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Padova - Giunta Zanonato: il Prc sceglie di non scegliere.

Sul Comitato Politico Federale del PRC di Padova dell'11 maggio 2005

(13 Maggio 2005)

Si è tenuto mercoledì 11 maggio il Comitato Politico Federale del PRC di Padova

La riunione era stata richiesta da alcuni membri del CPF stesso in relazione ai fatti di giovedì 28 aprile al quartiere Portello.

Nella richiesta si sottolineava l'esigenza di «condannare senza alcuna esitazione il fatto che per notificare l'assegnazione di un appartamento in case popolari ad una famiglia occupante si sia richiesto l'intervento della forza pubblica», e si invitava il CPF stesso a prendere atto che quanto avvenuto «infrange ogni residua illusione sulle capacità di questa maggioranza e di questa giunta di avviare un percorso di "democrazia partecipata" e di dialettica coi movimenti».

All'inizio della riunione sono stati presentati su due distinti ordini del giorno. Uno della segreteria provinciale (espressione della sola mozione congressuale "L’alternativa di società") e uno delle minoranze (le mozioni congressuali "Essere comunisti", "Per un progetto comunista", "Un'altra rifodnazione è possibile", "Rompere con Prodi preparare l’alternativa operaia").

Nel corso del dibattito si è evidenziata l'impossibilità di trovare convergenze tra i due differenti ordini del giorno.

Sulla questione dei fatti del Portello, infatti, le minoranze richiedevano una condanna "senza se e senza ma" dell'intervento delle forze dell'ordine, mentre la maggioranza riteneva necessario accompagnare a questa condanna una critica molto pesante dell'operato dei Verdi.

Inoltre mentre l'odg proposto dalle minoranze sottolineava le reponsabilità del sindaco Zanonato nell'intervento delle forze dell'ordine («l’atto del sindaco è stato soltanto decisionista, non necessario né dovuto: un segnale di garanzia ai poteri forti»), quello della segreteria non individuava alcuna responsabilità in questo intervento, finendo per addossarne la colpa solo e semplicemente alla "forzatura strumentale" dei Verdi.

Ulteriore terreno di divisione il che fare con la giunta Zanonato e con la maggioranza di centrosinistra al governo della città.

L'odg di minoranza proponeva una posizione chiara e invitva il CPF a prendere atto «che non esistono più motivi politici sufficienti per continuare la collaborazione con l’Ulivo nell’amministrazione di Padova».

Diversa anche qui la poposta della segretria che per quanto non risparmi parole di critica sull'operato della giunta comunale, rimanda ogni atto concreto ad un futuro non precisato, ritenendo ancora possibile che «un rilancio dell'iniziativa politica corale [con] il coinvolgimento delle forze sociali e dell'associazionismo» possa andare «nella direzione di un chiarimento e di una correzione di rotta».

In conclusione l'ordine del giorno di maggioranza è stato proposto al voto in due parti votate separatamente, di cui la seconda in contrapposizione all'ordine del giorno di minoranza.

I risultati delle votazioni sono stati i seguenti:

Prima parte dell'ordine del giorno proposto dalla segreteria
voti a favore: 21
voti contrari: 3
astenuti: 4

Seconda parte dell'ordine del giorno proposto dalla segreteria
voti a favore: 18
voti contrari: 10

Ordine del giorno proposto dalle minoranze
voti a favore: 10
voti contrari: 18

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Commenti (1)

Al CFP di Padova

Mentre in tutta Italia vi e’ una condanna per chi utilizza lo strumento della forza per liberare le case occupate, mentre i compagni di rifondazione comunista vengono “puniti” agli arresti domiciliari per “espropri proletari”, mentre altri compagni di rifondazione comunista escono dalle Giunte e stanno con i comitati dei cittadini, a Padova l’unica cosa che si riesce a fare e’ attaccare i disobbedenti i Verdi, compagni stessi del Partito a difesa dell’operato della giunta Zanonato.

Intanto a Padova si registrano le prime denunce a carico di cittadini che riuniti in comitati hanno tentato il blocco dell’installazione delle antenne per telefonia mobile e in alcune situazioni anche con i disobbedienti; gli stessi disobbedienti che alcuni mesi fa occupavano in Via Citolo da Perugia alcune case comunale sfitte e che in buon accordo con l’assessore Ruffini liberavano poi per trovare una sistemazione agli occupanti.
Cosa e’ cambiato da allora nei rapporti tra la Ruffini e i disobbedienti e’ difficile da comprendere, ma ci piacerebbe conoscere.

Poco mi importa invece di sapere quali sono gli interessi che muovono i Verdi di Padova, mi preoccupo di sapere quali sono gli interessi che muovono i compagni del Partito che ho votato e allora ancora una volta chiedo per quale motivo l’assessore Ruffini esce dalla Giunta quando le decisioni sono “pesanti” e gli argomenti impegnativi e perche’ non puo’ liberamente esprimere un suo parere di dissenso, a verbale di una seduta di Giunta come chiara presa di posizione. Portare fuori a conoscenza di tutti le sue posizioni e su queste costruire percorsi di confronto con i cittadini e battaglie politiche se necessario.
E ancora sulla questione del Portello: la mattina del 28 aprile si sono presentati non le assistenti sociali con i vigili urbani in borghese, come ha dichiarato il 29 aprile u.s. al quotidiano il mattino la Ruffini, ma le assistenti sociali, i vigili urbani con i carabinieri in assetto anti sommossa e agenti del reparto mobile. La sua parola contro quella di decine di cittadini che sono stati testimoni fin dalle ore sette del mattino allo sgombero.

Fa piacere che il cpf di Padova abbia rivisto la sua posizioni sulle occupazioni riconoscendo questa pratica come patrimonio del movimento, solo che l’assessore Ruffini nella dichiarazione al mattino del 9 maggio u.s. si deve essere sbagliata perche’ ha parlato di “occupazioni sportive ovvero di persone che non hanno una reale necessista’ di alloggio, ma che utilizzano l’occupazione come strumento di lotta politica o per non pagare il canone”. A mio parere e’ sempre e comunque grave, aldila’ della specificita’ del fatto, rilasciare dichiarazioni di questo tenore; a meno che la Ruffini sa poco di occupazioni, ma conosce meglio altre strade per dare risposte ai bisogni: ad ognuno la propria.

Non ultimo: per i compagni comunisti non ci sono “interessi politici individuali riconducibili a malcelate frustrazioni per gli esiti sfavorevoli delle recenti elezioni regionali”,c’e’ l’amarezza nel prendere atto che in questo partito si sta facendo strada l’interesse personale e la spregiudicatezza nel chiedere i posti in cambio di altro.

E con questa ultima affermazione chiedo ancora una volta che si apra un confronto nel Partito su quanto e’ accaduto e sta accadendo, partendo proprio dalla situazione di Padova

(14 Maggio 2005)

Giuditta Brattini

giuditta.mauro@libero.it

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