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Selvaggia e vigliacca aggressione alla controparata di Roma

(3 Giugno 2005)

L’aggressione poliziesca di oggi alla controparata che il movimento anti-guerra aveva organizzato per protestare contro l’oscena esibizione militarista nel giorno della festa della Repubblica non ha precedenti qui a Roma da anni.

Per la prima volta il corteo non si proponeva di entrare nella “zona rossa” della parata militare, era stato regolarmente autorizzato senza problemi e si stava svolgendo in assoluta tranquillità, quando all’improvviso il dirigente di piazza (vice-questore Santoro) avvicinava Piero Bernocchi (portavoce Cobas scuola), chiedendogli di togliere uno striscione (in quanto, configurante “vilipendio”) presente nel corteo con la scritta “Pisanu: vergogna della repubblica. Chiudere i lager CPT”. Santoro aggiungeva che la richiesta gli era arrivata dalla Questura, dopo una segnalazione – sembra una barzelletta – dall’elicottero che sorvolava la manifestazione. Al netto rifiuto di Bernocchi che faceva notare come lo striscione non contenesse alcun ”vilipendio” ma al più una forte critica politica (non essendo peraltro Pisanu presidente della Repubblica), Santoro ordinava il blocco del corteo.

Cominciava a questo punto un’assurda e estenuante trattativa, con l’intervento del capo della Digos Giannini e di parlamentari come Giovanni Russo Spena del PRC. Nonostante fosse evidente che la maggioranza dei funzionari in piazza ritenessero pretestuoso il blocco, dalla Questura, e assai più probabilmente dal Ministero degli Interni, venivano diktat netti. Dopo un’ora di sosta, i manifestanti, vista l’inutilità di continuare la trattativa, decidevano di chiudere la manifestazione a Testaccio e, fatto girare il camion con l’amplificazione, si avviavano verso la piazza principale del quartiere per concludere con un comizio di protesta l’iniziativa.

Carabinieri e poliziotti abbandonavano rapidamente le precedenti postazioni e bloccavano ogni via di spostamento, circondando i manifestanti. Alle forti proteste di questi ultimi, partiva una violenta carica durante la quale si distingueva in particolare un gruppetto di energumeni con la divisa di carabinieri che pestavano brutalmente Gualtiero Alunni, assessore PRC al VIII Municipio (ricoverato con una seria ferita al S.Camillo) e altri tre manifestanti che preferivano non farsi ricoverare. Arrestavano poi anche un manifestante, rilasciato qualche ora dopo.

Ed ora apprendiamo che la Questura fornisce una versione spudorata ed ignobile dell’accaduto, in cui i manifestanti avrebbero addirittura aggredito polizia e carabinieri, ferendo alcuni agenti. Ci sono centinaia di testimoni, fotografi, giornalisti, assessori, deputati, consiglieri regionali e provinciali, ma anche una decina di funzionari di PS che possiamo indicare con nomi e cognomi, in grande imbarazzo di fronte alle decisioni del Ministero degli interni e della Questura centrale, che sanno benissimo come sono andate le cose e la cui omertà ci appare particolarmente disgustosa.

Il significato politico di tutto ciò ci pare evidente: Pisanu ha deciso di dare una lezione pesante, di qui alle elezioni, alla sinistra antagonista e alternativa ed ha pensato oggi di potere infierire, vista l’assenza dalla manifestazione di varie componenti del movimento pacifista. In più governo e opposizioni compiacenti, che sanno benissimo che il 70% degli italiani vuole il ritiro delle truppe dall’Iraq, hanno creato il clima in cui Pisanu e Questura hanno pensato di impedire che i manifestanti “contaminassero” le migliaia di cittadini accorsi a vedere la parata-spettacolo.

Adesso vedremo se ci sarà da parte del centrosinistra almeno la condanna di questa violenza e dell’arbitrio ultra-autoritario di chi decide quali striscioni possiamo portare ai cortei e quali no. Trarremo le nostre conclusioni e decideremo le prossime iniziative di protesta martedi 7 giugno alla Sala della Provincia a Roma alle ore 17.

Piero Bernocchi Confederazione Cobas

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