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(17 Aprile 2010) Enzo Apicella
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Il 19 marzo tutti in piazza a Roma contro la guerra

Siamo la maggioranza morale e reale del paese.

(12 Marzo 2005)

Si è tenuta questa mattina una conferenza stampa del comitato promotore della manifestazione nazionale contro la guerra del prossimo 19 marzo, manifestazione che si terrà a Roma nel quadro della giornata mondiale contro la guerra lanciata dal Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre e dal Forum Sociale Europeo di Londra.

Piero Bernocchi dei Cobas ha illustrato le manifestazioni che si terranno il 19 marzo in decine di capitali a livello mondiale e in decine di città degli Stati Uniti. In Europa – ha detto Bernocchi – un rilievo particolare assumeranno le manifestazioni a Roma e a Londra i cui governi continuano a mantenere le truppe in Iraq e ad essere complici dell’occupazione del paese. Riferendosi alla manifestazione prevista a Bruxelles sempre per il 19, Bernocchi ha sottolineato come nella piattaforma della manifestazione principale convocata dalla CES (conferederazione europea dei sindacati) non ci sia alcun accenno né alla guerra né al ritiro delle truppe. Da qui l’appello a tenere invece conto della situazione venutasi a determinare in Italia con il drammatico epilogo della liberazione di Giuliana Sgrena e l’uccisione di Nicola Callipari. Il governo italiano non è più in grado neanche di assicurare la sicurezza dei propri uomini. Uscire dalla guerra è oggi sempre più urgente e necessario anche rilanciando il movimento contro le basi militari.

Sergio Cararo, a nome del Comitato nazionale per il ritiro dei militari dall’Iraq, ha ribadito il concetto secondo cui il movimento che chiede il ritiro delle truppe e la fine della complicità italiana rappresenta ormai da tempo la maggioranza morale e reale del paese, una maggioranza che da due anni entra sistematicamente in contraddizione con “la politica” che si esprime con la maggioranza di governo e con una opposizione troppo compiacente e troppo al di sotto dell’aspettativa che viene dalla società su una questione dirimente come la guerra. I ripetuti sondaggi fatti in questi due anni, hanno visto la conferma che la maggioranza del paese vuole il ritiro delle truppe dall’Iraq. L’intervento in replica alla relazione di Berlusconi al Senato da parte di Giuliano Amato, a nome dell’opposizione, è irricevibile per l’autonomia ed i contenuti del movimento che si batte contro la guerra. Ha anche invitato a cogliere la novità di uno dei punti della piattaforma della manifestazione che per la prima afferma che “la resistenza all’occupazione militare è legittima”.

Bruno Steri dell’Ernesto/PRC ha ribadito l’obiettivo del ritiro delle truppe perseguito in questi anni, come centrale. E’ urgente cominciare a definire come porre fine alla complicità italiana con la guerra in Iraq. Il congresso nazionale del PRC ha votato all’unanimità l’adesione alla manifestazione del 19 marzo a Roma, ma in alcuni congressi provinciali questa posizione è dovuta passare a maggioranza e non all’unanimità.

Guido Lutrario dei Disobbedienti ha insistito sulla contraddizione tra maggioranza reale della società e sordità della politica alla domanda che chiede di ritirare le truppe. Se la società non viene ascoltata e le sue aspettative non vengono raccolte, quali strumenti ha per farsi ascoltare? Per questo diciamo che con la manifestazione del 19 marzo cominciamo una nuova fase del movimento che deve assediare i palazzi del potere: quello del governo certo ma anche il Quirinale, perché Ciampi è il garante di una Costituzione che è stata violata con la partecipazione dell’Italia alla guerra contro l’Iraq.

Nando Simeone della redazione di Erre/PRC ha insistito sulla necessità di spingere per mettere ancora più in difficoltà un governo già in crisi sulla gestione della guerra e della vicenda Callipari. In questo senso, occorre lavorare affinché il movimento contro la guerra intercetti anche la crescente mobilitazione sociale contro il liberismo: oggi in piazza c’erano gli operai della FIAT, la prossima settimana sciopereranno la scuola e gli operatori sociali. Occorre ricomporre il movimento dentro quella lettura che denunciava il carattere sociale, economico e militare della guerra.

Andrea Genovali del PdCI ha assicurato la partecipazione del proprio partito alla manifestazione del 19 marzo e la presentazione di una mozione alla camera che chiederà esplicitamente il ritiro immediato delle truppe. Ha inoltre invitato a non abbassare la guardia ed a guardare con attenzione e preoccupazione l’escalation delle minacce di guerra in Medio oriente alla luce di quanto sta accadendo in Libano . contro la Siria e contro l’Iran.

Danilo Corradi dei Giovani Comunisti, ha ricordato che l’assedio ai palazzi del potere comincerà già da mercoledì prossimo con una manifestazione a Montecitorio in occasione del dibattito e del voto sul decreto di rifinanziamento della missione militare in Iraq.

Oggi pomeriggio il comitato promotore avrà un incontro con la redazione de Il Manifesto ed ha lanciato un appello alle organizzazioni che stanno lavorando sulla manifestazione di Bruxelles – alla luce di una situazione straordinaria – a rivedere le proprie decisioni e ad impegnarsi per la manifestazione del 19 marzo a Roma.

Forumpalestina

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