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Salvate la Sanità

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(28 Novembre 2012) Enzo Apicella
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Roma, ex Ospedale Forlanini. Una storia infinita dal finale già scritto?

Dalla chiusura all’alienazione di un bene comune

(27 Marzo 2024)

Intervista a Mariangela Pierro, del Comitato Roma XII per i Beni Comuni

forlanini

Immagine relativa alla manifestazione del 14 febbraio 2024

Premessa

L’ex ospedale Forlanini nasce come Cittadella autosufficiente,sanatorio, luogo di cura e ricerca per le affezioni tubercolari e infezioni polmonari, nel lontano 1934.
Si estende per una superficie di 280000 metri quadri, l'area comprende un edificio monumentale a ferro di cavallo, altri grandi edifici, due palazzine e un ampio parco di 12 ettari con essenze esotiche adatte alla cura delle affezioni polmonari. L’ospedale, nel 1938, aveva una capacità di 2060 posti letto e per le esigenze di pazienti con lunghissime degenze era dotato di due teatri, cinema, chiesa. C'è anche un prestigioso Museo Anatomico con reperti di interesse mondiale .
Alla delibera del 24 ottobre 2006 della Direzione generale dell’Azienda San Camillo, che ai tempi aveva giurisdizione sul Forlanini, risale la vicenda della procedura di dismissione del complesso: vi si annunciavano la chiusura e il trasferimento di tutti i reparti presso l’adiacente ospedale San Camillo, motivando il provvedimento con le esigenze di bilancio della sanità regionale del Lazio.
Con la legge regionale dell’11 agosto 2008 il Forlanini, al pari di altri beni mobili e immobili destinati a fornire rendite patrimoniali e ceduti in precedenza alle aziende sanitarie locali, viene trasferito in proprietà della Regione che ne entrerà in pieno possesso con la chiusura effettiva dell’Ospedale il 30 Giugno 2015.
La legge finanziaria regionale dello stesso anno ratificava la decisione, annunciando al tempo stesso uno studio di fattibilità per il trasferimento al Forlanini degli uffici periferici regionali, così da azzerare gli affitti passivi.
La volontà della Regione di “far cassa” con il complesso è ribadita in più di un provvedimento successivo: nel 2016,si pensa di cedere il complesso al MEF ( Ministero Economia e Finanze) e, di concerto con l’Agenzia del Demanio, si stabilisce per la vendita fuori mercato un valore catastale pari a 70 milioni di Euro (in contraddizione con una precedente perizia catastale, la cui stima era pari a 278 milioni). Per attuare tale operazione, il 13 dicembre dello stesso anno la Giunta Regionale del Lazio approva la delibera n. 766 con cui il Forlanini, da “bene indisponibile”, è declassato a “bene disponibile” (all’alienazione )
Il ricorso al TAR del Lazio presentato dal “Comitato Roma XII per i Beni Comuni” , da cittadini e, ad adiuvandum, dal Comune di Roma Citta Metropolitana e dall’associazione "Attuare la Costituzione”, porta alla sospensione della procedura di alienazione.
Sono seguite varie petizioni, sottoscritte da oltre 100.000 cittadini in cui si chiedeva il riutilizzo dell’ex ospedale a fini socio-sanitari. La Regione, nel corso degli anni successivi, ha avanzato ipotesi di utilizzo le più svariate, conclusesi con un nulla di fatto.

L’ultimo capitolo della vicenda, l’avvento dell’”affare Bambino Gesù”, sarà il tema principale di questa intervista.

Puoi presentarti?

Sono la ex presidente del Comitato Roma XII per i Beni Comuni”, in carica dal 2015 al 2019. Il Comitato è confluito nel ”Coordinamento delle associazioni, dei comitati e dei cittadini per il Forlanini proprietà pubblica bene comune“.

