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Fiat voluntas Usa

Fiat voluntas Usa

(24 Settembre 2012) Enzo Apicella
Nel suo discorso all'Unione Industriale di Torino Marchionne addossa le colpe della crisi Fiat all'Italia che non si libera dalle zavorre.

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    I contratti a termine sono illegittimi: decine di lavoratori fanno causa alla S.E.A.

    (24 Febbraio 2006)

    Alla S.E.A. centinaia di lavoratori sono assunti a tempo determinato, sia dalla S.E.A. stessa sia attraverso le agenzie di lavoro temporaneo.

    I contratti a tempo parziale, sono utilizzati in modo illegittimo per non assumere lavoratori a tempo indeterminato. Con questo sistema S.E.A. ottiene manodopera facilmente ricattabile e al minimo “attrito” licenziabile (non riconferma del contratto).
    Infatti:
    - I contratti a termine sono fatti a ciclostile, senza la motivazione del perché l’azienda ricorre ad una assunzione temporanea.
    - Numerosi lavoratori hanno ormai collezionato 4, 5, 6 ed oltre contratti a termine tutti uguali.
    - Il termine che deve intercorrere tra un contratto e l’altro spesso è disatteso.

    La S.E.A. si è organizzata in modo che un contratto a termine in scadenza venga sostituito da un nuovo contratto con lo stesso o con altro lavoratore, aggirando così la normativa che consente di utilizzare il contratto a termine solo per alcuni mesi dell’anno.

    Decine di lavoratori, in questi giorni, hanno impugnato davanti al giudice del lavoro i contratti di assunzione a tempo determinato praticati a Malpensa sia dalla Sea che dalle numerose agenzie interinali.

    Questi lavoratori difesi dagli avvocati A.Medina e G.Sertori, chiedono l’assunzione a tempo indeterminato presso la S.E.A.. Le prime cause saranno discusse ad aprile presso i tribunali di Milano e Gallarate.

    Gallarate 2006-02-25

    Associazione Lavoratori Cobas
    Cub Trasporti

    Michele, 52 anni, una vita da precario: «Dal 2002 ho avuto 11 contratti. Tra una settimana mi scade l'ultimo»

    MALPENSA - Le grandi ristrutturazioni industriali, poi la fuga delle aziende all'estero e poi ancora la formula magica della flessibilità: tutti i grandi cambiamenti del mondo del lavoro italiani sembrano passati sulle spalle di Michele, addetto allo scarico e carico dei bagagli a Malpensa che con i capelli bianchi e 52 anni compiuti da tre giorni è ancora un precario, con il contratto in scadenza tra una settimana. «È l'undicesimo che sottoscrivo dal 2002 a oggi». Una vita in equilibrio sul filo, da principiante della busta paga quando i suoi coetanei vedono il traguardo della pensione o lo hanno già tagliato. Una scelta di vita? «Niente affatto: io di impieghi fissi ne ho avuti tre, ma per una ragione o per l'altra li ho sempre persi. E allora cosa volete che faccia: mi sono adattato a fare lavori temporanei, a scaricare e caricare gli aerei dopo aver fatto anche il capoufficio in aziende internazionali». E dunque eccola la storia, dall'inizio, del campione dei precari di Malpensa: «Ho lavorato all'Aermacchi per diversi anni, ma alla fine degli anni '80 c'è stata una ristrutturazione del personale e me ne sono andato; ho trovato subito impiego a Legnano, in una multinazionale giapponese che produceva macchine tessili ma anche lì è arrivato il vento della crisi». È un destino che in quegli anni accomuna molti addetti dell'industria tradizionale, ma in quel tempo nascono nuovi settori, si fa largo l'elettronica e Michele non tarda a cogliere l'occasione: «Venni assunto in una ditta a proprietà inglese che produceva antifurti per auto: sembrava una tecnologia imbattibile, un luogo di sicuro avvenire e invece un bel giorno la proprietà annuncia che l'intera produzione viene trasferita all'estero». È la delocalizzazione, bellezza, e tu non puoi farci niente. Il mondo corre e sembra lasciare indietro quelli come Michele, diploma di terza media, i capelli che cominciano a ingrigirsi, una figlia ormai grande. «A quel punto l'opportunità me l'ha data Malpensa: mansione scarico bagagli, contratto da lavoratore in affitto. E cosa avrei dovuto fare? A me la fatica mica spaventa, non mi sono mai lamentato, non ho mai sgarrato sul lavoro. Ed eccomi qua, a 52 anni, ancora senza un futuro certo. Ho chiesto un mutuo alla banca per comprarmi l'auto nuova: quando hanno visto la mia busta paga di lavoratore interinale, mi hanno detto no». L'operaio mostra un foglietto: è lo specchietto di tutti i contratti "flessibili" che ha sottoscritto negli ultimi 4 anni. «Non mettete il mio nome per esteso sul giornale, altrimenti non mi rinnovano il contratto».

    Dal Corriere della sera 23-2-2006

    Associazione Lavoratori Cobas
    Cub Trasporti

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