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Dignità operaia

Dignità operaia

(9 Marzo 2012) Enzo Apicella
Oggi sciopero generale dei metalmeccanici convocato dalla Fiom e manifestazione nazionale a Roma

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(Per un sindacato di classe)

ASSEMBLEA NAZIONALE RETE 28 APRILE

PER CAMBIARE DAVVERO NON SI TORNA INDIETRO RIPARTE LA RETE – ASSEMBLEA A ROMA IL 12 GIUGNO

(17 Maggio 2006)

Le lavoratrici e i lavoratori, i pensionati, i disoccupati, vogliono finalmente cominciare a cambiare in meglio la loro vita. Per questo rivendicano profondi cambiamenti sociali. La sconfitta elettorale della destra, finalmente, dà più speranze e possibilità di cambiare le cose, ma proprio per questo è già iniziata la pressione da parte delle forze conservatrici, della Confindustria, del Fondo monetario internazionale, per chiedere al nuovo governo e ai sindacati di realizzare una politica di concertazione che serva ancora una volta a tener bassi i salari e a ridimensionare i diritti.

Per respingere il ritorno alla concertazione, che è parte di una stagione conclusa della storia politica e sociale del paese, per dire no ad un nuovo patto sociale che sarebbe dannoso per il mondo del lavoro, per cambiare davvero le cose, occorrerà lottare.
Il 28 aprile del 2005, ci siamo riuniti per affermare la necessità del conflitto, del rinnovamento, della democrazia e dell’indipendenza sindacale. Nel percorso congressuale abbiamo sostenuto le tesi alternative presentate dal segretario della Fiom. Pensiamo che, dopo la conclusione del congresso, le esperienze più avanzate nella Cgil si debbano confrontare per costruire obiettivi comuni.
Diamo così avvio a un percorso di discussione nella e con la “Rete per l’indipendenza e la democrazia sindacale”, aperto a tutte e tutti coloro che hanno in questi anni costruito esperienze avanzate di contrattazione e di democrazia sindacale. Consideriamo primi interlocutori tutte e tutti coloro che hanno sostenuto le tesi alternative.

Intendiamo confrontarci con le diverse realtà e storie, sia nei territori sia a livello nazionale e per questo organizzeremo una assemblea nazionale per il 12 giugno a Roma. In quell’assemblea saranno discussi e definiti obiettivi e forme della continuità dell’iniziativa, al fine di sviluppare partecipazione e democrazia nella vita dell’organizzazione.
Proponiamo alla discussione e al confronto i seguenti punti prioritari:

1 – Le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori continuano ovunque a peggiorare. La precarizzazione del rapporto di lavoro non è solo la condizione permanente dei nuovi assunti, ma anche lo stato nel quale si esplicita un ricatto permanente alle conquiste e ai diritti di tutte e tutti. Tutto il mondo del lavoro è in realtà o precario o in via di precarizzazione. Sono precari i migranti, che vengono sottoposti ad infinte vessazioni e ricatti. Lo sono le lavoratrici e i lavoratori che rischiano il posto per le delocalizzazioni, le terziarizzazioni, gli appalti. Sono precari le lavoratrici e i lavoratori dei settori industriali e quelli del servizio pubblico. Sono precari le lavoratrici e i lavoratori esternalizzati nella pubblica amministrazione e, in particolare al Sud gli Lsu e gli Lpu. Sono precari giovani impegnati nel mondo della scuola, dell’università, della ricerca e della conoscenza, così come quelli che operano nel mondo delle nuove tecnologie, dell’informatica e delle telecomunicazioni. Sono precarie le donne, sulle quali il ricatto del posto di lavoro insicuro pesa il doppio. La precarietà, pur essendo una condizione comune, non unifica, ma divide e frantuma tutto il mondo del lavoro. Per questo la lotta alla precarietà è oggi la priorità del sindacato. Una priorità da attuare sia sul piano della lotta politica, per ottenere l’abrogazione di tutta la legislazione che ha precarizzato il lavoro in questi ultimi quindici anni, a partire dalla Legge 30; sia sul piano della lotta rivendicativa, con la costruzione di vertenze e contratti che estendono a tutte e a tutti gli stessi diritti, lo stesso salario, le stesse condizioni. Occorre respingere ogni tesi che punta allo scambio tra la promessa di una parziale riduzione della precarietà del lavoro e la riduzione dei diritti e del salario della parte più tutelata del mondo del lavoro. Non è con lo scambio, tra diritti e posto di lavoro, che si lotta contro la precarietà, ma con la conquista di migliori condizioni e diritti per tutte e tutti.

