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(17 Giugno 2012) Enzo Apicella

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(Flessibili, precari, esternalizzati)

Nuovo organigramma Ufficio Condono, cronaca di un flop annunciato

Tra obiettivi irrealizzabili, confusione procedurale e gestione privatistica del personale continua la lenta agonia del comparto più problematico di Risorse per Roma S.p.A.

(17 Luglio 2023)

Come l'assemblea svoltasi il 10 luglio presso la sede Usi/Usicons aps, questo comunicato si iscrive nel quadro delle iniziative lanciate dall’APLUC per la costruzione di un autunno di lotta dei lavoratori delle Municipalizzate a difesa della città e del loro lavoro.

Risorse decima

Mentre Roma è invasa dai rifiuti, il primo cittadino precipita al 67° posto nella classifica di gradimento dei sindaci italiani e ad AMA cadono le prime teste eccellenti, lontano dai riflettori e dai reclami degli utenti si consuma il penultimo atto del dramma dell’Ufficio Condono, settore strategico dell’Amministrazione affidato in gestione a Risorse per Roma.

Dopo aver atteso per mesi l’annunciato rilancio dell’ufficio, la riorganizzazione delle Linee istruttorie, migliori standard qualitativi per i servizi all’utenza e nuove prospettive professionali per tutto il personale, la Municipalizzata specializzata in urbanistica e patrimonio presenta ai lavoratori più che una “microstruttura”, una “struttura-micro” - e in quanto tale destinata a un fallimento macroscopico.

Disegnato in ogni dettaglio sull’esigenza di garantire le solite “compatibilità interne”, questo capolavoro di ingegneria aziendale è colmo di incongruenze, sovrapposizioni e parcellizzazioni delle attività, a sicura garanzia dell’ennesimo flop gestionale, dell’ulteriore disaffezione del personale per il proprio lavoro e del crescente malcontento degli utenti e del cittadino collettivo che è Roma Capitale (ovvero il “socio unico”).

Inutile l’allarme lanciato a fine maggio dai lavoratori: se il Contratto di Servizio (DGC 188/2023) aveva inspiegabilmente lasciato fuori un terzo delle attività affidate all’Ufficio Condono (“le indicheremo nei disciplinari” fu l’imbarazzata risposta aziendale) stavolta, per non sbagliare, il “nuovo” organigramma scopiazza qualcosa dal vecchio Contratto di Servizio, accorpa uffici privi di personale e travolti da
immani carichi di lavoro, lascia fuori furbescamente servizi sui quali nessuna “compatibilità” è possibile (e lo scontro interno è assicurato…) e per il resto si salvi chi può: noi, lavoratori allo stremo, gli utenti disperati e stavolta anche il sindaco Gualtieri, bocciato dai cittadini certo non solo per colpa di AMA.

Inascoltati ma testardi, i lavoratori e le lavoratrici di Risorse per Roma (“confino Condono”) tornano a porre alcune questioni di comune buon senso, animati dall’esclusivo interesse di salvare per quanto possibile il carattere pubblico e accessibile dei servizi offerti dall’Ufficio e di tutelare il loro diritto a lavorare secondo semplici principi di razionalità:
1. se l’attuale gestione (con decine di microstrutture annesse e s-connesse che si sono susseguite negli anni) è costata all’Azienda un numero infinito di contestazioni da parte di Roma Capitale, di reclami e lamentele da parte degli utenti, di contenziosi civili e penali, perché mai se ne confermano ancora una volta le linee di indirizzo e i principi ispiratori?
2. a quale logica risponde lo svilimento della cosiddetta Linea semplificata (costata ai cittadini romani migliaia di euro in termini di innovazione tecnologica e digitale) a un elenco di mere attività automatizzate, accuratamente sganciate da ogni riferimento a una reale e non solo declamata “semplificazione” delle procedure?
3. cosa si vuole suggerire dissolvendo la Linea istruttoria ordinaria (una volta il “cuore pulsante” dell’Ufficio Condono) nell’Unità Supporto legale, storicamente deputata alla gestione del contenzioso?

