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L'Italia tripudia la guerra

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(5 Novembre 2010) Enzo Apicella

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Basta con i morti in Iraq, via le truppe subito

(28 Aprile 2006)

L’abbiamo ripetuto senza sosta: l’unico modo per non avere più morti italiani a Nassirya e in Iraq era ed è il ritiro immediato e incondizionato delle truppe da quel martoriato paese.

La spudorata menzogna della “missione di pace” non può ingannare più nessuno: le truppe italiane sono, fin dall’inizio, pienamente coinvolte e corresponsabili di una guerra barbara che in tre anni ha fatto decine di migliaia di morti tra la popolazione civile irachena.

Comprendiamo pienamente il dolore delle famiglie dei militari uccisi ma non va dimenticato che esso è dello stesso peso di quello di tanta parte del popolo iracheno che ha avuto parenti ed amici uccisi spietatamente in questi anni dalle truppe occupanti, soprattutto da quelle statunitensi. Le morti in guerra sono tutte atroci, non possiamo considerare pesante come macigno la morte di un italiano o di un “occidentale” e leggera come una piuma quella di centinaia di iracheni/e che ogni giorno vengono uccisi/e nel loro infelice paese.

Se le lacrime di coccodrillo delle forze dell’ex-governo Berlusconi, responsabile di aver mandato in guerra le truppe italiane, destano ribrezzo, nessuna ipocrisia è concessa neanche al nascente governo Prodi che, un minuto dopo la costituzione del nuovo esecutivo, deve rispettare la pressante richiesta della maggioranza del popolo italiano che da tre anni, inascoltato, esige con la massima forza il ritiro totale delle truppe italiane dall’Iraq.

Piero Bernocchi - Pino Giampietro
Confederazione COBAS

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