2 – Lo scopo della precarizzazione del lavoro è ottenere la massima flessibilità e disponibilità delle lavoratrici e dei lavoratori negli orari, nella prestazione, nella condizione di lavoro. La precarizzazione è lo strumento con il quale le imprese accrescono il loro autoritarismo ed il loro controllo sulla vita delle lavoratrici e dei lavoratori. Per queste ragioni aumenta l’insicurezza nel lavoro. La salute e la vita stessa delle lavoratrici e dei lavoratori sono messe a rischio e vengono colpite. La lotta contro la flessibilità selvaggia del lavoro è dunque parte della lotta contro la precarietà e per la sicurezza. E’ necessario restituire priorità, rispetto alle esigenze dell’impresa, alla personalità e alle esigenze di vita delle persone che lavorano. Occorre ridurre gli orari e soprattutto ricostruire il potere di chi lavora sull’organizzazione del proprio lavoro. La salute e la sicurezza del e nel lavoro devono venire al primo posto.

3 – La precarietà serve ad abbattere il salario garantito e contrattato per tutte e tutti. Ovunque si precarizza il lavoro si riduce il salario. Per questo occorre respingere ogni ipotesi di realizzare una maggiore flessibilità nei salari. Già oggi i salari sono anche troppo precari e flessibili. L’aumento delle retribuzioni reali, dopo il fallimento per le lavoratrici e i lavoratori del sistema concertativo nato il 23 luglio del 1993, va attuato attraverso il rafforzamento del contratto nazionale che deve aumentare il salario reale, la crescita della contrattazione aziendale e con una nuova forma di scala mobile che sostenga il salario nella lotta contro l’inflazione. Va respinta ogni ipotesi di devolution della contrattazione che indebolisca il contratto nazionale. Allo stesso modo bisogna opporsi alla richiesta delle imprese di derogare in sede aziendale a quanto garantito dal contratto nazionale. Occorre portare i salari italiani a livello dei più elevati standard europei.

4 – La precarizzazione del lavoro è parte di una condizione di vita che il mercato globalizzato vuole imporre. Il liberismo vuole una società nella quale tutte le relazioni tra le persone siano governate dal mercato. I processi di mercificazione, liberalizzazione, privatizzazione, finanziarizzazione che condizionano oramai la vita delle persone, determinano nel mondo nuove profonde fratture, grandi squilibri sociali e ambientali, guerra e terrorismo. Contrastare la competitività a tutti i costi e le privatizzazioni, ricostruire una cultura del bene comune, riconquistare ed estendere i beni pubblici essenziali, riaffermare l’indisponibilità per il mercato dei diritti sociali alla salute, all’istruzione, alla cultura e alla casa. Riaffermare il diritto a una vita sicura e dignitosa, è parte integrante della lotta contro la precarizzazione.
Una delle priorità è difendere ed estendere il sistema previdenziale pubblico, mettendo in discussione le ingiustizie prodotte dalle riforme di questi quindici anni, a partire dal sistema contributivo che rischia di cancellare le pensioni per le nuove generazioni. Come obiettivo immediato è necessario cancellare le ultime controriforme pensionistiche del governo e difendere la libertà dei lavoratori di disporre della propria liquidazione (Tfr).

