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(9 Aprile 2013) Enzo Apicella

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Veronafiere: un no da sinistra

Le critiche di Rifondazione al progetto di privatizzazione

(4 Febbraio 2006)

“Se si vogliono recuperare i capitali necessari allo sviluppo della Fiera, la strada da seguire non è quella della privatizzazione”.

Lo afferma il capogruppo di Rifondazione comunista in Consiglio comunale Fiorenzo Fasoli, che ha manifestato le proprie “perplessità sull’operazione di trasformazione dell’Ente Fiera in Spa, affrontato in queste settimane in commissione consiliare settima”.
“La Provincia di Verona partecipa al capitale della Fiera con l’1,29 per cento e la Regione con lo 0,19 per cento” spiega Fasoli, per il quale “si potrebbe prevedere una maggiore presenza societaria degli enti pubblici, investendo più capitale su un patrimonio che deve rimanere di gestione pubblica”.
Per Fasoli “anche la separazione dell’Ente in società gestionale e immobiliare danneggia il Comune, che di fatto perde il ruolo di socio di maggioranza in quella gestionale, che verrà capitalizzata da nuovi soci privati.

Siamo di fronte ad un meccanismo che privatizza gli utili e socializza invece le perdite- aggiunge Fasoli, sottolineando che “in questa nuova ipotesi societaria ipotesi societaria il Comune non ha nulla da guadagnare”.
Le perplessità manifestate da Fasoli riguardano anche la localizzazione della Fiera: “il progetto di trasformazione ipotizza che la Fiera rimarrà nell’attuale dislocazione per un periodo medio lungo, ma sull’opportunità o meno del trasferimento del compendio fieristico in un altro luogo non si è mai seriamente dibattuto.
Non si tratta solo di valutare la presenza di superfici utilizzabili- spiega Fasoli- ma di studiare le caratteristiche di tutto il sistema logistico e infrastrutturale necessario allo sviluppo dell’Ente”.

“Il progetto –conclude Fasoli- prevede solo una ristrutturazione aziendale per competere con i mercati internazionali, ma non viene presentato nessun effettivo prospetto per l’innovazione del programma fieristico”.

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