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Stefano Gugliotta

Stefano Gugliotta

(11 Maggio 2010) Enzo Apicella
Dopo che le tv hanno trasmesso il video di Stefano Gugliotta che viene pestato immotivatamente dalla polizia e poi arrestato per "resistenza a pubblico ufficiale", il capo della polizia Manganelli "dispone una ispezione".

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Asili Taranto: repressione invece che sicurezza e salute

(15 Luglio 2023)

slai cobas sc

E' in atto una repressione da parte della Ditta Servizi Integrati contro le lavoratrici Slai Cobas sc degli asili di Taranto; una repressione che unisce provvedimenti disciplinari - ben 4 in poche settimane e arrivati soprattutto a Rsa e Rls - ad un tentativo di isolamento dello Slai Cobas.

I provvedimenti disciplinari sono fatti con motivazioni che cercano di far passare come illegittime legittime iniziative sindacali; e vogliono mettere a tacere le Rsa e Rls che segnalano carenze anche sul fronte importante della sicurezza e salute, attaccando come gravissime normali interviste a radio e Tv fatte durante un presidio dello Slai Cobas, perché "colpirebbero l'immagine aziendale". Si dimostra come per i padroni l'attacco alla sicurezza e alla salute delle lavoratrici e dei lavoratori sia un aspetto centrale per risparmiare costi sulla pelle dei lavoratori; mentre ottengono appalti al massimo ribasso dichiarando falsamente che forniranno tutte le attrezzature e prodotti previsti dalle normative.

Anche se di tratta di una sanzione bassa, lo Slai Cobas sc la impugnerà e si mobiliterà ad ogni livello, sia locale che nazionale, sia di lotta che legale, perché rischia di far "passare" un principio, anche per il futuro, per cui le lavoratrici non possono fare denunce rispetto alla loro condizione di lavoro, in particolare su questioni importanti come sicurezza e salute; che non si può criticare la ditta; che non si possono fare dichiarazioni sui mass media, ecc., tutte cose normali in una lotta; questo è grave tra l'altro perchè fatto rispetto a frasi dette durante una mobilitazione sindacale e dette poi da rappresentanti dei lavoratori ed Rls, che hanno il dovere, oltre che il diritto, di denunciare pubblicamente le condizioni di lavoro. In realtà si vuole colpire la lotta delle lavoratrici, colpire lo Slai Cobas (in un mese ci sono state ben 4 lettere di contestazione), intimidire le altre lavoratrici che partecipano alla mobilitazione.

E' anche una sorta di "vendetta" della Ditta perchè solo lo Slai Cobas ha fatto "saltare" un accordo; un accordo di elemosine (solo 50 euro una tantum dopo anni e anni di richiesta di aumento salariale effettivo), che invece già i sindacati confederali avevano accettato - sindacati confederali che mai hanno fatto una minima lotta, che hanno attivamente, ostacolato le loro iscritte a partecipare alle mobilitazioni indette dallo Slai Cobas nel recente passato (vedi la conquista del riconoscimento dell'ausiliariato e la conquista di un mese di lavoro durante la sospensione estiva, ecc.), per avere anche loro i risultati conquistati sempre e solo con scioperi, presidi, incontri, ecc., in cui l'anima era ed è sempre lo Slai Cobas.

Questi provvedimenti disciplinari, il tentativo di isolamento dello Slai Cobas non passeranno!


Anche in questo caso si sta dimostrando che la repressione alimenta non la paura, non il passo indietro, ma la ribellione, una maggiore coscienza della vera partita in gioco.

LAVORATRICI SLAI COBAS per il sindacato di classse

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