5 – L’unificazione del mondo del lavoro può avvenire solo attraverso una nuova pratica sindacale, che faccia dell’indipendenza e della democrazia gli strumenti con i quali organizzare una nuova fase di conflitto sociale. Sono le lavoratrici e i lavoratori, in carne ed ossa, che debbono partecipare e decidere rispetto alle scelte del sindacato. Il voto segreto sulle piattaforme e sugli accordi, la partecipazione, la democrazia, sono le condizioni indispensabili per realizzare la piena indipendenza del sindacato dal potere politico, da quello delle imprese e del mercato. Solo una validazione piena dell’operato sindacale da parte delle lavoratrici e dei lavoratori interessati permette di costruire quel conflitto consapevole, senza il quale nulla può essere cambiato. Oggi la paura del conflitto spesso frena l’azione sindacale e l’iniziativa dei lavoratori, e questa paura rappresenta un vantaggio in più per le imprese e per il liberismo. E’ necessario, invece, affermare che il conflitto, oltre ad essere un indispensabile strumento di democrazia, produce risultati e cambiamenti. Il confronto su come organizzare il conflitto, su come articolarlo e diffonderlo, su come superare i problemi e le difficoltà che oggi lo segnano, è uno degli impegni principali del sindacato. Le lotte condotte in questi anni dalla Cgil, dai metalmeccanici, dagli autoferrotranvieri, dal mondo della scuola, dimostrano che con il conflitto si possono ottenere dei risultati. La vittoria degli studenti e dei lavoratori francesi dimostra che è possibile cambiare le cose.

6 – Per contrastare la precarizzazione del lavoro e della vita occorre guardare la società da un punto di vista alternativo a quello dell’impresa e del mercato e della competitività. Tale punto di vista anche quando non si traduce in azioni immediate, è comunque necessario per reggere il confronto con la pressione dell’ideologia liberista, che vuole uniformare a sé tutto il mondo. Occorre pensare e rivendicare un’altra società, senza lo sfruttamento della persona e dell’ambiente, senza l’oppressione sessuale, quella di etnia, quella dei poteri burocratici. Occorre pensare ad un altro sviluppo, costruendo pratiche, rivendicazioni e movimenti su temi concreti. Questa è la via per affrontare le storiche ingiustizie e fratture che dividono le aree più ricche da quelle più povere dell’Italia, a partire dal Mezzogiorno. Va conquistata così una democrazia fondata su un’effettiva uguaglianza.

7 – Va definitivamente ripudiata la guerra e vanno ritirate le truppe del nostro paese dall’Iraq, dall’Afghanistan, dal Kosovo e da ogni teatro bellico. Occorre respingere l’utilizzo della guerra come strumento per la soluzione delle controversie internazionali e per la lotta al terrorismo, quale che sia la forza politica o il governo che lo propone. Va rigettata la teoria della guerra permanente e si devono avversare le guerre attuate o minacciate dai paesi ricchi per dominare sul mondo e sulle sue risorse. Il sindacato deve produrre un’azione costante tra i lavoratori per rendere chiaro il legame tra la guerra e lo sfruttamento estremo della forza lavoro. Va messa in discussione l’Europa liberista, che invece si vuole affermare con la nuova Costituzione comunitaria e con gli obiettivi di competitività estrema definiti nel 2000 nella conferenza di Lisbona. Bisogna respingere le direttive liberiste sul lavoro e sui servizi, dalla Direttiva Bolkestein, che seppur modificata resta ancora insidiosa, alla direttiva che flessibilizza ancor di più gli orari di lavoro. Non vogliamo tornare al nazionalismo delle patrie, ma vogliamo un’Europa in grado di affermare ed estendere i diritti, a partire dal mondo del lavoro. Il movimento sindacale non può che essere all’opposizione dell’Europa di Maastricht, del monetarismo della Banca Europea, dell’allargamento dei confini usato per abbattere i diritti sociali. Il movimento sindacale deve contrastare tutte le politiche che puntano a usare l’Unione Europea per affermare principi e modelli economici liberisti. E’ necessario un vero sindacato Europeo, fondato sulla democrazia e in grado di produrre lotte e contrattazione su scala continentale. Per questo occorre cambiare profondamento ruolo e funzioni della Ces (Confederazione Europea dei Sindacati).

8 – Nel corso del congresso della Cgil abbiamo sostenuto che il sindacato può avere governi avversari, ma non ha governi amici: ora tutto il movimento sindacale e in primo luogo la Cgil, sono messi alla prova. Riteniamo indispensabile che le condizioni reali delle lavoratrici e dei lavoratori italiani, dei pensionati, dei disoccupati, siano finalmente posti al centro del confronto politico e sociale. Per realizzare questo obiettivo occorre una forte iniziativa sindacale e della Cgil in particolare. A tale scopo vogliamo promuovere la mobilitazione di tutte le esperienze, le culture, le forze che si richiamano alla sinistra sindacale. L’iniziativa della sinistra sindacale, in questa fase, è necessaria per far sì che la democrazia e l’indipendenza del sindacato siano affermate, difese, estese.

