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Antifascismo militante

(13 Marzo 2006)

La giornata milanese di ieri, 11 Marzo 2006, deve essere ricordata prima di tutto per il lugubre ritorno della sfilata di labari fascisti nel centro di Milano.

Labari fascisti innalzati da chi, a pieno titolo, sta nell'alleanza del centrodestra, proprio nel momento in cui esplodono scandali gravi tali da minare, ancor di più di quanto non fosse finora,la credibilità dell'intero sistema politico: un centrodestra che, dopo l'attacco alla Costituzione ed il porsi in prima linea nel provocare lo “scontro di civiltà”, trova piena solidarietà con chi, chiaramente, si pone al di fuori dalla lettera e dalla norma della nostra Carta Fondamentale.

Ci troviamo davanti al frutto amaro del revisionismo storico, dell'allentamento oggettivo dai vincoli della memoria, dell'indulgenza colpevole.

La responsabilità degli incidenti che hanno accompagnato la protesta verso la sfilata neonazista è certo soggettiva dei protagonisti, ma alle spalle esiste la responsabilità grave di chi aveva il potere di impedire un corteo che non poteva, certo, essere confuso con una normale sfilata di protesta democratica. Gli organi dello Stato responsabili dell'ordine pubblico dovevano vietare la manifestazione dell'estrema destra.

Esiste una sola strada per affrontare questo problema, che può inquinare fortemente la già complessa e delicata vicenda italiana: una strada che sono chiamati a percorrere quei soggetti politici che intendono, davvero, sbarrare la strada al rigurgito neofascista e neonazista.

Si tratta del ritorno all'antifascismo militante di massa; alla mobilitazione quotidiana; all'allarme democratico di cui debbono farsi carico tutti coloro che continuano a credere in determinati valori e rimangono convinti dell'immensità delle tragedie storiche, di cui nazismo e fascismo furono protagonisti.

Beninteso, senza sconti di presunta reciprocità e senza concessioni, in questo caso, ad una concezione della politica posta al di fuori della coppia “amico/nemico”: quelli sono il nemico da combattere

Il nemico da combattere con gli strumenti della presenza popolare;occupandone gli spazi fisici, convocando manifestazioni nei luoghi dove questi intendano celebrare i loro macabri riti.

Il recente congresso dell'ANPI di Chianciano ha rappresentato un momento di rilancio dell'antica organizzazione dei partigiani: un rilancio avvenuto, però, essenzialmente sul terreno della difesa della Costituzione; difesa sacrosanta se non accompagnata, però, dalla capacità di essere soggetto trainante in questa necessaria opera di recupero della capacità di espressione di una indignazione collettiva, da parte dei settori più avanzati della democrazia italiana.

Scontiamo, in questo momento, la modificazione genetica subita dai partiti, trasformatisi in comitati elettorali ed in uffici di collocamento per assessori; scontiamo, soprattuto, l'eccessivo lassismo sul piano della confusione della memoria (pensate alla giornata in memoria delle foibe); scontiamo il largo spazio concesso ad una pubblicistica e ad una saggistica fuorvianti, alla ricerca dello scoop retroattivo, incapaci di stabilire le vere coordinate di orientamento storico intorno al periodo, glorioso e drammatico, della Resistenza.

Debbono essere coinvolte le giovani generazioni: non soltanto, come da più parti, si sta continuando a fare attraverso il recupero della memoria storica ma, anche, sotto l'aspetto del coinvolgimento diretto in una nuova stagione di antifascismo militante.

Esiste un modello, cui vorremmo riferirci, ed è ancora quello del Luglio '60 a Genova: quando la nuova classe operaia, i giovani delle “magliette a strisce” ultimo fuoco della Resistenza e primo vagito del '68, seppero respingere, sul campo, il tentativo di spostamento a destra del quadro politico e l'insulto all'identità di Genova, città simbolo della Liberazione.

Non basterà il voto del 9 Aprile: ciò che si è visto tornare in piazza a Milano rappresenta un segnale profondo, di inquinamento vero, di pericolo concreto che deve essere combattuto a viso aperto, senza intermediazioni, con l'arma democratica di una continua iniziativa di popolo, tale da recuperare appieno il concetto di antifascismo militante.

Savona, li 12 Marzo 2006

Franco Astengo

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