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(24 Agosto 2005)
La notizia agghiacciante ed emblematica che gli eroici soldati americani (quelli che esporterebbero la democrazia), si fanno pippe tra una strage e l’altra commerciando, con siti porno made in USA, foto choc di prima mano di iracheni torturati, mutilati e trucidati (peggio dunque di quanto fecero i fascisti italiani in Etiopia), e’ fulmineamente scoparsa dalla pagine dei giornali. Essa e’ stata rimpiazzata da una notizia piu’ intrigante e meno impegnativa: «i disobbedienti, in vista delle primarie de l’Ulivo, lanciano Don Gallo, come candidato dei movimenti». Flop!
Chi cade dalle nuvole lanci la prima pietra. Da tempo diciamo che il “Movimento” non solo e’ in crisi, che non c’e’ piu’, che il ciclo di Genova si e’ chiuso, che siamo dentro un riflusso che avrebbe avuto conseguenze molto serie (disincanto scoramento, slittamento moderato). Se partiamo da qui ci spieghiamo forse perche’ alcuni pezzi di quello che fu il “Movimento”, dopo tanto vituperare contro i partiti, il ceto politico dei burocrati e il circo bipolare, pur tirare a campare, hanno finito per precipitare nella trappola ulivista.
Solo uno sbandamento tattico? Solo una provocazione? Mica tanto. Dietro c’e’, secondo noi, proprio la sindrome movimentista per cui, quando le lotte non ci sono, quando la tensione sociale cala, ci si inventa qualche mossa strabiliante, nella vana illusione che una manovra politica possa surrogare il movimento di lotta reale. Non passa per la testa, a certi compagni, che in alcune circostanze, e’ meglio stare fermi invece di fare cazzate. O meglio: occorre sapere stare in difesa, attrezzarsi consolidando certe trincee per non perdere posizioni.
Invece dilaga il soggettivismo velleitario, cioe’ l’idea che un manipolo di coraggiosi possa sfondare le linee nemiche. Gramsci avrebbe detto: ecco la vecchia malattia italiana, l’arditismo, che sostituisce alla potenza ben organizzata di un esercito la spinta offensiva di pochi temerari. Ma qui non siamo sul Monte Grappa. Le Primarie uliviste non sono una autentica battaglia da cui dipendano le sorti di chissa’ che.
Ha ragione Gino Strada (Corriere della Sera di oggi): non solo queste Primarie sono truccate, dato che si sa gia’ il vincitore (Prodi), ma esse sono “un’americanata”, ovvero una competizione di tipo presidenzialistico, populistico, personalistico, che non calpestano solo la Democrazia Diretta (di cui il Movimento dovrebbe farsi paladino), ma pure quella con la d minuscola.
Se questo vi pare poco, se vi pare poco che un meccanismo antidemocratico e plebiscitario come le Primarie venga legittimato (per il fatto stesso di presentare un candidato), considerate allora altri fattori. Si dice che la candidatura di Don Gallo serva a impedire a Bertinotti di incamerare i voti del “Movimento”.
In realta’, accettando come terreno del tensone le Primarie, si ottiene il risultato contrario, ovvero si da ragione proprio a Bertinotti, che da sempre ha perorato l’americanata delle Primarie e se ne e’ fatto paladino vincendo la ritrosia dei DS. Ma quel che e’ grave e’ che si finisce per dargli ragione su un altro punto, piu’ decisivo. Bertinotti infatti da due anni ha compiuto l’ennesima piroetta, passando dall’amore (effimero) verso i movimenti a quello per l’Ulivo, scommettendo che proprio l’Ulivo sarebbe diventato, malgrado tutto, il principale luogo del confronto politico a sinistra. Che il “Movimento” o chi per lui presenti un candidato alle Primarie e’ quindi una singolare conferma del ragionamento bertinottiano (e un triste suggello della fine del “Movimento”). Non a caso gli esponenti del PRC a malapena nascondono la loro soddisfazione (tranne Grassi che, chi ci capisce e’ bravo, attacca Casarini dicendo che Bertinotti e’ l’autentico rappresentante del “Movimento” --ci risiamo con questo penosa gara).
Su il manifesto di oggi Casarini dice che si deve partecipare alle Primarie per obbligare l’Ulivo e recepire le rivendicazioni del “Movimento”. Chiede a chi ha voluto i lager-CPT di chiuderli. A chi ha condotto una guerra vera (Jugoslavia 1999) una politica di pace. A chi ha votato (ultimo un mese fa) ben due peggioramenti del 270bis, un’amnistia per gli antagonisti.
Suvvia! Di questo passo, fra qualche anno, magari davanti ad un Le Pen italiano, si finira’ per fare liste comuni con Forza Italia...
Non vogliamo fare i profeti di sventura ma temiamo che chi si ficca in questa pasticciaccio rischia di lasciarci le penne. Ci auguriamo un ripensamento, che i Disobbedienti e Don Gallo facciano dietrofront.
Invece di cercare un posto nel futuro Parlamento (dato che forse l’adesione alle Primarie e’ strumentale a chiedere uno scranno o due a Montecitorio), sarebbe saggio serrare i ranghi e unire in un unico blocco i settori anticapitalisti, preparandosi alla inevitabile lotta contro il futuro governo di centro-sinistra.
Notiziario del Campo Antimperialista .... 23 agosto 2005
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