PROMUOVONO L’ASSEMBLEA:

Donatella Alberti Segr.Prov.Filcams Brescia Claudio Amato Segr.Gen. Fiom Roma Nord Nunzia Amura Dir.Naz. Cgil Dino Angelaccio Università Flc Siena Sergio Bellavita Segr.Reg. Fiom Emilia Romagna Sandro Bianchi Presidente Com.Centrale Fiom Gianluciano Bianco Segr.Prov. Cgil Cuneo Paolo Brini Com.Centrale Fiom Franco Bruno Segr.Prov. Fiom Napoli Giorgia Calamita Dir.Reg. Fiom Basilicata Daniele Canti Dir.Naz.Fisac Gioacchino Carella CNR Flc Bari Carlo Carelli Dir.Naz. Cgil Giuseppe Ciarrocchi Segr.Gen.Fiom Ancona Gianfranco Coccoli Dir.Reg. Fiom Veneto Davide Colace Presidente Dir.Prov.Cgil Cosenza Beppe Corrado Dir.Reg.Fiom Toscana Michele Corsi Dir.Reg.Cgil Lombardia Giorgio Cremaschi Dir.Naz.Cgil Pierfausto Dacio Segr.Prov.Fiom Alessandria Iole D’Agostino Dir.Reg.Cgil Sicilia Giovanni Daguanno Segr.Gen. Fiom Molise Emanuele De Nicola Rsu Fiat Fiom Melfi Giancarlo De Santis Rsu Ilva Taranto Giona Di Giacomi Dir.Reg.Cgil Emilia Romagna Alfredo Fegatelli Segr. Fiom L’Aquila Dario Filippini Segr.Gen. Filcem Brescia Delia Fratucelli Dir.Naz.Slc Michele Giacchè Coord.Rsu Fincantieri Ancona Samira Giulitti Dir.Naz. Fisac Paolo Grassi Dir.Reg.Cgil Lombardia Sveva Haertter Com.Centrale Fiom Francesco La Vecchia Segr.Gen.Filcem Lodi Dante Loi Segr.Reg. Fiom Veneto Gianfranco Marchesotti Segr.Prov.Cgil Alessandria Francesco Maresca Dir.Prov. Cgil Taranto Benedetto Matteucci Segr.Prov.Slc Lodi Vito Meloni Dir.Naz. Flc Antonio Merlino Dir.Reg. Cgil Liguria Paolo Minello Segr.Gen. Fiom Novara Alfonsina Palombo Dir.Prov Cgil Benevento Pietro Passarino Segr.Prov. Fiom Torino Attilio Fasulo Segr.Prov. Cgil Novara Giampiero Pelagalli Segr.Prov. Filcams Ancona Salvatore Pinna Segr.Gen.Filcams Nuoro Giannino Pistonesi Dir.Reg. Cgil Emilia Romagna Anna Poggio Segr.Gen. Flai Alessandria Fulvio Potenza Dir.Prov. Cgil Catania Simone Pulici Segr.Gen. Flai Brianza Giuliana Righi Dir.Reg. Cgil Emilia Romagna Mimmo Rizzuti Dir.Naz. Cgil Roberta Roberti Dir.Naz. Flc Roberto Santi Dir.Reg.Filcams Emilia Romagna Luca Scacchi Dir.Reg. Flc Valle d'Aosta Giuseppe Severgnini Com.Centrale Fiom Mario Sinopoli Segr.Gen.Fiom Calabria Antonio Stefanini Dir.Prov.FP Livorno Walter Tanzi Dir.Reg.Cgil Lombardia Alessandra Taormina Dir.Reg.Cgil Lazio Vincenzo Terenzio Dir.Reg. Filcem Molise Laura Tonoli Segr.Gen. Filtea Brescia Jole Vaccargiu Dir.Naz. Cgil Maurizio Zanirato Segr.Reg. Fiom Piemonte Maria Zavaglia Dir.Naz Flc Elena Zolo Segr.Prov.Fiom Sassari.

Per informazioni: info@rete28aprile.it


Le promotrici e i promotori dell’Assemblea Nazionale della Rete 28 Aprile

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