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In Lombardia circola una lettera del PdCI rivolta ai propri iscritti che nella sostanza rappresenta un invito a non votare le tesi alternative presentate

(23 Ottobre 2005)

In Lombardia circola una lettera del PdCI rivolta ai propri iscritti che nella sostanza rappresenta un invito a non votare le tesi alternative presentate da Rinaldini nell'ambito del Congresso Cgil. A supporto di questa indicazione si porta anche lo "strumentale" appoggio che da ambienti di Rifondazione viene a queste tesi, al fine di "tenere una parte della Cgil come un'arma puntata contro quel governo (il futuro governo Prodi ndr), fino ad una eventuale rottura con quello". Questa lettera lascia sconcertati in primo luogo perché si unisce ad una compagna nemmeno troppo sotterranea che tende a demonizzare e a screditare le tesi presentate da Rinaldini.

Che dentro la Cgil vi siano pratiche sindacali assai più moderate di quanto viene scritto sul documento di tesi non fa problema; le tesi Rinaldini si. Evidentemente nel PdCI la cultura e la linea del "nemico a sinistra", che ha caratterizzato la peggiore cultura comunista, prospera rigogliosa. Inoltre chi ha scritto questa lettera continua a non capire nulla del rapporto tra sinistra e conflitto sociale. Se riusciremo a vincere le prossime elezioni, l'unico modo per evitare derive centriste del governo sarà dato dalla costruzione di un efficace conflitto sociale. Solo se il manovratore verrà disturbato moltissimo dai lavoratori, dal sindacato, dai movimenti si potrà evitare l'egemonia concreta dei poteri forti. Fuori da questa relazione tra conflitto sociale e politica vi è solo spazio per la subalternità che - evidentemente - qualcuno conosce molto bene.

Anche per questo noi di Rifondazione abbiamo salutato positivamente tutte le istanze che possono contribuire a fondare l'autonomia e l'azione della Cgil sulla piena valorizzazione dell'autonomia del movimento dei lavoratori: la tesi alternativa numero 8, le tesi alternative sulla 9, gli emendamenti. Non strumentalizziamo questa o quella tesi, ci limitiamo a proporre un indirizzo politico; saranno i compagni e le compagne che operano nella Cgil a tradurre al meglio i loro convincimenti. Non ci interessa costruire nuove cinghie di trasmissione né dal partito al sindacato, né dal sindacato al partito; ci interessa che la Cgil rappresenti fino in fondo gli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici.

Paolo Ferrero - Liberazione 22 ottobre 2005

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