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Haj Ali in Italia dal 2 ottobre

(21 Settembre 2005)

Questo pomeriggio abbiamo avuto la conferma da Amman: Haj Ali, l’uomo simbolo delle torture di Abu Ghraib, ha avuto la comunicazione dall’ambasciata italiana che avrà il visto il 29 settembre e che potrà così essere nel nostro paese dagli inizi di ottobre.

Si tratta di una seria vittoria frutto della mobilitazione di queste settimane, della grande adesione che ha riscosso l’appello per il rilascio dei visti agli esponenti iracheni che avevamo invitato in Italia, dei 15 giorni di sciopero della fame e di presidio davanti alla Farnesina.

Se non siamo riusciti a rovesciare la decisione presa da Fini, sotto dettatura americana, di negare il visto a 6 alti rappresentanti del popolo iracheno, siamo però riusciti a battere la sua arroganza, a far emergere uno schieramento democratico ancora insufficiente ma già capace di riportare successi parziali estremamente significativi.

Haj Ali sarà dunque presente all’incontro internazionale che abbiamo convocato per domenica 2 ottobre a Roma, presso l’Aula magna dell’Università valdese.

Sarà quello il momento di inizio di un giro di conferenze in tutto il paese che organizzeremo unitariamente con tutti coloro che hanno sostenuto la battaglia contro Fini e contro il governo.

A tale proposito facciamo appello alle forze che si battono contro la guerra e l’occupazione, a tutti gli antimperialisti, ai pacifisti che vogliono una pace fondata sul diritto all’autodeterminazione e sul ritiro di tutte le truppe di occupazione, affinché si attivino per dare vita a grandi incontri in ogni città.

I Comitati Iraq Libero europei, insieme alle altre forze promotrici della Conferenza Internazionale “Per una pace giusta, con la Resistenza irachena”, stanno già lavorando per far proseguire, dopo l’Italia, il tour di Haj Ali in numerosi altri paesi europei.

Con Haj Ali, che potrà finalmente denunciare i crimini commessi dagli occupanti, inizieremo una campagna di verità sulla tragedia che vive l’Iraq, per smascherare le menzogne dei grandi mezzi di informazione, per disvelare di quali brutalità è fatta la cosiddetta “normalizzazione” voluta dagli USA.

Questa campagna non sarà però soltanto un momento di denuncia, sarà anche uno strumento di raccolta delle forze per rilanciare, più determinati e numerosi di prima, la battaglia per i visti affinché la prevista conferenza di Chianciano che tanto terrorizza gli USA ed il governo Berlusconi-Fini possa finalmente svolgersi.

Avevamo detto 6 giorni fa, sospendendo lo sciopero della fame, che un passo avanti era stato compiuto. Nei giorni scorsi c’era stato un altro piccolo risultato: l’ottenimento del visto per Abdulhaleem Kandil, rappresentante del movimento egiziano Kifaya, che sarà così anch’esso presente il 2 ottobre a Roma.

Oggi un altro e più importante passo in avanti.

Non saremo per questo trionfalisti, tanto più di fronte alle difficoltà di una lotta che ha l’obiettivo del riconoscimento politico delle forze della Resistenza irachena, ma riteniamo che da oggi questa lotta possa svolgersi in condizioni più favorevoli e con un area di sostegno assai più ampia del passato.

20 settembre 2005

Comitati IRAQ LIBERO

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