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(22 Novembre 2005)
L'istruzione pubblica sta subendo da anni un processo di dequalificazione, privatizzazione e precarizzazione.
Nelle scuole medie superiori ad opera della Riforma Berlinguer, con l’introduzione dell'autonomia scolastica che trasforma le scuole in aziende, e della Riforma Moratti, che impone un sistema selettivo per il quale gli studenti delle scuole professionali sono penalizzati nell' accesso alle Università e mette i licei nella condizione di dover cancellare percorsi di studio sperimentali al di fuori delle nuove normative.
Per quanto riguarda l’Università la Riforma Zecchino, con alla base l'introduzione del 3+2 e del sistema dei crediti, e la Riforma Moratti, sottopongono noi studenti a frenetici e insostenibili tempi di studio dati dall'obbligo di frequenza e dall'eccessivo numero di esami da sostenere. Veniamo privati del nostro tempo di vita e della possibilità di sviluppare un sapere critico e di autorganizzarci come soggetto studentesco.
Vogliamo studiare con lentezza.
Inoltre è in corso un attacco al diritto allo studio dovuto all'aumento delle tasse universitarie, all'insostenibile costo degli affitti, dei trasporti, della mensa universitaria e dei libri di testo. La cultura oggi è ostaggio di brevetti e copyright.
La precarietà, condizione principe dell'attuale mercato del lavoro neoliberista, irrompe nei nostri atenei determinando le condizioni materiali di vita di ricercatori, docenti e di noi studenti.
La finanziaria proposta dall'attuale governo, contro la quale i sindacati hanno indetto lo sciopero, riduce ulteriormente i finanziamenti pubblici alle scuole e alle università statali, le quali dipendono ormai da quelli privati. La aziende intervengono così nei percorsi culturali e di ricerca delle università, rendendo l'istruzione e la ricerca non più libere ma subordinate ai loro interessi.
A questo rispondiamo con sperimentazioni e richieste di partecipazione dal basso ai tempi, alla didattica e al bilancio.
Da troppo tempo siamo di fronte ad una politica, promossa sia dai governi di centro-sinistra prima e di centro-destra poi, che, dietro parole come flessibilità e dinamismo, precarizza drammaticamente il mondo del lavoro.
Individuiamo nella legge 30, nel pacchetto Treu e nella direttiva europea Bolkenstein-Prodi esempi di attacchi ai diritti e alla condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori.
Dobbiamo forse rassegnarci ad accettare questa scuola, questa università e queste prospettive di lavoro?
No, non ci rassegniamo e nemmeno ci conformiamo, ma pensiamo che un'altro mondo è possibile.
Lavoro e scuola si vestono a festa in una vetrina presentata come mostra/convegno nazionale dal titolo “Job&Orienta” che si terrà il 24, 25 e 26 novembre alla Fiera di Verona.
Lo slogan di questo evento fieristico è “Giovani: speranze, responsabilità, sfide”.
Le università, il terzo settore, l'esercito, cooperative e agenzie interinali, attraverso modelli come stage, tirocini offrono le loro proposte ai giovani pieni di speranza, senso di responsabilità e aperti a nuove sfide.
Noi, studentesse e studenti di Verona, in quanto giovani, quindi preoccupati per il nostro futuro, coltivatori della speranza di poter vivere e studiare in un mondo meno precario e frenetico, con un senso di responsabilità nei confronti di tutti quelli che a causa di questo sistema soffrono, accettiamo la sfida per costruire dal basso e collettivamente un'altra società.
Siamo studenti non siamo clienti.
Facciamo del 25 novembre una grande mobilitazione studentesca, partecipata anche da tutti i soggetti sociali, politici e di movimento che condividono queste nostre preoccupazioni e queste nostre critiche.
Invitiamo tutti coloro che ne condividono lo spirito ed i contenuti ad aderire a questo appello ed a partecipare alla manifestazione.
Costruiamo un grande corteo colorato, creativo, intelligente che sappia contestare il JOB&Orienta opponendo ad esso un’altra strada, quella di una società di diritti e di responsabilità, capace di strappare il velo dell’ipocrisia e di mostrare le false promesse e gli interessi economici che si nascondono dietro il bel apparire degli stand e delle performances.
Il 25 novembre andiamo a contestare il JOB&Orienta perché abbiamo in testa un modello di istruzione diversa, costruita dal basso.
Il nostro tempo è qui e continua adesso.
Promotori:
Collettivo studentesco universitario disorientato per la conquista delle galassie – Verona
Collettivo studenti disorientati e contenti – Verona
Prime adesioni:
Giovani Comuniste/i di Verona
C.S.O.A. La Chimica – Verona
Circolo Pink – Verona
Rifondazione Comunista – Federazione di Verona
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per adesioni e informazioni: nojob@superdada.com
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