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(Imperialismo e guerra)

UCRAINA,
I PROLETARI NON HANNO PATRIA: CONTRO LA GUERRA TRA IMPERIALISTI, GUERRA DI CLASSE

(27 Febbraio 2022)

L’incursione della Russia in territorio ucraino significa un salto di qualità in direzione di una terza guerra mondiale. Siamo di fronte a un nuovo capitolo di un conflitto che ha come primo responsabile l’imperialismo.

Un’escalation che condanniamo fermamente: la carne da cannone sono e saranno i proletari: dell’Ucraina e della Russia oggi, in futuro dell’Europa e infine del mondo intero.

L’Ucraina è stata trasformata in una colonia delle metropoli occidentali, prima di tutto degli Stati Uniti. Il paese ha subito il saccheggio economico da parte del capitale internazionale, ha un debito di 70 miliardi di dollari nei confronti del FMI ed è stata vittima di un feroce aggiustamento nel quadro degli accordi con le organizzazioni multilaterali di credito. L’Ucraina, insomma, è diventata terra bruciata, la nazione più povera d’Europa.

La penetrazione economica delle principali potenze capitaliste nell’Europa dell’Est è andata di pari passo con l’inserimento dei paesi della regione nella NATO. Ciò non mira solo a consolidare il dominio atlantico, e americano in primis, su questo spazio geografico, ma è anche un colpo contro la Russia, che affronta un vero e proprio accerchiamento militare intorno al suo confine occidentale. Il fine ultimo dell’imperialismo è quello di completare la colonizzazione dello spazio ex sovietico.

Attraverso questa guerra sul suolo del “vecchio continente” USA e Inghilterra intendono ancora una volta approfittare degli antagonismi europei per ripristinare il potere mondiale del capitale anglosassone. Anche l’imperialismo cinese è pronto a trarne vantaggio.

L’intervento militare della Russia calpesta il diritto di autodecisione delle nazioni
che fu uno dei più brillanti esempi di politica estera rivoluzionaria dell’Unione Sovietica ai tempi di Lenin; autodecisione rinnegata dalla “prigione di popoli” inaugurata da Stalin contro l’indipendenza e l’autonomia delle repubbliche non russe dell’URSS.

Nel suo braccio di ferro con l’Occidente, Putin concepisce l’Ucraina orientale come un pezzo di scacchiera geopolitica e merce di scambio con l’Occidente, e non certo, come troppi da sinistra pretendono, come parte di una lotta anti imperialista. Al contrario. La prova di ciò è la politica del Cremlino di disuguaglianza sociale sul suo territorio e di oppressione nazionale delle nazioni ancora sotto l’orbita di Mosca. Non a caso i russi sono intervenuti pochi giorni fa in Kazakistan a reprimere nel sangue l’insurrezione proletaria che vi era esplosa contro le misure di austerity imposte dal governo.

La guerra in Ucraina pone le basi per una guerra generale in Europa ed ha una portata internazionale. Una guerra che coinvolge nientemeno che la NATO e la Russia smentisce ancora una volta gli apologeti della globalizzazione e del presunto superamento degli antagonismi nazionali. Al contrario, la crisi capitalista mondiale sta portando a un’intensificazione degli antagonismi nazionali e sottopone il mondo all’incubo di scontri e confronti bellici. E, di pari passo con questo, le difficoltà sociali ed economiche, che già si fanno sentire. Insieme al crollo dei mercati azionari e alle scosse dell’economia mondiale, stiamo assistendo a un aumento dei prezzi del petrolio e delle materie prime che hanno un impatto diretto sulle tasche delle persone. Lo sfruttamento, la precarietà, le morti sul lavoro aumentano, l’inflazione erode salari e pensioni, sanità e servizi sociali vengono smantellati, ma per le armi e le missioni militari i soldi non mancano mai.

Così come solo la lotta di classe può contrastare l’impoverimento del proletariato, allo stesso modo, fermare l’azione militare di Mosca ed eventuali futuri interventi della NATO non è possibile con petizioni, illusori arbitrati internazionali, ingannevoli tavoli di trattativa diplomatica, tutti palcoscenici dietro i quali le potenze occultano la spartizione delle spoglie dei popoli.

Oggi ai proletari russi incombe esigere il ritiro delle truppe dall’Ucraina, ai proletari ucraini rompere il fronte con il nazionalismo ucraino, ai proletari occidentali ostacolare e impedire l’intervento oggi indiretto domani diretto del proprio imperialismo.

L’unica risposta possibile è “guerra alla guerra”. Contro l’imperialismo russo e contro quello occidentale.

Solo l’azione diretta e l’unità internazionale dei proletari possono influire sugli avvenimenti. Il nostro fronte è quello interno.

La terza guerra mondiale può trovare risposta solo nella ripresa della lotta di classe.


24/2/2022

Passato e Presente del Marxismo Rivoluzionario

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