioni dei nostri concittadini.” Ed ha dato seguito a questo con le sue promesse di ridurre o eliminare “più di 150 programmi governativi”!

Questi tagli fanno parte dell’agenda di far arretrare ogni conquista ottenuta dal popolo dei lavoratori in questo paese. In un periodo di disoccupazione crescente e di aumento del costo della vita, l’agenda di Bush è di abbattere la spesa per la scuola pubblica, per il diritto alla casa, per il sistema sanitario, mentre propone fin da ora lo stanziamento di altri 80 miliardi di dollari per finanziare la guerra contro il popolo Iracheno

Più di 150 miliardi di dollari sono stati spesi per questa guerra; nel frattempo sono stati chiusi ospedali, le scuole sono state sovraffollate, posti di lavoro sono svaniti e i bilanci dello Stato e locali si trovano davanti a deficits enormi. Sotto l’Amministrazione Bush, semplicemente non vi sono soldi disponibili per far fronte alle necessità umane.

Questi tagli arrivano in un momento in cui il popolo dei lavoratori sta guardando i propri cari morire in Iraq in numero crescente. I più di 1400 soldati che sono morti non sono i figli dei dirigenti di Wall Street e dei guerrafondai neocons; sono i figli delle contrade più interne e delle comunità povere, costretti al servizio militare dalla cambiale della povertà.

Inoltre Bush ha sottolineato il suo piano di privatizzazione del Sistema di Previdenza Sociale, giustificando questo con l’evidente falsificazione che questo sistema sta facendo bancarotta. La verità è che la Previdenza Sociale non è in deficit, non ora e non per almeno i prossimi quarant’anni. Il fondo comune previdenziale, nel prossimo anno, avrà un avanzo di bilancio di 1.8 bilioni (mille miliardi) di dollari.
Nel 2011, quando la generazione del boom delle nascite comincerà ad andare in pensione in numero consistente, il surplus sarà diventato di 3.2 bilioni di dollari.
Queste eccedenze, più l’entrata futura delle imposte sulle buste paga, sono sufficienti per mantenere l’attuale livello delle prestazioni della previdenza sociale fino al 2042, questo
secondo i gestori, gente veramente prudente, del fondo di Previdenza Sociale.

L’imbroglio sulla “Previdenza Sociale che sta andando in bancarotta” è un mito messo in piedi dagli approfittatori di Wall Street che stanno dietro all’Amministrazione Bush e che anelano alla distruzione della pubblica fiducia sulla Previdenza Sociale. Questa non è altro che la parlantina di un piazzista per convincere il pubblico a spendere più di 2 bilioni di dollari per introdurre un sistema separato per distrarre i fondi della Previdenza Sociale verso il mercato azionario, e si tiene conto di assegnare quasi 1 bilione di dollari alle compagnie di Wall Street per l’amministrazione di nuove forme di assicurazioni individuali. Questo progetto, nel favorire le compagnie di investimento privato, vorrebbe indurre tagli alle pensioni e dovrebbe concludersi con l’innalzamento dell’età pensionabile, e Bush ha ammesso che entrambi questi intendimenti sono “sul tavolo”. Di più, verrebbero messe a rischio le liquidazioni e le pensioni di milioni di persone, soggette alle fluttuazioni di un mercato azionario volatile ed incerto.

Cresce la Repressione

Bush afferma, “Noi trasferiremo ai nostri figli tutte le libertà di cui godiamo, e la principale di queste è la libertà dalla paura.” A tutt’oggi quello che ci sta propinando è paura e repressione!
Bush ha promesso di lottare per una revisione costituzionale per mettere all’indice i matrimoni fra lo stesso sesso, parte di una campagna fondamentalista di odio, per negare i diritti fondamentali dell’uomo ai membri delle comunità Lesbiche, Gay, Bi e Transessuali.
Inoltre Bush ha promesso di continuare la sua guerra contro la gente di colore come “sfida alla vita criminale”, termini del codice dei conservatori per esaltare i profili razziali e la brutalità della polizia.
In tutto questo parlare di libertà e di democrazia, Bush non ha fatto alcuna menzione sul Patriot Act, che mina i diritti di ogni persona garantiti dalla Carta Costituzionale. Nemmeno rinnega la politica della sua Amministrazione di imprigionamenti illegali e di tortura.

Iraq: Occupazione Permanente

Bush ha salutato le elezioni fasulle in Iraq come un trionfo della democrazia.
Per collocare queste elezioni, tenute sotto occupazione, in una prospettiva, è utile andare con la memoria ad altre elezioni tenute, anche queste sotto occupazione, 38 anni fa:

il 4 settembre 1967, il New York Times apriva con il titolo di fondo, “Gli USA sono incoraggiati dal voto in Vietnam: Ufficiali dichiarano l’83% di partecipazioni malgrado il terrorismo Vietcong.”

L’articolo affermava, “Oggi, funzionari degli Stati Uniti sono rimasti sorpresi ed incoraggiati dal tipo di partecipazione alle elezioni presidenziali nel Sud Vietnam…Ora la speranza è che il nuovo governo sarà capace di operare con quella fiducia e legittimazione da molto tempo assente nei politici Sud-Vietnamiti. Questa speranza poteva essere infranta o da una bassa partecipazione, che avrebbe indicato un disprezzo diffuso o un insufficiente interesse allo sviluppo democratico, o dall’interruzione da parte dei Vietcong delle operazioni di voto.”

