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il pane e le rose

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Il dramma dell’arsenale di Taranto e dintorni.

(22 Gennaio 2006)

La situazione in questo luogo di lavoro è oramai diventata insostenibile.

E’ sotto gli occhi di tutti quanto è accaduto all’appalto dopo la nota e condivisibile inchiesta: i lavoratori, unici non responsabili, da novembre scorso stanno pagando per un sistema truffaldino ed è a rischio il loro presente e futuro lavorativo, oltre ad essere parzialmente o totalmente senza salario (circa 400 famiglie). Come è noto la nostra organizzazione sta seguendo la vicenda con le strutture del Cobas del Lavoro Privato già presenti e consolidate fra una parte di questi lavoratori. Come è altrettanto noto, forte è stato anche lo scontro con i confederali sulle soluzioni e le garanzie presenti e future per i lavoratori: non a caso gli unici finora ad essere stati salvaguardati, grazie ad accordi infami con i tre-tre, sono stati la marina e le aziende, parimenti corresponsabili di questo sistema di appalti marcio e corrotto. Per i lavoratori non c’è salario e l’unica prospettiva è la Cassa Integrazione Straordinaria di lunga durata per ora, mentre per il futuro nessuna garanzia di riprendere a lavorare. Centinaia di lavoratori delle pulizie e della manovalanza sono dal primo gennaio per strada con le immaginabili conseguenze per le proprie famiglie e con le conseguenze che si stanno avendo sulle lavorazioni interne e sulla igienicità dei nostri luoghi di lavoro. Anche in questo caso una parte di questi lavoratori si è rivolta a noi e come Cobas del Lavoro Privato si è chiesto immediatamente che il Ministero tiri fuori i soldi (dato il taglio netto dei relativi capitoli di spesa oscillante tra il 50 e il 90%). Piuttosto che spendere i soldi tolti ai lavoratori per costruire nuove navi da guerra e per “missioni di pace (?)”, bisogna salvaguardare il presente e il futuro lavorativo.

Per i diretti la situazione non è per nulla migliore dato che la famigerata ristrutturazione, dai Cobas tanto avversata, è oramai alla conclusione con i conseguenti esuberi e la possibilità sempre meno remota di essere privatizzati. Senza contare che le lavorazioni sul naviglio corrono il rischio di essere spostati verso La Spezia e che non è da escludere un intervento dell’Ispettorato del Lavoro nelle officine dei diretti, in conseguenza delle condizioni scandalose verificate in quelle dell’appalto: immaginiamo le conseguenze. Ed infine, ma non per ultimo, dopo tantissimi anni si è verificata una morte sul lavoro in Arsenale!

E tutto sta accadendo nel più pazzesco dei silenzi della RSU e della stragrandissima maggioranza delle Organizzazioni Sindacali.

E’ urgentissimo convocarsi in assemblea generale per discutere di tutte queste problematiche che stanno distruggendo questo luogo di lavoro e che stanno facendo perdere posti di lavoro e altri ne faranno perdere: VA RIPRESA LA VERTENZA ARSENALE!

E se la RSU continuerà nel suo atteggiamento complice e silenzioso, va dimissionata, perché i posti di lavoro sono i nostri e dobbiamo difenderli con le unghie e con i denti.

Taranto 17.01.2006

Confederazione Cobas Taranto

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