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Sotterranei della giustizia

Sotterranei della giustizia

(14 Novembre 2009) Enzo Apicella
Tre medici e tre agenti penitenziari indagati per la morte di Stefano Cucchi

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QUANDO LA (IN)GIUSTIZIA DI STATO VUOL DIRE VENDETTA: DO YOU REMEMBER NICK AND BART?

NEL 1927 SACCO E VANZETTI E LA “RED SCARE” (IL PERICOLO ROSSO), MA LA REPRESSIONE DI MOVIMENTI DI LOTTA POPOLARE E DI GRUPPI, ANCHE SINDACALI, CHE PRATICANO CONFLITTO SOCIALE E DI CLASSE (spacciata per reati sovversivi o di “terrorismo”), PROSEGUE ANCORA OGGI…

(24 Agosto 2023)

Sacco e Vanzetti

Ricorre il 96° anniversario dell’esecuzione di NICOLA SACCO e di BARTOLOMEO VANZETTI (avvenuta materialmente il 23 agosto 1927, dopo 7 anni di processi e di detenzione in attesa della pena capitale), Usi fondata nel 1912 e ricostituita secondo i principi originari e fondativi, ricorda questi due esponenti del movimento anarchico americano di origine italiana, aderenti al movimento definito degli “anti-organizzatori” di Galeani e simpatizzanti anche della I.W.W. (Industrial Workers of the World, il sindacato rivoluzionario americano, sottoposto a durissima repressione per essersi schierato contro l’intervento militare Usa nella 1° guerra mondiale e per aver osato mettere in discussione il sistema capitalistico americano).

I due anarchici furono giustiziati senza prove concrete. Il loro processo fu orientato verso una “sentenza esemplare” di condanna ingiusta e un’esecuzione capitale che, solo dopo tanti anni il sistema giudiziario e la politica americana, riconobbero come uno dei più grandi errori giudiziari commessi dal loro sistema. Le manifestazioni di protesta e di sostegno a “Nick e Bart” furono enormi per chiedere la revisione del processo e la sospensione della pena capitale. Anche in Italia, non solo per ottenere la revisione del processo, ritenuto e discriminatorio e vendicativo, ma per affermare la verità e la giustizia, che negli Stati Uniti d’America aveva anche agli occhi di molti democratici e liberali, rigorose procedure d garanzia nel, “il paese della libertà e delle opportunità”.

I Governi statunitensi e le Presidenze, anche quelle di stampo “democratico”, furono promotori e sostenitori di feroci repressioni, sostenendo campagne di denigrazione di ogni tentativo spontaneo od organizzato, di emancipazione delle classi lavoratrici e dei settori popolari, dal pesante sfruttamento del modello capitalistico americano (il capitalismo liberista e selvaggio, senza regole e senza limiti…che anche oggi esponenti del padronato europeo e italico vorrebbero ripristinare, con la complicità di sindacati firma tutto e di peggio), di mantenere una sottomissione anche di stampo razziale, ieri come oggi, con l’ulteriore effetto del contrasto dei movimenti per i diritti civili, dei neri afroamericani, degli immigrati di origine ispanica e dei nativi indiani americani… come negli anni ’20 del secolo scorso, la campagna contro il “pericolo rosso” (Red Scare) coinvolse e perseguitò anche la comunità italiana, specie quella d matrice socialista e anarchica. Il processo di Sacco e Vanzetti, costituì il classico esempio della (in)giustizia di stato che giustifica e fomenta la vendetta sociale.

E OGGI? Con una ripresa economica che stenta a decollare, il sostegno alle guerre che permettono forti speculazioni e profitti dei venditori di armi e tecnologie, provvedimenti governativi che affievoliscono o comprimono, diritti e libertà garantite persino dalla Costituzione repubblicana e antifascista, con tentativi più o meno riusciti, di riscrittura della storia in senso revisionista o addirittura negazionista, si assiste alle stesse operazioni fatte negli anni 20 negli USA. Si fomenta l’odio sociale e razziale, non si contrasta a sufficienza la criminalità organizzata, si smantellano le reti di solidarietà, si permettono abusi e violenze alle donne, ai disabili, agli anziani, si fanno campagne che aumentano l’intolleranza contro gli “stranieri”, i “diversi”, coloro che non si omologano a regole fatte da chi domina anche stravolgendo leggi e regole fondamentali di civiltà, in cambio di provvedimenti restrittivi e di scarsa efficacia repressiva, chiedendo il consenso dei ceti e soggetti subalterni. Si introducono figure di reato per “comportamenti” non corrispondenti agli ideali di matrice totalitaria e fascista di “Dio, Patria e Famiglia”, con regole che poi non si fanno applicare, quando sono toccati gli interessi padronali, degli speculatori, o dei loro amici, finanziatori e sostenitori, ai quali sono concesse scappatoie o sotterfugi formalmente “legali”, che mantengono inalterato un sistema di diseguaglianze e ingiustizie ai danni dei tanti, per permettere il benessere dei pochi.