Al tempo in cui avvenivano queste elezioni, gli Usa tenevano in Vietnam un esercito di centinaia di migliaia di uomini. Gli USA avevano bombardato a tappeto, lasciando cadere una pioggia di napalm, e avevano assassinato attivisti, e questo come parte della loro infame Operazione Phoenix. Ancora, erano stati in grado di organizzare delle elezioni farsa e di convincere i media a riportare che le elezioni erano state un punto cruciale di svolta nello sforzo di legittimare la guerra.

Questo tentativo di legittimare la guerra e l’occupazione del Vietnam è risultato uno spregevole fallimento. Le elezioni furono seguite dall’offensiva del Tet, una sollevazione popolare di massa contro le forze di occupazione. La guerra durò altri sette anni e mezzo, con più di 50.000 perdite USA a partire da quelle elezioni.

Oggi, l’Amministrazione Bush sta portando la “democrazia” all’Iraq con bombe, armi e proiettili all’Uranio depleto, e con le camere di tortura di Abu Ghraib. Più di 100.000 Iracheni sono stati ammazzati. Fallujah, una città storica, è stata distrutta.

Queste elezioni avranno come unico risultato di indurre il popolo Iracheno ad una grande frustrazione e risentimento. Qualsiasi sia stata la natura reale di questa partecipazione, l’aspettativa calpestata di coloro i quali sono andati a votare era che le elezioni avrebbero portato ad una fine dell’occupazione del loro paese. Quando capiranno che Bush non ha alcuna intenzione di por fine all’occupazione, questa frustrazione alimenterà una resistenza che è già ampiamente diffusa.

Ma Bush afferma, “Noi non costruiremo un programma fittizio per abbandonare l’Iraq”, e questo è vero dato che i piani dell’Amministrazione sono per una permanente occupazione!
Il comitato di affari neocon, che sta attorno a Bush, ha da lungo tempo previsto l’occupazione militare permanente della regione, per controllare i rifornimenti del greggio e per usare questa area come base di lancio di operazioni offensive contro altre nazioni, come la Siria e l’Iran. Il Pentagono sta costruendo 14 basi militari stabili, e Bush non metterà sul tavolo alcun programma, visto che non ha proprio l’intenzione di mettere fine all’occupazione.
Le Corporations USA, come la Halliburton & Bechtel, che hanno già realizzato miliardi di profitti, progettano di stringere le loro spire attorno all’economia dell’Iraq, in particolare attorno alle sue immense riserve di petrolio.

La Guerra Infinita

In aggiunta all’occupazione continua dell’Iraq, Bush ha fatto la lista dei nuovi obiettivi dell’aggressione Statunitense. Usando l’accusa, che ora risulta proprio sfacciata e degna di discredito, del possesso di armi di distruzione di massa, Bush ha messo in chiaro che i popoli dell’Iran, della Siria e della Nord Corea dovranno subire la stessa sorte del popolo Iracheno, se seguiranno quella strada.

Egli ha promesso solennemente che noi dobbiamo “affrontare i regimi che continuano a dare ricetto a terroristi e aspirano ad avere armi di assassinio di massa.”
Questa medesima giustificazione, ed è stata provata essere una menzogna spudorata, è stata usata per scatenare la guerra contro l’Iraq!
Nel linguaggio di Bush, questo significa l’intenzione di aggredire ogni paese, qualsiasi e in ogni dove, se questo serve agli interessi dell’Impero delle Corporations USA.

Il governo degli USA, nelle parole di Martin Luther King, Jr., è “il più grosso approvvigionatore di violenza nel mondo.” I suoi squadroni della morte sono ora al lavoro in Colombia. La città di Miami costituisce una base per gli attacchi terroristici contro il popolo Cubano. Gli USA detengono il più fornito magazzino del mondo di armi di distruzione di massa; armi fuori legge, chimiche, biologiche e nucleari.

19 marzo: Troops Out Now! Le Truppe Fuori Subito!

Bush ha concluso il suo sproloquio con una citazione da Franklin Roosevelt: “Ogni epoca è un sogno che sta morendo, o uno che sta cominciando a nascere.” In realtà, il sogno dell’Amministrazione Bush è un incubo per le classi lavoratrici dappertutto, un sogno di un Impero globale, di una guerra permanente, e della distruzione di ogni programma sociale.

Tutti coloro che hanno altri sogni devono continuare nelle mobilitazioni per bloccare l’Amministrazione Bush. Nel fine settimana del 19 marzo, secondo anniversario dell’inizio della campagna “colpisci e terrorizza” contro il popolo Iracheno, il movimento globale contro la guerra scenderà per le strade a reclamare la fine dell’occupazione.

La Coalizione “Troops Out Now”, di cui l’International Action Center è un membro, appoggia gli inviti alle dimostrazioni in tutto il mondo. A New York City, decine di migliaia scenderanno a marciare e convergeranno su Central Park, in una dimostrazione regionale unitaria di massa per esigere l’immediato, completo e incondizionato ritiro di tutte le truppe di occupazione dall’Iraq. Il movimento contro la guerra reclamerà finanziamenti per il lavoro, per il sistema educativo e sanitario, non per la guerra e l’occupazione. Attivisti stanno arrivando ancora una volta dall’est degli Stati Uniti per marciare contro la guerra infinita, la repressione e l’avidità delle Corporations.

Bush ha sottoscritto un piano di attacco contro le classi lavoratrici di tutto il mondo, ora è giunto per noi il tempo di rispondergli con un rinnovato livello di impegno e di unità. Noi abbiamo bisogno anche del vostro aiuto per fare del 19 marzo un successo.

19 marzo 2005
Troops Out Now! Le Truppe Fuori Subito!
Manifestazione su Central Park a New York!
Dimostrazioni Regionali negli USA e in Tutto il Mondo

The International Action Center
http://www.iacenter.org/

Fonte

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