Parlaci delle vostre ultime mobilitazioni, in una fase precedente a quella attuale che vede incombere l'eventualità di un'alienazione del complesso
Partirei dalla più incisiva, che ha sospeso in questi anni la vendita, e cioè il ricorso alla giustizia amministrativa della Regione del 20 febbraio 2017, in cui chiedemmo l’annullamento del provvedimento che aveva declassato il Forlanini a “bene disponibile” del patrimonio pubblico. Il TAR ci rispose il 29 marzo del 2017, con la non sospensione della delibera e sottolineando che, data l’intenzione della regione Lazio di fare del Forlanini una “cittadella della pubblica amministrazione”, e quindi di riqualificare il patrimonio immobiliare e il parco circostante, tale operazione avrebbe garantito la fruibilità del complesso da parte della collettività, con evidenti benefici per la popolazione. Ribadendo il vincolo di destinazione pubblicistico del complesso immobiliare in questione, il TAR fissò l’udienza definitiva al 13 aprile del 2022 . Ma tale data, a seguito della ridda di ipotesi di utilizzo del Complesso, l'organo di giurisdizione in questione decise di acquisire ulteriori elementi, richiedendo alla Regione Lazio di fornire una documentazione accessoria e fissando la nuova data dell’udienza al 18 aprile 2023
Con tempi molto “lunghi” la Regione ha poi prodotto una relazione in cui attesta che, essendo fallita l’operazione di cessione del complesso al MEF, per la realizzazione della “cittadella della pubblica amministrazione,” il bene era tornato tra i suoi beni indisponibili.
A quel punto noi non avevamo più motivo di procedere, avendo ottenuto proprio che la Regione ripristinasse tale classificazione.

Quando si è costituito il comitato per il Forlanini bene comune?
All’inizio del 2015. quindi in una fase precedente alla situazione appena descritta. Ne facevano parte Vari Comitati di Quartiere, diverse Associazioni, lo Spi CGIL e alcuni cittadini a titolo personale .

Puoi riferirci, per brevi cenni, quali sono state le battaglie che avete sostenuto in questo arco temporale, quasi un decennio?
Subito dopo il ricorso al TAR abbiamo fatto una manifestazione e un Corteo, molto partecipato, dei flash mob e assemblee pubbliche. Furono presentate in Regione, in Comune e nei municipi XII e XI Mozioni ed Interrogazioni da parte di più partiti, votate spesso all’unanimità. Ci siamo uniti nel Coordinamento che ho citato all’inizio. Il Coordinamento, giacché continuavano a ripetere che, essendo stato dismesso, non avrebbe più potuto essere un ospedale, chiese alla Regione un incontro per vagliare le possibilità di recupero del Forlanini.
Varie furono le proposte da noi portate all'attenzione. La nostra idea principale era destinare il complesso ad attività socio-sanitarie: Casa della Salute, ospedale di prossimità, RSA pubbliche, spazi sociali (all’interno del Forlanini ci sono due cinema, un teatro, un parco assai vasto), recuperando anche “affitti passivi”. Ad esempio quello della ASL di via Ramazzini che paga un affitto alla Croce Rossa o del Municipio Roma XII, che paga l’affitto alla parrocchia e che avrebbe potuto essere spostato nel grande edificio che dà su via Folchi, ancora perfettamente agibile. Infatti la Regione, con la quale nel frattempo avevamo aperto un Tavolo di confronto insieme al sindacato, aveva progettato di installarvi l’agenzia europea HERA per la ricerca e una RSA pubblica, attingendo ai fondi del PNRR.

Parlaci del ritorno di attenzione verso il Forlanini ai tempi del Covid

Si dice da anni che il Forlanini è irrecuperabile perché le sue strutture sono fatiscenti. Non è vero. Il professor Martelli, primario ed ex Commissario dell’ex ospedale, presentò un progetto in cui si chiariva che molti reparti della struttura avrebbero potuto essere risistemati a norma con una spesa piuttosto contenuta, essendo ancora agibili. E si sarebbero quindi potuti riutilizzare per l’emergenza Covid o per il post Covid,
E invece si è preferito utilizzare ospedali privati come l’Istituto clinico Casal Palocco e il Columbus, altro ospedale privato di proprietà del Gemelli, entrambi promossi al rango, rispettivamente, di Hub 3 e Hub 2, accanto all’unica struttura pubblica dei tre principali Covid hospital romani: lo Spallanzani/ Hub 1.
Il F. è un complesso enorme, ristrutturarlo richiederebbe sicuramente investimenti, ma con volontà e buon senso si potrebbe elaborare un piano di riutilizzo e realizzarlo progressivamente. Invece ogni proposta di riuso pubblico del complesso è naufragata.

