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«Una follia che andrà oltre la data del voto»

(19 Dicembre 2017)

tramite rifondazione.it

simbolo potere al popolo

Ambra Jovinelli pieno domenica scorsa, oltre mille persone hanno partecipato al battesimo del simbolo e del programma di Potere al popolo, la lista che sta nascendo dalle lotte nei territori (80 assemblee tenute da nord a sud) con l’intenzione di presentarsi alle prossime politiche. Significativa la presenza sul palco di esponenti della nuova sinistra europea e dell’ambasciatrice palestinese in Italia, Mai Alkaila.

Gabriel Amard, di France Insoumise, ha spiegato il metodo comune alle formazioni che si stanno affermando al di fuori delle vecchie burocrazie di partito: «Ognuno è il benvenuto, non chiediamo il curriculum. Nel nostro progetto, il popolo è il soggetto politico che prende il potere e cambia la società. Non vogliamo personalizzare la lista, vogliamo innescare un processo costituente per il popolo, con il popolo per l’interesse generale. Alla gente, nei territori, diciamo venite a fare le leggi per voi stessi, entrate in rapporto diretto con la costruzione delle leggi con una scrittura cooperativa fatta insieme nelle assemblee o sulle piattaforme in rete».

Gli attivisti dell’Ex Opg Je so’ pazzo hanno chiamato a raccolta a Roma reti civiche, collettivi e spazi sociali, sindacati di base, comitati ambientali come No Tav, No Tap e No Muos, soggetti strutturati come Rifondazione comunista, Rete dei comunisti, Sinistra anticapitalista e Pci (ex Pdci), i lavoratori impegnati in battaglie simbolo come Thyssen Krupp e Almaviva.

Le prossime tappe prevedono nuove assemblee locali per selezionare le candidature scegliendo chi nei territori si è fatto carico delle battaglie della propria comunità: «Casa per casa, università per università, sui luoghi di lavoro, nelle lotte e in ogni provincia noi andremo avanti a portare le idee per le quali ci battiamo – spiegano -. Che sono semplici, oltre i tecnicismi di programmi infiniti, e sono quelle che uniscono tutti: lavorare senza essere sfruttati, non essere costretti a emigrare e vivere in territori che non vengano deturpati. È una follia cominciata per le elezioni ma che non si fermerà un giorno di marzo con una percentuale di votanti».

Una delle figure di riferimento della lista è Haidi Gaggio Giuliani perché è dalle repressioni dei movimenti dopo il G8 di Genova che si è formata questa generazione di attivisti.

«Quello di domenica è stato un bel momento di partecipazione dal basso – racconta Maurizio Acerbo, segretario del Prc.

Jean-Luc Mélenchon, fondatore di France Insoumise, ha dedicato all’iniziativa un post sul suo blog, la partecipazione di rappresentanti della spagnola Podemos ci dice che nel vecchio continente c’è una sinistra radicale sopra il 10% e pure in Italia si può occupare questo spazio, finora lasciato vuoto, lavorando anche oltre il momento elettorale».

Adriana Pollice - il manifesto

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