Domande, temiamo, destinate a restare senza risposta… Una menzione speciale merita poi il capitolo “accesso agli atti all’Ufficio Condono”. Non c’è forse cittadino romano che nel corso degli anni non sia stato costretto a farne uno, “per vedere la pratica a che punto è”, per capire cosa manca, quanto manca, dov’è il blocco: chi non è ancora finito in questo girone infernale sarà contento di sapere che la gestione della L. 241/90 (artt. 22-27) è stata “democraticamente spartita” tra tre unità: la parte amministrativa all’Unità istruttoria, le informazioni sulle modalità di accesso all’Unità Servizi e la digitalizzazione delle pratiche alla Unità Digitalizzazione (per il momento scomparsa dai radar… finirà anche lei nel disciplinare?). Nell’ipotesi più che verosimile che durante un accesso agli atti qualcosa vado storto, niente paura: i reclami vanno inviati a un quarto ufficio, dove un funzionario (stavolta di Roma Capitale) verificherà le ragioni del disguido, rimetterà le cose a posto e vi farà sapere…!

Oppure: volete chiudere il condono presentato da vostro nonno così come si faceva una volta? Allacciate le cinture: il procedimento è a cura dell’Unità istruttoria ma la concessione ve la rilascia l’Unità Servizi. Una parte dei bollettini li registra l’Unità istruttoria, un’altra parte l’Unità Servizi. La bozza concessione “di fine istruttoria” la stamperà l’Unità istruttoria, ma un’altra bozza sarà stampata dall’Unità Servizi. Se la concessione rilasciata dall’Unità Servizi è sbagliata siete fortunati: basta tornare alla casella di partenza, ovvero all’Unità istruttoria, e ricominciare tutto daccapo. Ovviamente tutto online “comodamente da casa”, salvo ostacoli tecnico-informatici (che potrete segnalare a un operatore informatico sottopagato e precario che vi risponderà da qualche paese europeo e probabilmente non ha mai sentito la parola “condono” in vita sua…).

La lista sarebbe lunga ma la pazienza dei lettori (come quella dei romani) sappiamo che ha un limite. I molti esperti della materia (migliaia di cittadini esasperati e tecnici professionisti del settore) avranno già capito che qui è in atto uno scontro epocale tra due uffici diversi e incompatibili: uno aperto nel 1995, funzionante allora grazie a 400 dipendenti ma tramontato per sempre dopo anni di blocco del turn over e di stallo delle procedure, e quello attuale, tenuto a battesimo nel 2019 grazie alle nuove
infrastrutture digitali ma mai realmente valorizzato nelle sue potenzialità. Insomma “il vecchio mondo sta morendo, quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro - come diceva Gramsci nei Quaderni dal carcere - nascono i mostri”. Il mostro è la sovrapposizione di due uffici non comunicanti, costretti a remare per sempre in due direzioni contrarie e per questo condannati allo stallo.

Chiudiamo quindi con alcuni interrogativi: se la volontà dell’Amministrazione è davvero quella di esternalizzare le attività di questo sfortunato ufficio, non sarebbe forse più sensato cedere una struttura funzionante, con flussi operativi coerenti, trasparenti e funzionali piuttosto che un coacervo di contenziosi insolubili, costosissimi e senza vie d’uscita? Oppure anche in questo caso si vuole esasperare il malcontento generale e creare il clima favorevole a una privatizzazione che - proprio come il termovalorizzatore di Santa Palomba - va imposto a una cittadinanza restia ad accettare la svendita pezzo dopo pezzo di tutto quello che una volta era la “pubblica amministrazione”? E chi si gioverà dell’esternalizzazione delle attività preposte alla “regolarizzazione urbanistica” di decine di migliaia di domande di condono ancora inevase, tra le quali moltissime destinate a essere respinte (se si vuole seguire la normativa posta a tutela del paesaggio e del territorio)? Sicuramente non il piccolo proprietario di un appartamento in periferia con verandina abusiva, bensì i soliti costruttori di mostri di cemento e i grandi fondi speculativi disposti a tutto pur di mettere le mani sul patrimonio immobiliare della città eterna.

La “demolizione controllata” dell’Ufficio Condono è a buon punto ma non è ancora compiuta. Lavoratori, cittadini e utenti: uniamo le forze a difesa della qualità del nostro lavoro, dei servizi pubblici e anche del territorio. L’autunno è vicino e non dobbiamo farci trovare impreparati!

Roma, 17.7.2023

L’Assemblea Permanente
dei Lavoratori dell’Ufficio
Condono (APLUC)


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USI fondata nel 1912

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