In questa situazione, come sappiamo bene, irrompe la questione della ventilata cessione del Forlanini alla fondazione Bambino Gesù. Ce ne puoi parlare in modo dettagliato?
Quest’ ultima questione è recentissima. C’erano voci in giro da molto tempo, da quando nella sede del Bambino Gesù di Palidoro si erano verificati dei problemi. Ma, per diverso tempo, sulla questione del Bambino Gesù si è stati al livello di intenti, di voci, a causa dell'assoluta mancanza di trasparenza della pubblica amministrazione su questo tema.
L’ipotesi era stata fatta dall’Assessore alla Sanità regionale D’Amato, poco prima delle elezioni, ora il presidente della Regione Rocca ( che ha avocato a sé l’interim dell’Assessorato alla Sanità) mantiene il più stretto riserbo, parlando invece della propria intenzione di operare per la salvaguardia della sanità pubblica. A Rocca, come Coordinamento e di concerto con la CGIL, abbiamo chiesto un incontro chiarificatore. Stiamo ancora aspettando una sua risposta. Di recente, invece, l’ipotesi della cessione al Bambin Gesù si è fatta molto più concreta. In occasione del quarantennale del Concordato tra lo Stato Italiano e la Santa Sede è stato emesso un comunicato, con tanto nota stampa congiunta di cui riporto le parole testuali, affinché i lettori siano correttamente informati di quanto sta succedendo. L’accordo è stato firmato dal Cardinale Parolin e dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Ecco il Comunicato Congiunto:
“Le parti riconoscendo il livello di assoluta eccellenza ……… a livello nazionale ed internazionale dell’ospedale Bambino Gesù concordano che le attuali strutture. e in particolare la sede storica di Sant’Onofrio non consentono ulteriori ampliamenti né miglioramenti ……….Per questo il Governo della Repubblica Italiana e la Santa Sede dichiarano di aver individuato nell’area dell’ex Ospedale Carlo Forlanini di Roma 'uno dei luoghi più idonei per la realizzazione della nuova sede' del Bambino Gesù”1.
Mi domando, ma tra tutte le enormi proprietà immobiliari che la Chiesa possiede a Roma non ce n’è nessuna adatta al Bambino Gesù? Inoltre dalla nota si evince che il Governo ha avocato a sé l’operazione su un bene della Regione per ora ancora dichiarato indisponibile. Chi conduce l’operazione ha avuto, in anni precedenti, rapporti con istituti del Vaticano. Nell’operazione, inoltre, sono coinvolti anche il Sindaco Gualtieri e il Comune di Roma, competente per la destinazione urbanistica. Noi riteniamo che il Forlanini debba rimanere un nostro patrimonio e di proprietà pubblica