Il tutto condito dalle classiche campagne mediatiche, teoremi giudiziari giustificati dalla “difesa contro le associazioni sovversive o i fiancheggiatori del terrorismo, anche internazionale” e da processi sommari, che vanno a colpire anche strutture di natura sindacale e associativa, cercando di intimidire i lavoratori e lavoratrici più combattivi ed esposti (come le inchieste ai danni di Sicobas e Usb, dei gruppi e movimenti di disoccupati e di movimenti di opposizione alle grandi opere, come per la Tav…) e di bloccare la possibilità della ripresa del conflitto sociale e di classe, la saldatura tra le lotte di sopravvivenza e di resistenza, del movimento operaio e sindacale, con le lotte sociali o studentesche, o di movimenti di opinione e di informazione alternativa sulle stragi di stato rimaste impunite, ai movimenti territoriali su beni comuni, di contrasto alle grandi opere inutili, o di intervento serio sui cambiamenti climatici, con i suoi effetti devastanti per miliardi di persone. Fino all’esposizione sui social con video sugli stupri e una campagna disinformativa per attenuare il fenomeno crescente dei “femminicidi” e la violenza sulle donne, in ottica di buonismo patriarcale, che non coglie appieno la sua portata degenerativa dei rapporti sociali, di relazione e familiari, facendone spunto per alcune forze politiche reazionarie e oscurantiste, elementi di punta, anche per la prossima campagna elettorale e il mantenimento di consenso nei sondaggi. Campagne di denigrazione e di calunnia, che dopo mesi o anni, diventano un vero e proprio DEPISTAGGIO, IERI COME OGGI, dalle questioni e contraddizioni fondamentali.

L’arresto di Nicola (in realtà il nome di battesimo reale era Ferdinando) Sacco e di Bartolomeo Vanzetti, attivisti anarchici di origini italiane (Sacco era pugliese, della provincia di Foggia, Vanzetti piemontese, della provincia di Cuneo), il 5 maggio 1920, servì anche come depistaggio dell’assassinio di Andrea Salsedo, militante anarchico e sindacalista, che “…precipitò il 3 maggio 1920, dalla finestra del Bureau of Investigation di New York”. Un fatto che ci ricorda l’assassinio di Pino Pinelli, uno dei nostri predecessori dei tentativi di ricostituzione dell’Usi, nel dicembre del 1969.
Il nostro, non è quindi un ricordo rituale, ma è inserito nell’attualità e nei quotidiani compiti di chi come noi nell’Usi 1912 (DIFFIDATE DALLE IMITAZIONI e da chi usa impropriamente le sigle dei nostri sindacati di categoria, per difendere i propri interessi di bottega, orticello e personali…) e in altre strutture combattive e conflittuali con le quali collegare patti di unità di azione su obiettivi concreti e praticabili, si autorganizza, lotta e contrasta il peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita, oggi, per un altro futuro domani, per riflettere e trovare le energie, i rapporti di forza collettivi, verso lo sviluppo di un processo di reale trasformazione dello stato di cose presenti e di reazione a chi ci vuole sottomessi, subalterni ma pronti ad applaudire il leader politicante di turno che si erge a “salvatore della patria”, uomo o donna che sia, sempre funzionale al sistema di potere dominante.

Anche noi gatti-e neri-e dell’Usi 1912 ricostituita dopo il Congresso di Ottobre 2022 a Rimini secondo i principi fondativi originari, CONTINUIAMO nell’autorganizzazione e nella pratica di autodifesa collettiva, sui posti di lavoro, invitando lavoratrici e lavoratori a organizzarsi tra le nostre fila, a LOTTARE PER LA LIBERTA’, LA GIUSTIZIA SOCIALE, LA LIBERAZIONE DALLO SFRUTTAMENTO DELLE PERSONE E DELLA NATURA…UNITI PER UN ALTRO FUTURO, CONTINUIAMO LA LOTTA, ENSEMBLE POUR UN AUTRE FUTUR, CONTINUONS LE COMBAT.

Ricostruiamo i rapporti di forza e l’unità di azione con altre strutture compatibili, condizione necessaria, per difenderci meglio e cambiare le cose, per davvero.

Confederazione Usi Unione Sindacale Italiana nazionale fondata nel 1912 e ricostituita

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