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ONU: durante la pandemia, le demolizioni illegali in Cisgiordania sono aumentate

(12 Settembre 2020)

demolizioni durante il covid 2

Wafa. Il coordinatore umanitario delle Nazioni Unite, Jamie McGoldrick, ha affermato giovedì che il periodo da marzo ad agosto 2020 ha visto la demolizione o la confisca di 389 strutture di proprietà palestinese in Cisgiordania, in media 65 al mese, il più alto tasso di distruzione in quattro anni.

In una nota ha aggiunto che durante la pandemia COVID-19, le autorità israeliane hanno indicato che avrebbero posto un freno alla loro politica di lunga data di demolizioni delle case palestinesi. “Purtroppo, durante il periodo marzo-agosto 2020 le demolizioni hanno lasciato 442 palestinesi senza casa, esponendone altri a molti ai rischi associati alla pandemia. Solo nel mese di agosto, 205 persone sono state sfollate, più che in qualsiasi altro singolo mese da gennaio 2017″.

“Oltre alle case, le proprietà prese di mira includono risorse idriche, strutture igieniche e sanitarie e per l’agricoltura, minando con questo l’accesso di molti a mezzi di sussistenza e servizi. Inoltre, 50 delle strutture erano state date ai palestinesi come aiuto umanitario, e la loro distruzione ha colpito i più vulnerabili di tutti e ha destabilizzato le operazioni di emergenza”, ha aggiunto McGoldrick.

“Di particolare preoccupazione è il maggiore uso da parte delle autorità israeliane di una procedura accelerata (Ordine 1797) per la rimozione di strutture 96 ore dopo la consegna di un avviso, impedendo in gran parte ai proprietari di essere ascoltati davanti a un organo giudiziario”, ha aggiunto il Coordinatore ONU.

“Quando le autorità israeliane demoliscono – ha continuato -, o costringono le persone a demolire, case e fonti di sostentamento, citano solitamente la mancanza di permessi di costruzione rilasciati da Israele, che sono quasi impossibili da ottenere per i palestinesi, a causa della pianificazione restrittiva e discriminatoria. Il regime non lascia loro spazi per la costruzione autorizzata.

“Inoltre, la demolizione di strutture essenziali durante il periodo della pandemia COVID-19 è particolarmente preoccupante in quanto aggrava ulteriormente la situazione generale in Cisgiordania”.

McGoldrick ha concluso: “La pandemia globale ha aumentato i bisogni e le vulnerabilità dei palestinesi, che sono già intrappolati nell’anomalia della prolungata occupazione militare. Le demolizioni illegali esacerbano queste vulnerabilità e devono cessare immediatamente”.

Agenzia stampa Infopal

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