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(29 Maggio 2006)
…”Repubblica Italiana – In nome della legge comandiamo a tutti gli ufficiali giudiziari che ne siano richiesti ed a chiunque spetti di mettere ad esecuzione il presente titolo, al pubblico ministero di darvi assistenza e a tutti gli ufficiali della forza pubblica di concorrervi quando ne siano legalmente richiesti… Nola li 25 mag. 2006”: accogliendo il ricorso d’urgenza (presentato dagli avv. dello Slai Cobas Arcangelo Fele e Giuseppe Marziale “per la repressione di condotta antisindacale” ai sensi dell’art. 28 dello Statuto dei lavoratori), con ordinanza immediatamente esecutiva e “protetta” penalmente, depositata ieri mattina presso la cancelleria del Tribunale di Nola, la dott.ssa Paola Martorana, quale giudice del lavoro, ha censurato…” il carattere antisindacale dei licenziamenti intimati dalla Fiat Auto spa in danno di Domenico Mignano, Marco Cusano, Modestino Gambardella, Ciro D’Oria e Andrea Prete, e dalla spa TNT ARVIL spa in danno di Vittorio Granillo, Rosario Monda e Francesco Manna, e ordinand alle due aziende… “l’immediata sospensione degli effetti dei provvedimenti di licenziamento e la reintegra dei licenziati nel loro posto di lavoro.
Gli 8 licenziamenti sono avvenuti in conseguenza delle “infuocate” assemblee svolte in Fiat Alfa Romeo dove nel primo e secondo turno di lavoro circa 6.000 operai dell’Alfasud e delle collegate aziende terziarizzate (tra cui la TNT) contestarono a “muso duro” FIOM-FIM-UILM-FISMIC accusati di aver sottoscritto l’accordo-bidone dei metalmeccanici che scambiava risibili aumenti salariali col lavoro obbligatorio al sabato e le assunzioni alla catena di montaggio di giovani in apprendistato fino a 5 anni. Nelle assemblee volarono alcune uova e qualche leggera asta di plastica ed i sindacalisti confederali furono zittiti dai lavoratori infuriati che, dando una grossa lezione di Democrazia, svolsero pacificamente le assemblee approvando unanimi (a voto palese e per alzata di mano) la mozione di bocciatura dell’accordo presentata dalla Slai Cobas. Licenziamenti del tutto immotivati ed utili -oltre alle due aziende-solo a chi, come il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini (e quello regionale Maurizio Mascoli), definirono lo Slai Cobas …”una squadraccia fascista” con la malcelata intenzione di coprire i paventati licenziamenti e tenere fuori dalla fabbrica lo Slai Cobas in occasione delle imminenti elezioni dei rappresentanti sindacali. Non è un caso che a giustificazione degli otto licenziamenti illeciti e politici le aziende hanno esibito al giudice le loro bugiarde dichiarazioni: questi uttini…”tacciono ed acconsentono”!
“Questa importante vittoria è stata resa possibile dalla straordinaria solidarietà degli 8.000 lavoratori dell’Alfa e delle terziarizzate, dai loro scioperi ancora in corso contro i licenziamenti politici e lo straordinario obbligatorio al sabato (domani il prossimo) e dalla solidarietà espressa dai lavoratori delle maggiori fabbriche d’Italia, e dall’
Pomigliano d’Arco, 26/5/2006
Slai Cobas Fiat Alfa Romeo e terziarizzate
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