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(11 Ottobre 2012) Enzo Apicella

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(Memoria e progetto)

Aquino, Frosinone. Giornata di memoria e di lotta: dal 1920 chi perse la vita lo fece per la pace e la giustizia sociale

Nell’evento ha trovato spazio il prezioso contributo filmico “La notte di Santa Lucia”, riferito proprio alla uccisione di tre contadini

(14 Dicembre 2023)

Aquino frosinone

C’è l’evidenza della attualità politica e sociale con quanto accade oggi nel mondo, in Italia e in Europa. Troviamo ciò nella lodevole iniziativa del Partito Comunista Italiano di Aquino. Ieri, presso la sala consiliare del Comune di Aquino, è stato dato vita ad un importante appuntamento che ha coinvolto, presenti e attenti, decine e decine di cittadini: comunisti e non comunisti; giovani e meno giovani. Nell’evento ha trovato spazio il prezioso contributo filmico “La notte di Santa Lucia”, riferito proprio alla uccisione di tre contadini del luogo e il ferimento di altri, “colpevoli” di rivendicare diritti, dignità e giustizia sociale. Si sono avvicendati Pietro Ferone, segretario del PCI di Aquino, nonchè consigliere comunale; i giovani della FGCI Angelo Di Fiore, responsabile, e Francesco Cancarelli; ha catturato l’attenzione dei presenti l’esposizione del prof. Tommaso Di Brango, esperto e studioso della storia del Basso Lazio; hanno coronato la serata le parole di saluto del sindaco di Aquino, Fausto Tommasi. Qualificatissima la presenza ufficiale, oltre quella organizzativa, del PCI con Oreste della Posta, segretario regionale del PCI Lazio e Ugo Moro, della Segreteria Nazionale del Partito. Dalla relazione esposta si è appreso che “Il 13 dicembre 1920 rappresenta un momento che ha segnato la lotta per i diritti e la giustizia sociale nel nostro paese. Questo tragico evento si è svolto in una fase tumultuosa del nostro passato, ovvero in pieno Biennio Rosso, dove le grandi aspirazioni della classe operaia e contadina si unirono alla loro volontà di diventare classe dirigente, proprio ispirandosi alla Rivoluzione d’Ottobre. A svolgere un ruolo cruciale nel sedare e reprimere lo scontro di classe in corso, fu l’ascesa del Fascismo, favorita dalla classe dirigente italiana del tempo. Infatti, citando Gramsci il Fascismo è stata “una tremenda reazione da parte della classe proprietaria e della casta governativa”. Proprio attraverso queste parole Antonio Gramsci, dirigente e intellettuale Comunista, sottolineò la natura di classe del Fascismo e soprattutto le motivazioni della sua nascita. La sconfitta del movimento operaio italiano nel Biennio Rosso significò infatti il salire al potere dello squadrismo, della repressione, della dittatura. Anche in questo caso i Comunisti, non solo hanno svolto un ruolo chiave nella sconfitta del nazifascismo, ma hanno contribuito in modo significativo nello scrivere la Costituzione Italiana nata dalla Resistenza, dandone un forte carattere democratico e di giustizia sociale. Anche in seguito, in particolare durante gli anni 60–70, la classe operaia organizzata ha ottenuto significative conquiste, anche in questo caso molte volte pagando con il sangue, come lo Statuto dei diritti dei lavoratori, che ha conferito dignità e protezioni fondamentali e purtroppo oggi messo in discussione e minacciato. Ricordare tali eventi, come quello del 13 dicembre 1920, non è solo importante per conservarne la memoria storica, ma è necessario per cogliere la valenza simbolica e l’importanza che tali eventi hanno anche a distanza di tempo. La lezione che dobbiamo trarre dalla storia è chiara: in una società divisa in classi, i diritti non avanzano senza lotta e organizzazione. Oggi, in un mondo dominato dal precariato, dalla povertà e dalle guerre, dobbiamo riflettere su questa eredità e riconsiderare l’importanza di costruire una sinistra che ponga al centro i lavoratori. E’ necessario ricostruire un Partito che sappia sicuramente rinnovarsi, ma che sia rigido nelle sue posizioni che lo contraddistinguono: ovvero la lotta contro ogni ingiustizia sociale. La storia ci insegna che le conquiste di oggi sono frutto di sacrifici e lotte del passato. Dobbiamo onorare il coraggio di coloro che hanno osato sfidare l’ingiustizia, riconoscendo che la nostra strada verso un futuro migliore richiede impegno, solidarietà e la ferma determinazione di costruire una società più giusta per tutti”.

Maurizio Aversa

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