Quindi il sospetto è che non si tratterebbe di una cessione ad un privato ma di una vera e propria cessione di sovranità favore di uno stato estero?
Infatti pare proprio cosi il comunicato prosegue : “la dichiarazione delinea una serie di obiettivi che ciascuna parte si impegna a conseguire…………in primo luogo la definizione della necessaria architettura normativa ……e la piena sostenibilità economica dell’operazione….Quindi lo Stato Italiano dovrà inventare nuove leggi ad hoc e garantire la sostenibilità economica.
In secondo luogo il testo precisa i passaggi dell’operazione ovvero l’acquisto …….da parte della Santa Sede dell’immobile denominato “complesso Forlanini “ dalla Regione Lazio ; la concessione da parte della Santa Sede a INAIL del diritto di superficie ,per un periodo e un valore da concordarsi fra le parti ; la realizzazione da parte di INAIL del nuovo ospedale; l’affitto da parte di INAIL del nuovo plesso dell’ospedale, verso il corrispettivo di un canone che remuneri l’investimento di INAIL; infine la stipula di un accordo tra Santa Sede e Italia per il trasferimento delle immunità di cui all’art.15e 16 del Trattato del Laterano alla nuova sede del Bambino Gesù.
In parole povere il complesso diventa proprietà della Santa Sede, che concede all’INAIL per un periodo limitato il diritto di superficie, affinchè costruisca a sue spese il nuovo ospedale Bambino Gesù che poi affitterà allo stesso Bambino Gesù per recuperare i soldi spesi.
Da normale cittadina penso che se l'ente statale INAIL ha tutti quei soldi, che oltretutto sono nostri perché derivano dalle nostre tasse, la Regione, proprietaria del complesso, potrebbe concedergli totalmente o in parte gli immobili. Così da costruire un ospedale, con specialità richiamanti a una specifica vocazione e che mancano in Regione.
Le ultime righe dell’accordo, poi, sono chiare e a mio avviso sono una conferma del tuo sospetto in quanto la parola “Italia” rimanda ad un accordo tra Stati Sovrani
Premettendo che il Bambino Gesù di Roma è un ospedale di indiscusso valore, con il quale è necessario mantenere rapporti di collaborazione, non posso non denunciare che, se ben capisco la “Dichiarazione congiunta di intenti”, i 28 ettari del Forlanini , tra l’altro ben delimitati da un muro che cinge tutto il complesso, saranno parte di uno Stato Estero con autonomia giurisdizionale, leggi proprie e non soggetto ad alcun vincolo dello Stato Italiano. Per tutto questo, in futuro dovremo dire grazie a chi? All’impegno del Governo, della Presidente del Consiglio, del sottosegretario Mantovano, del presidente della Regione Rocca, del sindaco Gualtieri, con il plauso di alcuni presidenti di Municipi e di quei cittadini che ritengono tale operazione un vanto ed un prestigio per il quartiere Monteverde, che potrà vantare un'eccellenza pediatrica” Super-Super”. Salvo poi lamentarsi per la mancanza di strutture pubbliche (e poi di eccellenze pediatriche a Roma ce ne sono anche altre).

Quali sono le vostre prossime iniziative?

Attualmente, a differenza che negli anni precedenti, avviare mobilitazioni in questo territorio è molto difficile, perché tra la gente comune e i lavoratori è assai diffuso un atteggiamento dettato da stanchezza, sfiducia ripiegamento e sul privato. Ma l’operazione che paventiamo toglierebbe risorse pubbliche e andrebbe a incidere negativamente sull’occupazione in generale e in particolare sui lavoratori della sanità. Attualmente siamo impegnati nella ricerca di documenti inerenti la ventilata cessione della struttura al Bambin Gesù e al Vaticano, documentazione che ci viene continuamente negata, eppure l’accesso a documenti di interesse pubblico è un diritto del cittadino stabilito per legge. Siamo in tanti ad andare alla ricerca di atti, di documenti ufficiali, senza i quali non possiamo intraprendere azioni più incisive, finanche, se necessario, a livello giudiziario. Per ora stiamo percorrendo le vie politiche nelle sedi istituzionali, con interrogazioni e richieste di incontri. Faremo, come facciamo da anni, manifestazioni, sit-in come, ad esempio, l’ultimo del 14 febbraio davanti all’ingresso del Forlanini. Una manifestazione cui hanno partecipato moltissime persone di tante realtà diverse e trasmessa dal TGR Lazio. In ogni caso proseguiamo in questa lotta, pretendendola chiarezza e la trasparenza che, fino a prova contraria, è un obbligo dei nostri interlocutori istituzionali.




1 Bollettino sala stampa della Santa Sede
Nota stampa congiunta: Firma di una Dichiarazione di Intenti tra Santa Sede e Governo della Repubblica Italiana circa l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù 08.02.2024

Leonardo Donghi

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