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(15 Ottobre 2010) Enzo Apicella
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(Contratto Metalmeccanici)

La segreteria nazionale della FIM sta liquidando il contratto dei metalmeccanici

una raccolta di firme a sostegno della vertenza metalmeccanici

(10 Luglio 2005)

Cari compagni, continua la raccolta di adesioni al testo qui riportato contro il tentativo di affossare il contratto metalmeccanico.
Redazione di roma di operai contro

Il comunicato stampa del 24 giugno 2005 sullo stato della trattativa con Federmeccanica è un esempio di come si gioca con le carte truccate.

Nelle prime tre righe la FIM esprime la contrarietà “a percorrere la strada dello scambio tra flessibilità e salario”

Nelle successive cinque righe spiega perché così “ si violano le regole del 23 luglio 1993 che prevederebbero un negoziato solo salariale” Prevederebbero e non prevedono, l’estensore è furbo nell’uso dei verbi. Prosegue “la proposta di federmeccanica prospetterebbe uno scambio iniquo”, l’estensore si fa ancora più furbo introducendo l’aggettivo “iniquo”. Ma lo scambio non va fatto, non perché è iniquo, ma semplicemente perché l’oggetto della trattativa è il salario e non altro, o così almeno ci hanno raccontato nelle assemblee.

Perché lo scambio è iniquo? Spiega il comunicato “perché pochi euro verrebbero scambiati con concessioni eccessive”. Di conseguenza se gli euro fossero un po’ di più e le concessioni non proprio eccessive lo scambio non sarebbe più iniquo e si potrebbe fare. Il ciuccio mostra le orecchie, sarebbe disposto ad accettare lo scambio a condizione che sia uno scambio sopportabile, ma non avevano dichiarato nelle prime righe la propria contrarietà ?

Altre tre righe e compare la minaccia di consuetudine “si corre il rischio di un mancato rinnovo o di un grave ritardo”, quando la finiranno di descrivere il padrone più potente di quello che è sarà troppo tardi.

Questi sindacalisti lavorano a spargere sfiducia, per loro il padrone non farà mai marcia indietro, per loro gli scioperi non servono quasi a niente e agiscono di conseguenza per farli fallire o renderli innocui.

Eravamo partiti chiedendo un aumento salariale misero. Siamo già al punto che la FIM nazionale propone di unificare in un unico negoziato i temi emersi che riguardano la flessibilità. Così la federmeccanica si è conquistata un tavolo negoziale sui temi che da mesi agita su orari e legge 30. Siamo così alla venticinquesima riga, di seguito ancora colpi bassi. Viene proposta “ l’opportunità di una diversa modulazione delle scadenze temporali del contratto nazionale” allunghiamo i tempi della contrattazione salariale collettiva così facciamo in tempo fra un contratto e l’altro ad abituarci a tirare meglio la cinghia.

Ma mentre, per la FIM, i tempi per chiedere soldi si potrebbero anche allungare quelli per discutere di questioni normative anticiparli, addirittura si propone di farci anticipare un po’ di sodi per il 2005 per avere il tempo necessario per affrontare la trattativa sulla flessibilità. La parte salariale del contratto nazionale è così nei fatti liquidata.

Bisogna ringraziare infine l’astuto estensore del comunicato perché scrive che saranno comunque rispettate le regole democratiche concordate se si andrà verso le richiesta di modificare il mandato ricevuto dai lavoratori. Parlano già di modifica del mandato dopo solo una decina di ore di sciopero e lo schiaffo dell’offerta di 59 euro.

Finché non facciamo i conti con questi sindacalisti non riusciremo ad ottenere nemmeno i 105 euro che già erano una miseria e che sono stati ampiamente azzerati dall’aumento dei prezzi degli ultimi mesi.

Questa è la dura realtà e con questa bisogna fare i conti.

Operai e delegati delle fabbriche:
INNSE presse (Milano),
Siemens (Cassina De Pecchi),
Pompe Gabbioneta (Sesto San Giovanni),
Ansaldo Camozzi (Milano),
Mercegaglia Building Milano, Copel (Latina),
Carrozzerie Mirafiori (Torino),
Capgemini TMN (Roma),
Microtecnica (Brugherio Mi),
Indinvest S.P.A. (Biassono Mi),
Terim (Modena);
Fiat New Holland (Modena)

Fonte

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